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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

ASSOCIAZIONISMO E VOLONTARIATO QUALE IMPORTANZA PER POMEZIA

La creazione di un albo comunale a Pomezia, al quale potranno accedere tutte le associazioni di volontariato, così come stabilito dalla legge quadro del volontariato 11 agosto 1991, n.266 sta forse diventando una realtà. Dopo anni di attesa, con un atto politico importante, questo Consiglio Comunale, ha discusso nella giornata del 22 dicembre, presenti numerose associazioni, l'art. 8 del nostro Statuto Comunale:l'Istituzione dell'Albo delle Associazioni e Volontariato. Numerosi gli interventi, sia da parte dei consiglieri presenti della maggioranza che dell'opposizione, come pure da parte dei membri delle associazioni e comitati di quartiere. Significativa la presenza dell'Assessore Vittorio Lepori, del presidente della commissione ai servizi Alberto Montesi, del presidente della Commissione Pubblica Istruzione e sport, Saverio Pagliuso e del Presidente del Consiglio Comunale Antonio Maniscalco che ha diretto e introdotto i lavori dell'Assemblea.

I punti all'ordine del giorno:

1) Creare un albo comunale al quale potranno accedere tutte le associazioni di volontariato così come stabilito dalla legge quadro del volontariato 11 agosto 1991, n.266 e nella legge regionale n.28 giugno 1993, n. 29 o s.m.i.

2) Creare un albo comunale per tutte le associazioni che abbiano diverse finalità nell'ambito della legge regionale 1 settembre 1999 n. 22

3) Istituire apposite consulte in materia sia sociale, culturale, sportiva e quant'altro affinchè siano il raccordo tra l'Amministarrzione comunale e i cittadini anche per la necessaria verifica dell'efficacia e verifica dell'efficienza dell'azione amministrativa;

4) Redigere un Regolamento Comunale per i Servizi Sociali che sia uno strumento tecnico e normativo per dare immediate e precise risposte alla cittadinanza

Perché l'Associazionismo?

Immaginiamo di eliminare improvvisamente da una città tutto quel fitto reticolo di associazioni, ambientalistiche - ecologiche, per la protezione degli animali, artistiche, letterarie, scientifiche, culturali, musicali, teatrali, sportive, storiche, di mutuo soccorso, religiose, di assistenza e gruppi di volontariato, in pratica la parte più viva e più attiva della società: sarebbe improvvisamente una città più triste, più difficile da vivere, più complessa da governare. Probabilmente sarebbe impossibile viverci.

In Italia oltre nove milioni di cittadini sono attivamente impegnati in questa rete che, nel suo complesso, costituisce il cosiddetto Terzo Settore. Ad esso appartengono realtà diverse per storia, per progetti, per costituzione, per obiettivi, ma tutte caratterizzate da alcuni importanti punti in comune: l’assenza di scopo di lucro (l’essere non profit), la capacità di ottenere un significativo apporto di risorse umane a titolo gratuito e volontario, l’essere organizzazioni private nate dall’iniziativa spontanea ed autonoma dei cittadini, ma con finalità sociali di grande rilievo, l’essere strumenti attivi per la partecipazione dei cittadini alla vita economica e sociale delle proprie comunità. L'essere motore della partecipazione, il veicolo delle solidarietà e delle responsabilità comuni.

Così concepito l’associazionismo diviene democrazia partecipativa, che vive se c'è un tessuto democratico civile capace di esprimere un libero associazionismo, protagonista del dialogo e del conflitto con il livello istituzionale, che viene così democraticamente forgiato e innovato da questa spinta. L'associazionismo partecipativo non è solo quello politico-partitico, fondamentale per la vita istituzionale, o quello sindacale, decisivo per la difesa dei diritti sul lavoro e per il governo democratico dell'economia.

Questi soggetti svolgono insieme un'azione di promozione e tutela dei diritti e di produzione e offerta dei servizi, definendo una sfera di funzione pubblica non statale sempre più essenziale per estendere l'affermazione dei diritti e delle garanzie sociali. In questo contesto la democrazia partecipativa esprime la sua capacità di ravvicinare la vita delle istituzioni alle esigenze dei cittadini, ma anche di migliorare l'efficacia della funzione pubblica, la capacità di percezione e risposta della pubblica amministrazione. In quest’ottica è quindi una risorsa importante per lo sviluppo locale e per la coesione sociale, una risorsa per la vita e l'identità delle comunità.

La vitalità della partecipazione è uno dei modi di misurare la qualità dei diritti e l'efficacia dell'amministrazione in un paese. L’unione di cittadini con scopi comuni ha sostenuto, sostiene e sosterrà i processi di crescita della società, costituendo punti di riferimento, d’opinione, di aggregazione, di critica, di sostegno e di stimolo per i cittadini singoli.

Consulte e Regolamento dei Servizi Sociali

Perché il Regolamento?

Nell’ottobre del 2000 l’Italia si è data finalmente una nuova legge la "Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali", che riordina complessivamente il sostegno offerto agli individui e alle famiglie per garantire la qualità della vita, ridurre le condizioni di bisogno o di disagio delle persone e dei nuclei familiari in difficoltà: anziani, disabili, bambini e adulti con scarse risorse economiche.

I Servizi Sociali, che sono i servizi cardine di tutti i servizi socio-assistenziali presenti nei territori comunali, dovranno formare un sistema integrato, gestito dai soggetti pubblici: prima di tutto dagli enti locali, ma anche dal Terzo settore.

Il sistema dovrà garantire maggiore attenzione ai diversi bisogni: un welfare personalizzato anziché una serie di prestazioni standard uguali per tutti. Ma contemporaneamente vi saranno criteri precisi per assicurare uniforme copertura di servizi essenziali a favore delle persone o delle famiglie in difficoltà (presentazione della dichiarazione ISEE).

Le Amministrazioni Comunali, dovranno presentare alla comunità del territorio la nuova gamma di servizi socio assistenziali che si attiveranno sul proprio territorio, dovranno indicare le modalità più efficaci per il loro ottimale utilizzo al fine di fornire risposte adeguate, precise e tempestive ai bisogni del cittadino.

Diffondere informazioni chiare e aggiornate sui servizi esistenti, garantire la qualità e la quantità delle prestazioni da essi rese e soprattutto di promuovere il rapporto e la comunicazione tra il cittadino ed l’ente pubblico, tutto questo sarà un dovere.

Consulte di Settore

Le Consulte di Settore, la cui creazione è successiva all'accreditamento delle associazioni presso l'albo comunale, avranno come obiettivo quello di concretizzare la rappresentanza di tutti quegli organismi e quelle persone, facenti parte delle Associazioni, che, localmente, hanno una approfondita conoscenza in determinati campi di attività, al fine di integrare ed arricchire le proposte degli organi amministrativi del Comune con l'apporto di competenze specifiche. In pratica, uno strumento di collegamento diretto tra la società civile organizzata e gli organi di governo locale, a cui saranno attribuite, nei vari settori di competenza, determinate funzioni.

Rolando A. Borzetti


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