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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Finanziamenti per l’Integrazione scolastica per il  2006

Il Ministero della Pubblica Istruzione, con nota protocollo n 6258/A4 del 8 Novembre 2006 , ha assegnato agli uffici scolastici regionali oltre  milioni di euro per progetti di integrazione scolastica formulati dalle singole scuole ed oltre mezzo milione di euro per progetti di formazione degli insegnanti specializzati per il sostegno, aperti però anche a insegnati non specializzati ed hai docenti curricolari. Trattasi del fondo di cui alla legge 440 del 97 in cui sono confluiti i fondi della legge  69 del 2000. Quanto ai criteri di ripartizione alle singole scuole preferibilmente in rete , la circolare precisa quanto segue: “ per i progetti di integrazione scolastica lettera A ; per i progetti di formazione del personale docente lettera B”. E’ interessante notare che la circolare è preceduta da un’ampia premessa sui valori dell’integrazione scolastica che sembra opportuno riportare:

A: azioni di compensazione per situazioni di particolare complessità e di  consulenza e sviluppo (o prosecuzione) di progetti in rete tra scuole o di  centri territoriali misti (scuola, ente locale, associazioni);  . progetti di percorsi integrati scuola-lavoro per l'inserimento del 'disabile nel mondo lavorativo; . azioni per migliorare l'integrazione scolastica, anche mediante accordi di programma.

B: migliorare l'approccio metodologico-didattico nei confronti degli alunni disabili;  . acquisire tecniche specifiche per trattare adeguatamente le molteplici  specificità che si riscontrano all'interno delle tipologie di disabilità.

Nel 2007 ricorre il trentesimo dell'approvazione della legge n. 517/1977 che  ha segnato una svolta importante nella cultura pedagogica del nostro Paese,  anche con riguardo alle politiche di integrazione scolastica dei disabili.
 Grazie a questa legge, infatti, la scuola è passata da un approccio assistenzialistico nei confronti degli alunni in situazione di handicap ad un approccio di sistema. Questo ha connotato la scuola come comunità educativa accogliente e, al  tempo stesso, come comunità professionale competente, capace di ristrutturarsi per consentire anche agli alunni disabili, e a tutti quelli  che oggi definiamo portatori di bisogni educativi speciali, di condividere  la loro esperienza di apprendimento in situazione non emarginante.
 L'integrazione scolastica ha costituito, tra l'altro, un rilevante fattore  di rinnovamento didattico ed organizzativo delle istituzioni scolastiche ed  un arricchimento per tutta la comunità scolastica.
 E' andata maturando, infatti, nella società civile, ma soprattutto dentro la  scuola, la cultura dell'accoglienza, dell'accettazione del diverso, del  diritto di tutti alla piena realizzazione della persona attraverso  l'istruzione, della diversità come risorsa e, in particolare, della scuola  dell'inclusione.
 In questo clima culturale viene approvata, nel febbraio 1992, la  legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle  persone handicappate che, con l'art. 12, comma 3, sancisce il diritto  soggettivo alla piena integrazione scolastica della persona disabile, attraverso lo sviluppo delle sue potenzialità nell'apprendimento, nella  comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione.
 L'attuale quadro normativo, che rappresenta il punto di approdo di un lungo  percorso sviluppatosi a partire dalla legge n. 517/1977 e che costituisce un  riferimento molto importante, in tema di integrazione, pone all'avanguardia  in Europa il nostro Paese, che ha fatto dell'integrazione un principio di  civiltà.

 Autonomia scolastica e logica di 'rete'
 Il progetto globale di integrazione è realizzato dalla comunità scolastica,  che ne dà formulazione nel Piano dell'offerta formativa (Pof), strutturato  in modo da rispondere, anche, alle particolari, concrete e specifiche  esigenze dei disabili.
 Tuttavia, la molteplicità delle istituzioni e dei soggetti coinvolti nel  complesso processo di integrazione scolastica (scuola, Asl, servizi sociali,  enti locali, famiglia), la non compiuta attuazione dell'autonomia  scolastica, intesa quale risorsa da utilizzare, il persistere di comportamenti non sempre sinergici da parte dei soggetti istituzionali,  talvolta non favoriscono l'attuazione delle condizioni previste dalla legislazione o consolidate nella prassi, volte al pieno esercizio dei diritti delle persone disabili.
 E' necessario, dunque, affrontare la tematica dell'integrazione avvalendosi  degli ampi spazi offerti dall'autonomia scolastica e rafforzando la logica  di rete inter ed intra istituzionale.
 Pur in un rapporto di interdipendenza positiva con gli altri soggetti del  territorio, l'istituzione scolastica riveste, comunque, un ruolo centrale  nel processo d'integrazione dei soggetti disabili e l'autonomia progettuale,  didattica, organizzativa, di cui la stessa dispone, rappresenta una grande  risorsa da utilizzare al meglio, in una dimensione partecipativa che esalta  le modalità previste dalla normativa vigente.
 A dare forza ed impulso alle opportunità organizzative e decisionali derivanti dall'autonomia, sono i docenti e tutto il personale scolastico adeguatamente formato, vera e fondamentale risorsa nel processo di innovazione che si intende sostenere e favorire. La formazione rappresenta, infatti, una delle principali leve strategiche per promuovere l'innovazione e, per questa ragione, costituisce una delle priorità che l'Amministrazione intende promuovere in favore delle istituzioni scolastiche autonome.

Sarà opportuno che le famiglie e le associazioni si facciano parte diligente affinché le scuole predispongano e presentino al piu’ presto i progetti.

4 Gennaio 2007

Salvatore Nocera


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