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Nuovo progetto dell'Emilia Romagna per aiutare le persone svantaggiate in cerca di un lavoro

BOLOGNA – Due milioni e mezzo di euro, in due anni, per sostenere le persone svantaggiate nella ricerca di un lavoro. E’ un nuovo progetto della Regione Emilia Romagna, portato avanti grazie ai finanziamenti del Fondo sociale europeo. L’iniziativa prevede la creazione di un Consorzio – "Noi con" - che si occuperà di gestire i fondi e che avrà il compito di mettere in pratica i diversi interventi.

L’obiettivo è quello di inserire o reinserire nel mercato del lavoro chi si trova in difficoltà: non solo disabili, ex detenuti, immigrati, nomadi, ex tossicodipendenti, sieropositivi, ma anche persone vittime delle nuove povertà, comprese le donne che intendono sfuggire alla prostituzione. "E’ su queste categorie – ha dichiarato l’assessore regionale al lavoro e formazione professionale, Mariangela Bastico – che è necessario intervenire con azioni formative di orientamento, formazione e accompagnamento, sia preventive che di recupero". "Si tratta – ha aggiunto l’assessore – di rendere raggiungibile, in modo diffuso, il sostegno a entrare o rientrare nel mondo del lavoro, quale percorso di uscita dalla povertà e dall’emarginazione, per una piena riacquisizione di un ruolo sociale".

Tra gli interventi previsti ci sono la realizzazione di un percorso che porti alla creazione di micro-imprese sociali, capaci di dare ai soggetti svantaggiati servizi di orientamento, informazione e formazione. Non solo: il progetto si propone anche di migliorare i servizi offerti dalle imprese sociali già esistenti, attraverso finanziamenti per innovazioni organizzative o per riqualificare le competenze degli operatori. Verranno infine finanziati interventi per migliorare l’accesso alle strutture e ai percorsi proposti dal Consorzio: servizi di trasporto speciale, opere di abbattimento delle barriere architettoniche, sussidi, acquisto di strumenti di lavoro (per esempio computer).

Il Consorzio "Noi con ", ancora in fase di costituzione, sarà formato dalla Fondazione Alma Mater di Bologna, dalla Fondazione Cassa di Risparmio, dalla Cooperativa sociale Oltremare e dalla Fondazione Centro studi assicurativi e ricerche (Cesar). "La sovvenzione globale – ha concluso Mariangela Bastico – è uno strumento che permette di sperimentare forme di gestione molto flessibili delle risorse, per la realizzazione di piccoli interventi diffusi sul territorio: non più, quindi, una gestione diretta regionale, ma una delega a soggetti privati, con obiettivi, modalità e forme di verifica definite dal pubblico.

Un’esperienza del tutto innovativa a livello europeo, che concretizza in forma sperimentale il principio di sussidiarietà, dando ruolo primario al privato sociale". (en)


 

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Disabili e lavoro. Il collocamento obbligatorio

La domanda di lavoro di persone disabili negli ultimi anni è andata progressivamente crescendo. Al 30 giugno 1998 risultavano iscritti alle liste speciali del collocamento obbligatorio 264.073 disoccupati disabili, con più o meno grave disabilità fisica, mentale o sensoriale. A fronte di questi si contavano 191.953 occupati nelle aziende pubbliche e private con almeno 35 addetti. Pur stimando in 15 mila i lavoratori disabili occupati in circa 3.000 cooperative sociali, e quelli impegnati nelle libere professioni e nel lavoro autonomo, il tasso di disoccupazione si colloca intorno al 55 per cento, e raggiunge il 70 per cento in alcune regioni meridionali, come Calabria, Sicilia e Sardegna. E ciò fa rilevare un ritardo del sistema di collocamento e delle imprese a recepire i cambiamenti e la domanda di lavoro dei disabili. Il numero degli occupati ha altresì registrato un sensibile calo negli anni più recenti a seguito della più generale crisi occupazionale, di una legislazione inadeguata, burocratica, assistenzialistica e delle indubbie resistenze del mondo imprenditoriale, che non ha saputo cogliere le opportunità offerte dalla crescente domanda di occupazione dei disabili, molto motivati al lavoro ed in gran parte diplomati, laureati e comunque professionalizzati grazie alla integrazione scolastica ed ai positivi risultati della formazione professionale. Si è evidenziata altresì una difficoltà del sistema produttivo di avvalersi delle inedite opportunità offerte dallo sviluppo delle nuove tecnologie. Nel pubblico impiego, infine, ha dilagato per anni la piaga dei falsi invalidi, assunti per chiamata nominativa diretta, grazie ad una normativa compiacente che favoriva pratiche clientelari, abrogata solo nel 1993 dall’art.42 del decreto legislativo n.29.


Fonte: Piano d'azione del Governo per le politiche dell'handicap 2000 - 2003.

 

Norme per il diritto al lavoro dei disabili - Legge sul lavoro per i disabili

La legge n.68 ha come finalità la promozione dell’inserimento e dell’integrazione lavorativa delle persone disabili nel mondo del lavoro, attraverso servizi di sostegno e di collocamento mirato.


Essa si applica alle persone in età lavorativa affette da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali e ai portatori di handicap intellettivo, che comportino una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45%, accertata da competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile. La legge si applica anche alle persone invalide del lavoro con un grado di invalidità superiore al 33%, accertata dall’Inail, nonché alle persone non vedenti o sordomute e agli invalidi di guerra, invalidi civili di guerra e invalidi per servizio.


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