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Incontro del 2.12.2001

del C.I.I.S.

Coordinamento Italiano Insegnanti di Sostegno

 

Domenica 2 dicembre 2001, al termine dell’incontro svoltosi presso l’ANFFAS di Brescia tra insegnanti di sostegno provenienti da varie provincie, si è deciso di costituire il C.I.I.S., Coordinamento Italiano Insegnanti di Sostegno.

I partecipanti hanno dibattuto del ruolo dell’insegnante di sostegno e dell’urgente necessità di portare all’attenzione delle autorità competenti e dell’opinione pubblica, le problematiche inerenti il percorso di formazione e le modalità di assunzione nella scuola italiana degli aspiranti insegnanti di sostegno. Infatti, a tutt’oggi, pur in presenza di una normativa di riferimento (Legge-quadro 104/92) non è ancora ben chiaro quale iter deve seguire l’insegnante di sostegno per un sicuro inserimento in ambito scolastico.

Per diversi anni la mancata attivazione di corsi di specializzazione ha creato carenza di figure professionali, con conseguenti disagi per le famiglie e la scuola e, nel contempo, incertezza nell’applicazione in ambito scolastico della L. 104/92, nella fattispecie art. 13 e segg.

Attualmente, per accedere all’insegnamento, i docenti assegnati alle classi con presenza di alunni in situazione di handicap, devono essere in possesso dello specifico titolo di specializzazione previsto dalla L. 104/92.

Tale legge prevede anche che detto titolo sia abilitante, ossia permetta l’accesso al ruolo. In realtà, gli insegnanti specializzati presenti sul territorio non vengono immessi in ruolo (nonostante la presenza di numerose cattedre scoperte!) e continuano ad operare in condizioni di precarietà, con tutti i disagi conseguenti, non ultimo la mancata continuità educativo-didattica per gli alunni in difficoltà.

Perché il Ministero non procede con l’immissione in ruolo dei docenti specializzati? Perché le Università attivano all’interno delle SSIS (Scuola di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario) corsi di specializzazione per il sostegno abilitanti, della durata di circa 400 ore, contro le 1200 da noi sostenute?

Non solo: ma perché formare l’insegnante di sostegno in via "residuale"?

Possono 400 ore bastare per approfondire le problematiche connesse con l’integrazione e con l’apprendimento di soggetti in situazione di handicap? E perché chi ha scelto di formarsi specificamente come insegnante di sostegno deve, per avere l’abilitazione, frequentare la SSIS biennale godendo al massimo di qualche credito?

Queste sono solo alcune delle questioni affrontate.

Il vivace dibattito, durante i lavori d’assemblea, ha rappresentato un momento di confronto importante per la definizione delle strategie da adottare al fine di creare maggiore sensibilizzazione ed attenzione attorno a queste problematiche.

La costituzione del C.I.I.S, infine, è nata come esigenza per "coordinare" le strategie e le iniziative a livello nazionale e regionale, e per confermare nonchè sottolineare il ruolo dell’insegnante di sostegno, quale vera risorsa per l’integrazione all’interno della comunità scolastica e sociale. Ciò risulta ancora più significativo nella scuola dell’autonomia, la quale, nell’evidenziare l’importanza e la necessità della continuità educativo-didattica, si propone di prevenire il più possibile le condizioni di disagio anche al fine di evitare la dispersione scolastica.

In quest’ottica il Coordinamento si adopererà per far sì che coloro che sono in possesso dell’apposita specializzazione possano accedere ai ruoli della scuola seguendo percorsi adeguatamente strutturati, evitando di trovarsi ad operare in condizione di costante precariato.

A questo proposito si evidenzia come molte incongruenze e differenze nascono dal fatto che siamo in una situazione di transitorietà in cui coesistono percorsi diversi, determinati dal passaggio dal vecchio al nuovo ordinamento universitario e da vecchie a nuove modalità di assunzione in ruolo. In questa fase di passaggio a regime delle modalità organizzative, il rischio è quello che, per qualcuno, si verifichi una perdita di valore del titolo acquisito, a fronte di una formazione valida e professionalmente qualificante.

Dato che questa situazione di transitorietà è contingente e verosimilmente irripetibile, i docenti ritengono che sia necessario intervenire tempestivamente, per evitare la dispersione di una risorsa irrinunciabile ai fini di un processo di integrazione che ci ha visto fare scuola nel mondo.

In sintesi, il C.I.I.S., a nome dei propri aderenti, chiede al Ministero dell’Istruzione:

il riconoscimento della funzione "abilitante" del titolo di specializzazione e pertanto venga ritenuto valido alla stessa stregua di quelli conseguiti col percorso del SISS, per quanto concerne l’inserimento nelle graduatorie di sostegno, in quanto i due percorsi sono entrambi universitari e di durata biennale,

oppure la definizione di percorsi per accedere all’abilitazione in virtù del titolo posseduto;

infine, il controllo del titolo di studio (specializzazione sostegno) rilasciato in questi ultimi anni dalle diverse scuole autorizzate sul territorio nazionale, in quanto sembrebbe che alcuni corsi non abbiano rispettato le direttive ministeriali.

Il Coordinamento opera a nome degli insegnanti di sostegno che hanno risposto all’invito anche attraverso contatti telefonici e/o telematici. Le adesioni sono pervenute numerosissime da quasi tutte le Regioni italiane.

C.I.I.S.
(Coordinamento Italiano Insegnanti di Sostegno)


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