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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

Conferenza Regionale per il diritto allo studio

relazione di sintesi del lavoro svolto dalla commissione alla disabilità e al disagio

La commissione già dalla prima riunione del 19 aprile  elaborò una serie di proposte da proporre alla conferenza:

 

  • “Anagrafe scolastica regionale” allargata ai dati specifici di alunni con disabilità per individuare e quantificare i reali bisogni della popolazione scolastica della  Regione Campania.
  • G.L.I.R. (Gruppo di lavoro Interistituzionale Regionale): Istituire un gruppo di lavoro interistituzionale regionale per l’integrazione scolastica.
  • G.L.I.P. (Gruppo di Lavoro Interistituzionale Provinciale): Incentivare e stimolare il funzionamento dei gruppi di lavoro interistituzionali provinciali nonchè del GLHI e dei GLH.
  • Investire sulla formazione e aggiornamento continua di tutti i docenti.
  • Organizzare dei corsi di formazione per le famiglie.
  • Certificazione Unica con criteri unici : L’adozione da parte di tutti gli operatori di una modulistica unica, (vedi schede in allegato)
  • I.C.F.: Sul piano della modulistica e della terminologia prevedere la formazione agli operatori interessati  per  l’adozione, così come indicato dall’OMS, di una nuova classificazione che si basa sulle funzionalità delle persone con disabilità denominata “I.C.F.” , questa formazione dovrebbe coinvolgere tutto il personale  interessato alla definizione della diagnosi funzionale, del profilo dinamico funzionale e del Programma educativo individualizzato.
  • Accordi di Programma;  Incentivare e stimolare la stipula degli accordi di programma per l’integrazione scolastica di alunni con disabilità in tutti i piani di zona.
  • Buone Prassi: Raccolta, analisi, valutazione e disseminazione di buone prassi. 

Proposta di una nuova figura professionale: Mediatore dell’apprendimento e della comunicazione come ulteriore supporto alla classe per favorire l’integrazione scolastica e sociale di ragazzi che possono presentare vari tipi di disagio (disabilità, sociale, linguistico etc.) .

 

Considerata la molteplicità e la vastità degli argomenti, la commissione decise di approfondire e confrontare i temi elencati con i diretti referenti istituzionali, organizzando due incontri di lavoro:

  • 03/05/2006 l’incontro di lavoro della commissione si è tenuto con la referente dell’USR per l’integrazione scolastica e i rispettivi  referenti provinciali dei 5 CSA.
  • 09/05/2006 l’incontro si è tenuto con i referenti dei tre assessorati: Istruzione, Politiche Sociali e Sanità.

 

 

L’attività breve ma intensa della commissione ha evidenziato che l’integrazione scolastica in Campania vive un momento molto difficile; in pochi casi è garantito appieno il diritto allo studio degli alunni con disabilità.

 

Dal lavoro svolto dalla commissione, a cui solo una volta hanno partecipato i rappresentanti designati dall’USR, si individuano alcuni elementi che non facilitano l’integrazione scolastica

degli alunni con disabilità:

 

1.      Non si possiede una completa e precisa conoscenza dei bisogni degli alunni con disabilità. (vedi anagrafe scolastica).

2.      Accordi di Programma per l’integrazione scolastica di alunni con disabilità stipulati con i piani di zona sono praticamente pari a zero, nonostante sia stata prevista anche una premialità economica.

3.      Non esiste una concertazione inter-assesorile in materia di politiche attive a favore delle persone con disabilità.

4.      Mancanza di personale nell’equipe multi-disciplinare  presso i distretti sanitari dell’ASL per la stesura delle diagnosi funzionali; le DF e i PDF dove vengono fatti sono incompleti, spesso ricopiate per anni, questo dato si ripercuote negativamente sull’individuazione di un preciso percorso formativo dei ragazzi.

5.      Un trend negativo relativamente all’aumento delle certificazioni di handicap: a volte vengono diagnosticate condizioni non inerenti la  disabilità (ICDH)  ma esclusivamente di disagio sociale; si cerca di ovviare, in modo distorto, ad una problematica di altro genere che nella scuola cresce anno per anno, che non riguarda solo il disagio sociale. ma anche la presenza di ragazzi immigrati..

6.      Certificazioni adottate con una modulistica inadeguata e non aderente alla realtà dell’alunno con disabilità, questo determina una carenza di informazioni per i docenti preposti a stilare il PEI.

7.      Il PEI spesso non viene formulato con il coinvolgimento dei genitori e, in altri casi, neanche fatto firmare ai genitori.

8.      L’assoluta inadeguatezza da parte degli enti locali per i compiti loro assegnati dalla legge 104/92 e semplicisticamente e riduttivamente confusi nei Piani sociali di Zona.

9.       Non esistono le condizioni anche minime, strutturali e di competenze affinché l’integrazione delle risorse sia una prassi e non un eccezione.

10.  Carenza strutturali e di personale specializzato e riduzione delle ore di sostegno.

11.  Confusione di ruolo da parte degli insegnanti, che scaturiscono dalle difficoltà che devono affrontare non essendo affiancati da figure professionali adeguati quali assistenti sociali, psicologi e/o in classe da mediatori alla comunicazione e all’educazione.

12.  Scarsa cultura istituzionale.

13.  Esiste un scompenso notevole tra bisogni reali e servizi,  non solo nella sanità ma anche nella scuola e nei servizi sociali territoriali.

14.  La preparazione degli insegnanti di sostegno si è rilevata inadeguata anche nel caso in cui gli alunni con disabilità non presentano particolare disturbi di apprendimento.

15.  Sono numerose le scuole in cui i  GLHI e il GLH non si riuniscono così come  previsto dalla normativa e ancora più quelle dove questo è ridotto a formale adempimento amministrativo.

 

Indicazioni propositive:

 

·        Istituire tavoli di lavoro tra gli assessorati Sanità, Istruzione e Formazione Professionale , Università e Ricerca,  Politiche Sociali e Lavoro al fine di programmare e individuare obiettivi a medio e lungo termine, prevedendo momenti di verifiche periodiche e valutare il raggiungimento degli obiettivi preposti.

 

·        Gli Assessorati, pur nel rispetto delle autonomie scolastiche, devono dare direttive  precise per minimizzare le interpretazioni ed applicazioni del diritto allo studio diverse Scuola per Scuola,  ASL per ASL, Ambito per Ambito.

 

·        Stipulare accordi di programma quadro, non formali ma sostanziali,   con specifiche  individuazione delle risorse economiche impegnate.

 

·        Favorire interventi che mirano alla presa in carico globale attraverso il progetto personalizzato (art.14  328/00),  all’interno di percorsi integrati per un miglioramento delle abilità dell’alunno nel progressivo sviluppo di autonomie funzionali.

 

·        Organizzare incontri  pubblici seminariali,  di formazione ed informazione su uso e funzioni degli strumenti di certificazioni e di adozione dei profili formativi.

 

·        Impegno della Commissione per costruire un’Anagrafe Regionale attraverso la raccolta analisi e valutazione di Buone Prassi di integrazione scolastica, continuità di applicazione di progetti metodologicamente riconosciuti validi ed efficaci, sperimentazioni di percorsi innovativi nei metodi e nelle figure professionali. 

 

 

 

Napoli, 29 giu. 06

 

A cura di Vito Bardascino

commissione disabilità e disagio

referente Federhand per la scuola


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