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L'incerto futuro delle Politiche Sociali in Italia

 

WELFARE - Fondo sociale nazionale: per le Regioni non resta nulla? Il governo: i soldi servono a pagare i ''diritti soggettivi'', finora coperti dall’Inps

 

LE REGIONI non potranno più disporre per il 2003 della quota loro riservata fino allo scorso anno dal Fondo nazionale per le politiche sociali. La riunione di ieri sera tra ministeri del welfare e dell’economia, le stesse Regioni e l’Anci si è risolta con una rottura tra le parti. I rappresentanti del Governo (presenti rispettivamente i sottosegretari Sestini e Vegas) hanno confermato la volontà già espressa la scorsa settimana (v. lanci del 7/2/03): almeno 766 milioni di euro del Fondo – sul totale di 1.541 milioni– serviranno a coprire le spese dell’Inps per i cosiddetti diritti soggettivi. Essendo la parte restante è già impegnata a livello centrale, per le Regioni non resta al momento nulla di definito: si stima che il taglio supererà il 50%, ma dato che la somma dei 776 è considerata in difetto, potrebbe trattarsi di una riduzione anche più drastica.

E’ questa la sintesi fatta da Antonio De Poli, portavoce degli assessori regionali alle politiche sociali, dopo un incontro “molto duro e franco” finito nella tarda serata con un muro contro muro mitigato solo dall’impegno a rivedersi a breve.

Il Governo ha sostanzialmente dato seguito a quanto stabilito nella Finanziaria 2003 e alla strategia di reperimento fondi a tutto campo attuata dal ministero dell’economia. Il Fondo nazionale per le politiche sociali era stato infatti confermato nella legge di programmazione economica, ma “senza vincolo di destinazione”. Inoltre, era stata indicata la priorità “dell'integrale finanziamento degli interventi che costituiscono diritti soggettivi”, vale a dire i contributi diretti alle persone come l’assegno per il terzo figlio, l’indennità di accompagnamento, il sostegno alle madri ecc., introdotti dal precedente governo. La differenza è che quei contributi erano finora quasi interamente a carico dell’Inps, mentre ora andranno a gravare sul fondo sociale. La motivazione addotta dal ministero dell’economia è che l’impegno statale per i diritti soggettivi avrebbe subito un forte incremento.

La posizione di contrarietà degli assessori regionali e dei Comuni è stata compatta: il Governo, affermano, si rimangia quanto promesso lo scorso novembre, quando il ministero del welfare garantì che “le risorse del Fondo sociale attribuite alle Regioni sarebbero state le stesse rispetto a quelle dell’anno 2002 e che eventuali altri importi sarebbero stati a carico della parte del fondo ministeriale”. In base a quella promessa, continuano gli enti locali, sono stati predisposti tutti i bilanci e gli impegni di spesa con relativi trasferimenti a Comuni e realtà del privato sociale: con il taglio, insomma, non si potranno garantire migliaia di interventi e prestazioni in favore di famiglie, anziani, disabili, minori, soggetti deboli.

 “Noi abbiamo ribadito – continua l’assessore veneto De Poli riguardo l’incontro di ieri – la richiesta di riconfermare la quota di 771 milioni di euro assegnata nel 2002 alle Regioni, chiedendo che la questione dei diritti soggettivi fosse risolta con la quota del fondo a gestione ministeriale, ma per ora non c'è stata alcuna risposta. In alcune fasi della riunione non abbiamo abbandonato il tavolo solo per correttezza istituzionale... Ho poi comunicato l’esito dell’incontro al presidente della Conferenza delle Regioni, Enzo Ghigo, il quale dovrebbe trasmettere al Governo la nostra netta opposizione. E’ chiaro che alla Conferenza sulla disabilità di Bari la questione verrà posta fortemente in discussione”.

 

Dimezzato il Fondo per le Regioni? Il Presidente Errani: ''E' un fatto grave. Colpiti i cittadini più deboli''

 

"Il Governo non ha compreso le ragioni che ci avevano fatto chiedere unitariamente il ritiro del provvedimento in Conferenza Stato-Regioni e ha riproposto il dimezzamento del Fondo sociale dovuto alle Regioni e agli Enti locali. E’ un fatto grave”. Lo ha detto oggi il presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani, commentando l’esito dell’incontro, conclusosi con un nulla di fatto, svoltosi ieri tra Regioni e Comuni e i sottosegretari all’economia Giuseppe Vegas e al Welfare Maria Grazie Sestini sulla ripartizione del Fondo nazionale per le politiche sociali. “In questo modo – ha sottolineato Errani – si finisce per colpire direttamente i cittadini più deboli ed esposti, oggi assistiti dai servizi sociali promossi da Regioni ed Enti locali con i finanziamenti annualmente riconosciuti con il Fondo sociale. Con questi tagli il Governo centrale si assume la responsabilità di sottrarre risorse a servizi che sono essenziali per contrastare le nuove povertà, per aiutare l’integrazione sociale, per dare sostegno alle famiglie e una speranza a chi è in difficoltà. Aprire la Conferenza nazionale sulle disabilità, in programma oggi a Bari, con questa ‘spada di Damocle’ sulle politiche sociali di Regioni ed Enti locali mi sembra – ha concluso Errani – un segno di una incoerenza che dovremo unitariamente contrastare”.

 

Il Forum: ''Oggi l’Inps, domani chissà... Il fondo sociale non serve a ripianare i conti degli enti statali''

 

Anche il Forum III settore si dichiara preoccupato per il drastico taglio del Fondo nazionale per le politiche sociali. In un comunicato, i portavoce Patriarca e Rasimelli ribadisce “tutte le perplessità sulla trasformazione del Fondo in ‘indistinto’” disposta dalla Finanziaria.
"Già nel nostro documento di proposta per la Finanziaria del 16 novembre 2002 – proseguono - avevamo evidenziato i rischi connessi a tale trasformazione, che portavano ad una indeterminatezza nelle scelte concrete di spesa". "Nell'incontro di ieri (tra Governo e Regioni, ndr) tali rischi si sono concretizzati. Il Fondo per le Politiche Sociali deve essere utilizzato solo per gli scopi previsti dalla Legge 328 e non per ripianare i conti dei diversi enti statali (oggi l'Inps, domani chissà)".

         "Auspichiamo - concludono Patriarca e Rasimelli - che in Conferenza Stato Regioni si trovi subito un accordo, perché è su questi fondi che, a livello locale, si costruisce la qualità di quel Welfare indicato nella 328 e oggetto del ‘Libro Bianco’ presentato pochi giorni fa".

 

Le Marche mobilitate per scongiurare i tagli al Fondo. Secchiaroli: ''La Conferenza di Bari svuotata di senso''

 

Il governo regionale chiamerà a raccolta nel corso della prossima settimana istituzioni, associazioni e forze sociali per scongiurare la proposta di drastico ridimensionamento (55%) del Fondo nazionale per le politiche sociali. Lo ha affermato l’assessore Marcello Secchiaroli, nella conferenza stampa organizzata nella sede regionale di Palazzo Raffaello appena di ritorno dalla riunione romana con il Governo nazionale. La delegazione delle Regioni italiane ha infatti ribadito, unanimemente, la netta contrarietà ad un simile taglio, che se attuato, arrecherebbe alle Marche una perdita per il 2003 di 11 milioni di euro. Per la città capoluogo, ha esemplificato Secchiaroli, il riflesso finanziario negativo nel riparto regionale tra i comuni sarebbe di ben 700 mila euro.

Le Regioni e l’Anci hanno chiesto ed ottenuto un tavolo politico con la presenza di Berlusconi e dei ministri dell’economia, Tremonti e del Welfare, Maroni.

“Questa grave scelta politica – ha sottolineato Secchiaroli – avviene purtroppo in un contesto nel quale il governo nazionale tende a restringere i diritti costituzionali garantiti e a coprire i buchi dell’Inps con le risorse del Fondo per il sociale. La conferenza sulla disabilità che il Governo organizza a Bari assume pertanto il sapore di un appuntamento svuotato di reali e concreti significati”. L’assessore ha poi spiegato come il Fondo Unico, istituito nel 1998, fosse andato gradualmente aumentando. In particolare la quota marchigiana è passata dai 4 milioni di euro del ‘98, ai 10,5 del ’99, ai 12 del 2000, ai 19 del 2001 e, infine, ai 19,5 del 2002. Con la proposta del Governo la sua consistenza precipiterebbe, nel 2003, a 9 milioni di euro.

La difficoltà di Regione e comuni è rappresentata dal fatto che i servizi nel territorio sono attivi e pienamente funzionanti, ma non ci sono certezze di risorse per il futuro e c’è preoccupazione anche per le scelte di tipo centralistico che il Governo sta cercando di inserire nella legislazione. Ad esempio, spiega l’Assessore Secchiaroli, in materia di asili nido aziendali per cui sono stati trattenuti dal Fondo Unico 160 milioni di euro e le autorizzazioni per la loro apertura sono state poste in capo al Ministero. Le Regioni ricorreranno alla Corte visto il nuovo Titolo V che prevede il sociale come materia di esclusiva competenza regionale.
“Sono certo – ha concluso Secchiaroli – che i marchigiani difenderanno con molto vigore il livello di welfare raggiunto. La Regione coordinerà la battaglia per la difesa dello stato sociale e dei diritti garantiti dalla Costituzione premendo sul Governo affinché receda dai suoi propositi di dimezzare il Fondo nazionale per le politiche sociali, strumento per sostenere, in particolare, i servizi territoriali a favore delle fasce più deboli.”

 

Battaglia (Ds): ''A Bari il Governo non faccia passerella, ma dica come stanno le cose sul Fondo sociale''

 

“Solo ieri il governo si è accorto di non avere più soldi da trasferire alle regioni per l'assistenza ai disabili, agli anziani, alle persone in difficoltà ed a rischio di emarginazione. Avevamo quindi le nostra buone ragioni quando nel corso del dibattito sulla legge finanziaria denunciavamo il progressivo smantellamento della rete dei servizi locali”.

E’ la dichiarazione dell’on Augusto Battaglia (Ds), sul taglio del Fondo sociale annunciato ieri dal governo. “Anche ieri – prosegue Battaglia – le regioni sono tornate a mani vuote dall'incontro con il governo. I sottosegretari al tesoro Vegas ed al welfare Sestini hanno chiesto tempo per una ulteriore istruttoria. Il governo può prendere tutto il tempo che vuole, ma dovrà prendere atto che vi è una sola soluzione al problema, quella di restituire al Fondo per le politiche sociali il maltolto, cioè 360 milioni di euro e ripristinare il trasferimento ai comuni almeno ai livelli dello scorso anno”.

L’esponente diessino chiude con un riferimento alla conferenza sulla disabilità di Bari, augurandosi “che non si tratti solo di una passerella di ministri ma che il governo abbia il coraggio di dire con chiarezza alle associazioni ed agli operatori come stanno le cose e, soprattutto, si impegni a dare certezze sul futuro di servizi che oggi sono a rischio”.

 

 

 

Quali risorse per le politiche sociali?

Regioni e enti locali sono in questi mesi impegnati nell’analisi delle risorse disponibili per la realizzazione delle politiche sociali territoriali in relazione all’attuazione della legge di riforma dell’assistenza (L.328/00). L’articolo si sofferma sulla possibilità di rilevare sistematicamente tali risorse, nel quadro di una più ampia riflessione sullo sviluppo delle politiche sociali territoriali. L’analisi delle risorse per le politiche sociali e il sistema di finanziamento delle politiche sociali prima e dopo la legge di riforma dell’assistenza.

Autore/i:Barbara Da Roit

Testata:Prospettive Sociali e Sanitarie

 

 

Legge 328/2000: La riforma (in)compiuta

Qual'è lo stato di attuazione della legge quadro di riforma dell'assistenza, la 328/2000, pensata dal legislatore con l'obiettivo prioritario di garantire standard di prestazioni sociali omogenee ed integrare sull'intero territorio nazionale? Parecchi amministratori regionali sembrano averla dimenticata. I dati più significativi di un'approfondita indagine sullo stato di applicazione della legge

Testata:Terzo Settore

 


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