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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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I dati ''sballati'' della cocaina: 400 tonnellate sfuggono ai dati ufficiali

(Redattore Sociale)

Comparando i dati delle Nazioni Unite e degli Usa sulla produzione, i sequestri e il consumo della cocaina, Libera ne ha rivelato le contraddizioni. Don Ciotti: ''Un buco nero impressionante su cui le istituzioni devono rispondere''

Un buco nero da 400 tonnellate. Tanto è l’ammontare della cocaina prodotta e consumata nel mondo che resta fuori dai calcoli ufficiali. Una cifra che apre non pochi interrogativi sulla raccolta e la definizione delle stime da parte delle istituzioni nazioni e sovranazionali. A fornirla è  “Libera-Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” che a Roma ha presentato la propria lettura dei dati contenuti nei rapporti annuali delle Nazioni Unite e della statunitense Dea (Drug Enforcement Administration), mettendone in luce in luce le clamorose discrasie. Il dossier, intitolato “Coca Nera, I numeri sballati dei traffici della cocaina” e curato da Sandro Donati, si basa sulla comparazione tra le varie voci della produzione, del consumo e del sequestro di cocaina nel mondo dal 1999 al 2004. Già i dati forniti dalle varie agenzie sul totale della produzione mondiale lasciano ampi spazi di non chiarezza. Secondo l’Onu al 2004 la produzione mondiale ammontava a 937 tonnellate, secondo la Dea statunitense era di 640 tonnellate e secondo l’Ufficio competente dell’Unione europea era di 687.

 

Ma le contraddizioni maggiori emergono dall’analisi verticale delle varie voci che compongono il “bilancio annuale” del mercato della cocaina. Secondo i dati Onu, a fronte di una produzione rimasta stabile tra il 1999 e il 2004, i sequestri sono cresciuti in modo esponenziale passando dalle 370 tonnellate del 1999 alle 590 del 2004 (490 solo nelle Americhe secondo i dati della Dea statunitense). “Oltre alla inverosimiglianza del dato in sé – ha sottolineato Donati – non si comprende perché la criminalità continuerebbe a investire in questa attività pur avendo la certezza di venire praticamente annientata”. Secondo Donati anche l’obiezione che potrebbe essere sollevata sul fatto che la cocaina sequestrata non sia necessariamente pura, cade se si pensa che il 90 per cento dei sequestri avviene in Sud America, soprattutto nella zona andina, e nelle altre zone di produzione dove il grado di purezza è molto elevato se non assoluto. E comunque anche eliminando le quantità sequestrate nel resto del mondo – che generalmente hanno una purezza sensibilmente inferiore al 100 per cento – rimangono comunque 550-560 tonnellate di cocaina sequestrata, pari ai 2/3 del totale prodotto stimato dall’Onu.

 

E i sequestri sono solo la prima delle voci passive del “bilancio”. Al totale della produzione annuale, va infatti sottratta anche la voce riguardante i consumi. Ed è qui che i conti non tornano più. Per dimostrarlo Donati si è limitato a sottrarre alle 937 tonnellate prodotte calcolate dall’Onu l’ammontare totale dei sequestri nelle sole Americhe (490 tonnellate) e quello dei consumi nello stesso continente (450 tonnellate). Ne risulta un “passivo” di tre tonnellate. Cifra che aumenta se, ai dati riguardanti le sole Americhe, si aggiungono quelli del “resto del mondo”: sottraendo le 99 tonnellate di cocaina sequestrata e le almeno 300 che si stima siano consumate si arriva al saldo negativo di 400 tonnellate di cocaina “mancante”. Se si ripete l’operazione di raffronto usando solo i dati forniti dalla Us Dea, arriva a 700 tonnellate. A confermare quanto i dati siano inverosimili “c’è – ha sottolineato Donati – l’andamento dei prezzi della cocaina passati da 70-80 dollari al grammo a 30-40”. Cifre che non trovano spiegazione nella “penuria” di materia prima che emerge dai dati ufficiali. “Anche perché – ha aggiunto il curatore del dossier – contemporaneamente si parla della creazione di centri di stoccaggio, ad esempio in Albania”. Secondo Donati i dati “sono un’offesa all’intelligenza ma anche all’informazione” perché si tratta di “grossolane contraddizioni, errori macroscopici che rivelano la facilità con cui possiamo essere manipolati”.

 

E sull’inverosimiglianza dei dati non ha usato mezzi termini il presidente di Libera, Don Luigi Ciotti. “E’ un buco nero impressionante che pone molte domande. Perché tutto questo? Non possiamo ignorare che qualcuno non se ne sia accorto” ma “i dati sono voluti, non ci possono essere ingenuità e errori da parte delle istituzioni che forniscono questi dati”. Parole che fanno pensare ad errori intenzionali, utili a coprire “i giochi e le coperture che stanno dietro a quelle 700 tonnellate”. Ed è alle istituzioni che Libera chiede di dare risposte. “E’ un buco nero connesso al traffico di armi, al finanziamento di guerre? Noi chiediamo la verità alle istituzioni – ha aggiunto don Ciotti – Noi abbiamo le nostre idee, le nostre supposizioni ma sono le istituzioni che devono dare risposte. Ci sono giochi, interessi, coperture in tutto questo e servono risposte non furbesche ma reali”. (mp)


 


 

COCA NERA

I numeri “sballati” dei traffici mondiali di cocaina

 

Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie – ha ritenuto doveroso rendere pubblica la propria lettura dei dati ufficiali sulla produzione e i sequestri mondiali di cocaina, così come sono stati forniti dalle Istituzioni internazionali interessate: le Nazioni Unite (Office on Drugs and Crime)  e la US DEA.

 

Per la descrizione della situazione internazionale fanno testo i dati delle Nazioni Unite che, oltre ad una produzione mondiale annua, costante dal 1999 ad oggi, di circa 900 tonnellate, indicano una quantità fortemente crescente di cocaina sequestrata: da 370 tonnellate nel 1999, i sequestri sono arrivati a 590 tonnellate nel 2004. I dati dei sequestri vanno, evidentemente, commisurati al grado di purezza della sostanza intercettata. Mentre non ci sono dubbi sulla purezza assoluta o molto elevata delle rilevanti quantità di cocaina sequestrate nelle zone prossime ai luoghi di produzione, l’interpretazione dei dati dei piccoli sequestri - che generalmente riguardano sostanza con un grado di purezza sensibilmente inferiore al 100% - richiede cautela per evitare di sovra stimare la cocaina realmente sottratta al mercato nero.

 

Ma la percentuale di sostanza intercettata nei piccoli sequestri è così bassa da incidere molto poco – al massimo per 30-40 tonnellate - sul totale dei sequestri mondiali.

 

Anche così correggendo i dati, resta comunque un totale di 550-560 tonnellate di cocaina sequestrata che è quasi pari  ai 2/3 della cocaina prodotta! Il dato – che già da solo raffigura la fattispecie inverosimile di una criminalità che continuerebbe ad operare nonostante la quasi certezza di essere messa sotto scacco ed annientata - perde ogni residua credibilità allorché, dalla produzione mondiale complessiva, si sottraggono le quantità di cocaina consumate o sequestrate  nelle diverse aree del mondo.

  

Sottraendo, infatti, dalle 937 tonnellate di produzione indicata dalle Nazioni Unite per il 2004, le circa 450 consumate complessivamente negli Stati Uniti, nel Canada, nel Messico e nell’intero Sud America e le circa 490 tonnellate sequestrate in tutte le Americhe, si giungerebbe ad un saldo negativo di 3 tonnellate. A questo punto, non si saprebbe più da che cosa sottrarre le circa 99 tonnellate di cocaina sequestrate nel “resto del mondo”. Facendolo, si giungerebbe al paradossale saldo negativo di 102 tonnellate di cocaina “mancante”, non avendo ancora fatto fronte alla richiesta di cocaina nel “resto del mondo”, stimata in almeno 300 tonnellate!


 

Da questi semplici raffronti, tutti basati sui dati ufficiali delle Nazioni Unite per quanto riguarda la produzione stimata e i sequestri dichiarati dai diversi Paesi, sui dati ufficiali della US Dea per quanto si riferisce ai consumi stimati nelle Americhe e ai dati indicati da più fonti scientifiche per quanto concerne i consumi stimati nel “resto del mondo”, si giunge a poter calcolare una sorta di buco nero pari a circa 400 tonnellate di cocaina “mancante”. Questo buco nero assume proporzioni ancora più macroscopiche - circa 700 tonnellate - se calcolato sulla base dei dati della US DEA.


 

Una conferma indiretta del fatto che un’enorme quantità di cocaina prodotta ed immessa nel mercato “sfugge” dai dati pubblicati dalle Nazioni Unite e, ancora più, dai dati della US Dea, è la tendenza a scendere - in atto da diversi anni - del prezzo della sostanza: infatti, vale sempre la legge di mercato (anche se illegale) per cui  l’abbassamento sistematico e protratto del prezzo non può essere altro se non la conseguenza dell’aumento dell’offerta.

Libera ha ritenuto opportuna questa denuncia pubblica poiché riguarda la sostanza i cui traffici illeciti procurano alle organizzazioni mafiose e criminali i più ingenti proventi, da reinvestire nelle attività legali, contaminandole.

 

La grave lacunosità e la macroscopica contraddizione dei dati generano disorientamento e comunque non aiutano né gli inquirenti impegnati nel contrasto ai traffici, né gli operatori impegnati nella prevenzione e nell’assistenza alla persona. Però Libera conosce anche i limiti del proprio ruolo e si astiene dal formulare supposizioni sul come o sul perché si sia giunti negli anni a dati così inverosimili. Questo dovrà essere il compito delle pubbliche Istituzioni internazionali interessate che, lo auspichiamo, sapranno attivarsi per una profonda correzione di rotta, sulla via della chiarezza.     

 

 

I PASSAGGI CHIAVE DEL TRAFFICO MONDIALE

1999

2000

2001

2002

2003

2004

Produzione mondiale

925

879

827

800

784

937

Sequestri nelle Americhe

300

292

285

311

392

490

Consumi stimati nelle Americhe

450

450

450

450

450

450

Sequestri nel “resto del mondo”

68

50

88

60

107

99

“Disponibilità” per i consumi nel “resto del mondo”

107

87

4

-21

-165

-102

Consumi nel “resto del mondo”

300

300

300

300

300

300

Cocaina “mancante”

-193

-213

-296

-321

-465

-402

 

Tenendo conto del progressivo taglio della sostanza nei diversi passaggi e man mano che essa si allontana dai luoghi di produzione, la cocaina pura realmente intercettata nei piccoli sequestri è poco più della metà. Al totale della cocaina “mancante” va, dunque, sottratta una quota parte stimabile in 40-50 tonnellate.

 

 Tutti i dati del dossier

 

 

Le fonti dei dati:

 

-          World Drug Report 2006 delle Nazioni Unite;

 

-          Relazione annuale 2006 dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze;

 

-          US DEA National Drug Threat Assessment 2006;

 

-          Department of Defense, United States of America;

 

-          “Estimation of cocaine availability” - Executive office of the President of the United States;

 

-          “Cocaine movement” -  Executive office of the President of the United States;


 

Responsabile: don Luigi Ciotti

Addetto alla comunicazione: Davide Pati

Indirizzo: via Quattro Novembre, 98 - 00187 - Roma
Telefono:06 69770301/2/3/
Fax:06 6783559

Indirizzo web:  http://www.libera.it
http://www.oliolibera.it

E-mail: libera@libera.it

Libera è un'associazione di associazioni che raccoglie 700 gruppi nazionali e locali ed ha riferimenti in tutte le regioni d'Italia.

Elemento unificante per le diverse associazioni è la consapevolezza che per sconfiggere le mafie l'azione repressiva delle forze di Stato è necessaria ma non è sufficiente. All'associazione possono aderire, come sostenitori, anche i singoli. Per Libera fondamentale, ai fini della sconfitta delle mafie, è la prevenzione. Prevenzione nelle scuole, nei quartieri, nella creazione di prospettive di lavoro per i giovani.

Tra gli obiettivi che Libera si pone: promuovere l'internazionalizzazione dell'associazione, continuare l'azione di formazione nelle scuole e sul territorio, sollecitare le istituzioni a rendere effettivamente operativa la legge sulla confisca dei beni della mafia, promuovere una iniziativa al Senato per l'approvazione definitiva della legge antiracket. Libera fa parte della Conferenza nazionale volontariato giustizia.


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