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Dalla convention romana le richieste della Federazione in vista della Finanziaria: ''Nessun taglio alle risorse attualmente disponibili, ma si migliorino i servizi per i non autosufficienti''

dal Redattore Sociale

ROMA - La prossima legge Finanziaria procura qualche sudore freddo alle organizzazioni dei disabili, che da settimane stanno sollecitando il governo a non intaccare le risorse attualmente a disposizione della categoria, soprattutto in vista della costituzione del Fondo per la non autosufficienza. Un timore che è stato al centro della convention di oggi organizzata a Roma dalla Fand, la Federazione tra le Associazioni Nazionali di disabili, che ha avanzato le proprie richieste ai rappresentanti del governo, intervenuti ai lavori del convegno. Al vicepremier Francesco Rutelli e al ministro per la solidarietà sociale Paolo Ferrero, le associazioni hanno chiesto in primis la costituzione di un Tavolo di concertazione che veda le associazioni direttamente coinvolte per avanzare le soluzioni migliori a favore dei disabili.

Obiettivo su cui la Fand richiama l'attenzione del governo, è la necessità di non tagliare, ma aumentare la spesa in campo previdenziale "visto che ci sono persone anziane o tetraplegiche – ha dichiarato il presidente dalla Fand, Pietro Mercandelli- che devono vivere con assegni di invalidità di 250 euro al mese. Chiediamo, dunque, un innalzamento reale e concreto dei servizi resi ai disabili ed anziani nel settore pubblici, a partire dall"assistenza sanitaria per finire con l’assistenza sociale – ha sottolineato Mercandelli - le ipotesi di intervento, invece, vertono su risparmi nella spesa, vendita di immobili, riduzione di uffici e personale. Ci chiediamo se sarà possibile tagliare la spesa nel settore previdenziale senza incidere sulla qualità dei servizi".

In primo piano, dunque, il rispetto dei diritti costituzionalmente sanciti per ogni cittadino: innanzitutto il lavoro "arma potente per una vera integrazione sociale – ha sottolineato il presidente della Fand- l’unica che possa garantire autentica indipendenza e libertà al disabile, che non deve mai essere considerato soggetto improduttivo". E le cifre sull’inserimento mirato delle persone con disabilità lasciano intendere, secondo Marcandelli, come l’Italia sia ancora lontana dal raggiungere un risultato civile: su 500 mila iscritti al collocamento, solo 30 mila, un esiguo 5%, sono inseriti nel mondo del lavoro. Il cammino di un vero Paese civile, ha aggiunto Mercandelli, passa anche e soprattutto attraverso il miglioramento e l’ammodernamento delle rete ospedaliera e dei servizi sanitari, che possano garantire risposte adeguate ai non autosufficienti, e una scuola attrezzata in modo tale da offrire allo studente disabile un percorso di apprendimento soddisfacente. "L’istruzione è la sola chiave dell’uguaglianza.

Occorrono, dunque, adeguate risorse per reclutare insegnanti di sostegno specializzati, ma anche tecnologie e ausili all’avanguardia". Diritti inviolabili, questi secondo le associazioni di settore, che rappresentano l’unica strada possibile per un azzeramento delle disuguaglianze, ferma restando la valutazione delle reali differenze fra le varie disabilità e gli stessi individui.

Rutelli: ''Finanziaria difficile, ma non intaccheremo i diritti dei disabili''

Il Governo risponde alla Fand. Ferrero: 'Subito un Tavolo di concertazione''. Appuntamento per un bilancio sull'operato dell'esecutivo il 3 dicembre, giornata dedicata alle persone disabili

"La Finanziaria quest’anno sarà difficile, inutile nasconderlo. Dobbiamo centrare il traguardo di stare dentro i conti europei, per non vederci esclusi dall’Unione. Ma non dimenticheremo i diritti dei disabili". La promessa è del vicepremier Francesco Rutelli. "Un governo civile deve conoscere e capire i bisogni di tutti i cittadini avendo ben presenti i criteri di accessibilità e fruibilità di ogni servizio garantito".

Il vice presidente del consiglio, elencando le sue priorità di governo in materia di disabilità, ha posto l’accento sul rilancio della prevenzione sugli incidenti nei luoghi di lavoro, causa frequente di invalidità, ma anche su un turismo e un’urbanistica delle nostre città, più accessibili attente ai bisogni di chi ha difficoltà motorie e non solo. A fargli eco il Ministro per la Solidarietà sociale Paolo Ferrero, che, aprendo il suo intervento, ha annunciato un importante calendario per il governo italiano: entro il prossimo ottobre la firma alla Convenzione Onu per i diritti umani dei disabili, e, quanto prima, l’istituzione di un Tavolo permanente di concertazione con le associazioni sulla prossima Finanziaria e di una Commissione sul Fondo per la non autosufficienza, principale preoccupazione per le organizzazioni di settore, che chiedono come il Fondo potrà essere alimentato senza intaccare le risorse attualmente erogate a favore dei disabili.

"Il Tavolo deve mettere insieme un’idea globale, sulla quale ogni ministero deve contribuire con la sua specificità – ha dichiarato il sottosegretario al Lavoro Rosa Rinaldi – questo Tavolo deve rappresentare un lavoro di squadra del governo, con il compito anche di facilitare le procedure di accessibilità dei disabili ad ogni servizio, economico o sociale". Non meno urgente poi, secondo la Rinaldi, la battaglia al lavoro sommerso, scenario nel quale si inseriscono i troppi incidenti invalidanti in Italia. "Abbiamo già messo in campo molte iniziative e modifiche della legge – ha annunciato il sottosegretario – che forniscono strumenti utili al nostro obiettivo". L’appuntamento per un primo bilancio sull’operato del governo è stato fissato il prossimo 3 dicembre, data di celebrazione del Giornata internazionale del disabile.

Un giorno in cui, hanno promesso i rappresentanti dell’esecutivo, il governo dimostrerà il suo reale impegno a favore dei cittadini con disabilità. "Durante tutta la legislatura, sarà fatto un passo in avanti ogni anno a favore dei disabili, su ogni settore della vita sociale".

(Paola Simonetti)


Non autosufficienza, ''servono 4 miliardi per avviare nuove politiche''

L'analisi di Cristiano Gori, autore insieme ad altri esperti di un volume sulle prospettive e le criticità dell'attuale sistema dell'assistenza, voluto dalla Fondazione Smith Kline.

In Italia ci sono ormai quasi tre milioni di persone che non sono autosufficienti. Tra loro la maggioranza è composta da anziani che sono privi di autonomia in almeno una delle funzioni fondamentali. Il fenomeno non è nuovo, ma risulta in crescita, mentre gli esperti prevedono una vera e propria emergenza per i prossimi anni. Per questo è necessario intervenire per tempo, cominciando da un'opera di sensibilizzazione dell'opinione pubblica e soprattutto del mondo politico e dei decisori. In questo contesto è nata l’idea del libro presentato oggi nella sede del Ministero della salute, "La riforma dell’assistenza ai non autosufficienti, ipotesi e proposte", edito da il Mulino per conto della Fondazione Smith Kline. Un volume a cui hanno contribuito molti ricercatori e che è stato curato da un esperto della materia, Cristiano Gori. "Non c’è ormai più tempo da perdere - ci dice Gori – bisogna partire da subito per avviare una nuova politica che dia risposte concrete al problema". E’ noto infatti che in questo campo le politiche attivate offrono risultati solo dopo qualche anno. Si è calcolato che per percepire gli effetti pratici di una politica bisogna attendere almeno tre anni. Per questo, secondo Cristiano Gori, è necessario avviare da subito le nuove politiche sulla non autosufficienza che si devono basare anche su un nuovo impianto progettuale. Ma quanti soldi servirebbero per avviare queste nuove politiche? "In realtà servono circa 4 miliardi di euro – risponde Gori - ma capiamo che in una situazione di conti pubblici come quella attuale risulta per ora una cifra troppo pesante. Io credo però che per ora si potrebbero stanziare circa 2 miliardi. Sarebbe già un buon modo per poter partire sul serio". Le cose da fare, con le poche risorse a disposizione, sono ovviamente tante. Il curatore del volume ci indica però tre filoni su cui sarebbe necessario intervenire con una certa priorità. Prima di tutto bisogna lavorare sul miglioramento dei servizi per tutte le persone non autosufficienti, poi si tratta di definire un percorso unitario di assistenza e infine riformare l’indennità da non autosufficienza, che dovrà essere aumentata soprattutto per le persone più bisognose. Al volume sulla non autosufficienza hanno lavorato in molti, oltre Gori. Da Paolo Bosi a Costanzo Ranci, da Vittorio Mapelli a Luca Beltramelli, da Vincenzo Rebba a Marco Trabucchi. "La disabilità – ha detto il professor Gian Franco Gensini, presidente della Fondazione Smith Kline e preside della Facoltà di Medicina di Firenze – è uno dei problemi più delicati, importanti e decisivi non solo per la sanità, ma per tutta la società italiana dei prossimi anni".


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