G.L.H. d'Istituto

di Rolando Alberto Borzetti

Il Gruppo di lavoro presso le istituzioni scolastiche (la cui costituzione è compresa tra gli obblighi che riguardano direttamente il Capo d'istituto) che presiede alla programmazione generale dell'integrazione scolastica nella scuola e ha il compito di «collaborare alle iniziative educative e di integrazione previste dal piano educativo individualizzato» (Legge n. 104/1992, art. 15, comma 2) dei singoli alunni. Dal non confondere con quelli operativi, sempre di circolo e di Istituto.

Circa questi gruppi, mi permetto di elencare alcune leggi che ne sanciscono la costituzione:

la legge 104 del 5 febbraio 1992, il successivo Decreto ministeriale 26 giugno 1992, dalla C.M. 258/83 ed infine dalla C.M. 262 del 22 settembre 1988. Lo scopo primario di questi gruppi, che nascono dall'intesa fra i rappresentanti dell'Amministrazione scolastica degli Enti locali e del Servizio Sanitario Nazionale dovrebbe mirare alla finalità di perseguire unitariamente in favore di tutti gli alunni e, in particolare, di quelli portatori di handicap, l'attuazione dei precoci interventi atti a prevenire il disadattamento e l'emarginazione; e la piena realizzazione del diritto allo studio.

Ma in particolare per quanto attiene il compito più specifico : l'integrazione scolastica nella scuola, interviene per:

a) analizzare la situazione complessiva nell'ambito dei plessi di competenza (numero degli alunni in situazione di handicap, tipologia degli handicap, classi coinvolte);

b) analizzare le risorse dell'Istituto scolastico, sia umane che materiali;

c) predisporre una proposta di calendario per gli incontri dei Gruppi << tecnici>>;

d) verificare periodicamente gli interventi a livello di istituto;

e) formulare proposte per la formazione e l'aggiornamento, anche nell'ottica di prevedere corsi di aggiornamento <<comuni>> per il personale delle scuole, delle ASL e degli Enti Locali, impegnati in piani educativi e di recupero individualizzati. In definitiva, competenze di tipo organizzativo, progettuale e valutativo e consultivo.

Schematicamente, l'azione del Gruppo di studio e di lavoro a livello di scuola può essere riassunta in competenze di tipo organizzativo, progettuale e valutativo, e consultivo.

E' evidente la necessità della presenza degli Enti locali nei GLH d'Istituto, è chiaramente specificata dalle leggi , ma in particolare proprio perché sono loro individuati come "servizio alla persona e alla comunità" - anche più chiaramente dalla legge 328/00 - che devono operare per rimuovere e superare le situazioni di bisogno e di difficoltà della persona umana; in questo caso mettere a disposizione delle scuole, quel personale " specializzato" e "qualificato", ma non solo.

Ma vediamo le Competenze di tipo organizzativo, progettuale e valutativo, consultivo.

L'elenco è da considerarsi indicativo, non esaustivo.

Competenze di tipo organizzativo (1)

* Gestione delle risorse personali (assegnazione delle ore di attività di sostegno ai singoli alunni; utilizzo delle compresenze fra docenti; pianificazione dei rapporti con gli operatori extrascolastici; reperimento di specialisti e consulenze esterne; ecc.).

* Definizione delle modalità di passaggio e di accoglienza dei minori in situazione di handicap; gestione e reperimento delle risorse materiali (sussidi, ausili tecnologici, biblioteche specializzate e/o centri didocumentazione, ecc.).

* Censimento delle risorse informali (volontari, famiglie, alunni, competenze non ufficialmente riconosciute, ecc.).

Competenze di tipo progettuale e valutativo

* Formulazione di progetti per la continuità fra ordini di scuola.

* Progetti specifici per l'handicap, in relazione alle tipologie.

* Progetti relativi all'organico (ad esempio, per la riduzione delle classi

che ospitano alunni disabili).

* Progetti per l'aggiornamento del personale, anche in una prospettiva interistituzionale.

Competenze di tipo consultivo (2)

* Assunzione di iniziative di collaborazione e tutoring fra docenti (in presenza di specifiche minorazioni); di confronto interistituzionale nel corso dell'anno; di documentazione e costituzione di banche dati.

Si tratta di una operatività intesa a impegnare preventivamente la disponibilità della scuola, predisponendo in anticipo gli interventi che promuovano l'integrazione, concepita quale fenomeno complesso, richiedente competenze plurime e una cultura condivisa.

«Una società può progredire in complessità solo se progredisce in solidarietà. La complessità crescente comporta un aumento delle libertà, delle possibilità di iniziativa, nonché nuove possibilità di disordine, tanto feconde quanto distruttive. La sola soluzione integratrice è lo sviluppo di una solidarietà effettiva, non imposta, ma interiormente sentita e vissuta come fraternità» (Morin, 1993,p, 74).

Tale sollecitazione è particolarmente valida per il microcosmo-scuola, proprio nel momento in cui ci si avvia verso la prospettiva della piena autonomia organizzativa e didattica.

Ai punti 1 e 2 contributo di Mario Tortello