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Approvata la legge sull´assistenza

Le principali novità della riforma a misura di cittadino



Ecco il nuovo welfare dell´Emilia-Romagna



Estensione dell’assegno di cura per le famiglie, un fondo sociale per la non autosufficienza, sperimentazione del reddito minimo di inserimento, prestito sull’onore, trasformazione delle Ipab in aziende o fondazioni, nuovo ruolo del volontariato, promozione della cittadinanza sociale, istituzione di uno sportello per accedere all’intero sistema sociale, mediazione culturale come contrasto al disagio e prevenzione dell’esclusione.

 

Il Consiglio regionale ha approvato la legge sull´assistenza,“Norme per la promozione della cittadinanza sociale e per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”.

La legge quadro riforma decisamente lo stato sociale regionale e locale, ne ridisegna le responsabilità e crea un sistema integrato, da cui emergono nuovi ruoli e strumenti innovativi di risposta ai nuovi bisogni.

 

Il testo, diretta evoluzione dalla legge nazionale n. 328 del 2000, è la prima riforma dell’assistenza di una regione italiana in cui siano assunte e declinate le competenze delle nuove regioni dopo la riforma del Titolo V della Costituzione.

Una riforma “federalista” dunque, il cui obiettivo è organizzare un sistema di servizi in grado di accompagnare le persone lungo tutto l’arco della vita, quindi non solo nelle situazioni di difficoltà conclamata, ma anche in quei momenti “fisiologici” che tuttavia possono richiedere sostegno e aiuto, così come nelle situazioni di “normalità”.

 

Le novità della legge

 

Alla base della legge si trova il fondamentale principio dell'universalismo: ciò significa che il sistema pubblico garantisce a tutti i cittadini risposte ai bisogni senza interventi privatistici di tipo assicurativo. Un diritto di assistenza per tutti, garantita dal Comune di residenza ed estensibile a persone occasionalmente presenti o temporaneamente dimoranti sul territorio regionale.

 

La legge regionale, a 18 anni dalla precedente normativa sui servizi sociali, consente la realizzazione di un moderno sistema integrato di interventi che devono rispondere ai vari bisogni. Non dunque servizi scollegati, ma un sistema che si compone di un insieme di servizi e interventi progettati e realizzati in maniera integrata e coordinata.

 

Si individuano dei precisi livelli di responsabilità. I Comuni hanno funzioni di programmazione, coinvolgendo tutti i soggetti che erogano i servizi, sia pubblici che privati, soprattutto quelli del terzo settore. Le Province svolgono un ruolo di raccordo tra la programmazione regionale e la pianificazione locale. La regione ha compiti di programmazione, coordinamento e indirizzo.

 

Sia il pubblico che il privato potranno erogare i servizi, ma chi lo fa dovrà essere accreditato e quindi garantire gli stessi standard di qualità cui attenersi. Tali standard verranno definiti dalla Regione, che con il Piano regionale degli interventi e dei servizi sociali, stabilirà le caratteristiche e il fabbisogno da garantire dei servizi e degli interventi che costituiscono livelli essenziali delle prestazioni sociali. I livelli essenziali rappresenteranno altrettanti diritti dei cittadini. L'accreditamento è la condizione per instaurare rapporti economici con i soggetti pubblici.

Universalismo: assistenza pubblica per tutti

Alla base della legge il fondamentale principio dell’universalismo: ciò significa che il sistema pubblico garantisce a tutti i cittadini risposte ai bisogni senza interventi privatistici di tipo assicurativo. Un diritto di assistenza per tutti, garantita dal Comune di residenza ed estensibile a persone occasionalmente presenti o temporaneamente dimoranti sul territorio regionale.

Non servizi scollegati ma un sistema integrato

La legge regionale, a 18 anni dalla precedente normativa sui servizi sociali, consente la realizzazione di un moderno sistema integrato di interventi che devono rispondere ai vari bisogni. Non dunque servizi scollegati, ma un sistema che si compone di un insieme di servizi e interventi progettati e realizzati in maniera integrata e coordinata.

Ruolo e responsabilità dei soggetti coinvolti

Si individuano dei precisi livelli di responsabilità. I Comuni hanno funzioni di programmazione, coinvolgendo tutti i soggetti che erogano i servizi, sia pubblici che privati, soprattutto quelli del terzo settore. Le Province svolgono un ruolo di raccordo tra la programmazione regionale e la pianificazione locale. La regione ha compiti di programmazione, coordinamento e indirizzo.

Accreditamento e standard di qualità

Sia il pubblico che il privato potranno erogare i servizi, ma chi lo fa dovrà essere accreditato e quindi garantire gli stessi standard di qualità cui attenersi. Tali standard verranno definiti dalla Regione, che con il Piano regionale degli interventi e dei servizi sociali, stabilirà le caratteristiche ed il fabbisogno da garantire dei servizi e degli interventi che costituiscono livelli essenziali delle prestazioni sociali. I livelli essenziali rappresenteranno altrettanti diritti dei cittadini. L’accreditamento è la condizione per instaurare rapporti economici con i soggetti pubblici.

Un’unica porta di accesso al sistema

Nasce lo sportello sociale: un’unica porta, una sola sede in cui poter avere una risposta alle proprie esigenze. Lo sportello svolgerà funzioni di ascolto, informazione e orientamento, attivando poi i competenti servizi per la presa in carico o l’avvio di programmi assistenziali individualizzati

Un fondo per la non autosufficienza

Viene introdotto un fondo sociale per la non autosufficienza, che sarà avviato con risorse pubbliche. Il Fondo finanzia le prestazioni ed i servizi socio-assistenziali e socio-sanitari rivolti a persone non auto sufficienti e per i quali è prevista la compartecipazione alla spesa da parte degli utenti.

Estensione dell’assegno di cura e sostegno a chi assiste

Ampliamento della platea dei destinatari dell’assegno di cura, finora previsto solo per gli anziani non autosufficienti, anche a disabili ed altre persone in condizione di non autosufficienza affette da gravi patologie in fase terminale o irreversibile. Sostegno alle famiglie (con interventi economici, di consulenza o di “sollievo”) impegnate nell’assistenza.

La mediazione culturale e sociale

Interventi di promozione sociale, come la mediazione culturale per favorire l’inserimento degli immigrati, contrastare il disagio e prevenire le cause di esclusione sociale. E poi ancora interventi che riguardano la prevenzione della salute e che consentono di armonizzare i tempi di lavoro con quelli della cura. Sostegno e promozione alle famiglie valorizzando le risorse di solidarietà e favorendo l’associazionismo familiare.

Reddito minimo di inserimento per i poveri

Sperimentazione del reddito minimo di inserimento. Si tratta della concessione di un sussidio economico a persone che siano in situazione di povertà, accompagnato ad un progetto di fuoriuscita dalla condizione di necessità (aiuto per l’inserimento lavorativo, formazione professionale, ricerca di un alloggio. Introdotto anche il prestito sull’onore, per sostenere le responsabilità individuali e familiari.

Trasformazione delle Ipab

Riordino delle Ipab, antichi enti finora regolati da una legislazione ottocentesca: trasformazione in aziende pubbliche di servizio alla persona. Saranno inserite nel sistema, dovranno adeguarsi agli standard predefiniti e dare garanzia che i propri patrimoni siano gestiti al meglio. Saranno dotate di autonomia statutaria, gestionale, patrimoniale e finanziaria.

- Testo della deliberazione legislativa "Norme per la promozione della cittadinanza sociale e per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali" (Approvata nella seduta pomeridiana del 6 marzo 2003)

Schede:
-
La spesa per settore di intervento, anno 2002 (.pdf, 152)


- Tutti i numeri delle Ipab


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