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F.I.S.H.
Federazione Italiana per il
Superamento dell’Handicap

SEMINARIO

Legislazione europea sulla discriminazione nell'impiego di persone con disabilità:
la direttiva europea 78 del 2000

Aldo Pacifici

Proposta per l'inclusione sociale delle persone senza opportunità di produrre reddito

29-30 novembre 2002
Sala Convegni - Ostello “Casale dei Monaci”
Via Superga snc - Ciampino (RM)

 

Il programma della giornata mi assegna 20 minuti: ne impiegherò molti di meno!

Il mio non è un intervento è piuttosto un appello: non intendo formulare proposte voglio piuttosto esprimere pressanti richieste.

Perché sia chiaro di cosa voglio parlare ripeterò cose che tutti sanno benissimo e le dirò in modo sgradevole.

Era arrivato al ristorante con l'aria più svagata che mai.

"Vittorio, che hai ?"

"Prima di uscire mi sono avvicinato alla culla, ho fatto una carezza a Maria e...mi ha sorriso. È la prima volta..."

Maria aveva cinque anni e dalla nascita stava in quella culla senza movimento, senza parola né i suoi genitori sapevano se sentiva, se vedeva.

Maria è morta ventisette anni fa e ancora, a volte, gli sguardi dei suoi genitori, in mezzo alla gente, improvvisamente, si fanno assenti.

Elisa è una bambina assennata e piena di voglia di vivere: viaggia volentieri coi suoi genitori, va alle feste dei suoi compagni di scuola, spesso canta.

Una sera c'era gente a cena ed era finito il vino a tavola.

"Elisa per favore, va' a prendere una di quelle bottiglie di vino che sono sotto il tavolo in cucina".

Elisa torna con una bottiglia piena di liquido scuro, presa sotto il lavello. Nessun dramma: i suoi genitori sanno che Elisa può sbagliare e non tengono niente di pericoloso a portata di mano. Quella era solo una bottiglia di aceto e Elisa ne ha riso con tutti gli altri !

Elisa è nata nel 1966.

Questi sono i nostri figli!

Non hanno mai lavorato, non lavorano, non potranno mai lavorare. Non hanno mai prodotto, non producono, non potranno mai produrre beni e servizi.

Nessuno osi dire che solo il lavoro, che solo la produzione di beni e servizi (anche se inutili o inutilizzabili, come si sente affermare !) dà dignità alla persona con disabilità!

Il sorriso di Maria, l'aceto di Elisa sono il loro incommensurabile, impagabile, irrinunciabile contributo al benessere della collettività.

La dignità di esseri umani, piena e assoluta, Maria, Elisa e milioni di altri come loro l'hanno conquistata per il solo fatto di essere venuti al mondo e non devono dimostrare nulla a nessuno.

Nessuno ha il diritto di dubitarne, tutti hanno il dovere di testimoniarlo.

Dei problemi delle persone con disabilità ad elevato grado di dipendenza o non in grado di rappresentarsi da sole si occupa attivamente il Comitato Permanente, istituito per presa piena coscienza del problema dall'European Disability Forum a Bruxelles, che ha pubblicato un primo studio fra breve disponibile anche in italiano (le persone interessate a riceverlo, gratuitamente, si prenotino presso il Consiglio Nazionale sulla Disabilità).

Ho detto che non sono qui per fare proposte: l'argomento che introduce la mia presenza "Proposta per l’inclusione sociale delle persone senza opportunità di produrre reddito" coinvolge una materia così vasta e complicata che affrontarla di sfuggita denoterebbe una deplorevole leggerezza.

"Le proposte dovranno essere formulate presso un tavolo di discussione al quale dovranno partecipare le autorità responsabili, le parti sociali, le associazioni delle famiglie.  Le proposte dovranno avere la forma di disegni di legge, atti ad essere direttamente inglobati in quel testo unico per la disabilità della cui compilazione la Sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali, Senatrice Sestini, si è fatta promotrice da quasi un anno".

Questa è la prima delle pressanti richieste che consegno qui oggi alle coscienze di tutti.

La seconda, ma non secondaria, è rivolta in particolare ad una parte del movimento della disabilità.

Siamo, qui oggi, riuniti a discutere solamente del sacrosanto diritto al lavoro delle persone con disabilità e ciò malgrado vogliamo chiedere:

"Sempre, dovunque, comunque, in ogni dichiarazione, in ogni risoluzione, in ogni battaglia, le persone con disabilità, in grado di avvertire e di promuovere il diritto/dovere di lavorare, riaffermino la necessità di rispettare, di non dimenticare, di tenere in ogni circostanza presenti, di prendere in carico spontaneamente i bisogni delle persone con disabilità ad elevato grado di dipendenza o non in grado di rappresentarsi da sole e delle loro famiglie."

Già, ho detto famiglie!

Da quanto precede non è chi non percepisca l'immanenza della presenza familiare nella vita di questa legione di persone con disabilità così come della presenza di queste ultime nell'ambito familiare.

Il significato della vita in famiglia per la persona con disabilità e il ruolo della famiglia che della presenza nel suo seno di quella persona ha fatto ragione di vita, sono stati riconosciuti e accettati perfino nelle "Regole Standard per la perequazione delle opportunità delle persone con disabilità" dettate dall'Organizzazione delle Nazioni Unite.

Le famiglie, il loro ruolo di mediatori, i bisogni loro propri a titolo di ospiti del familiare con disabilità, dovranno costituire uno degli argomenti centrali della discussione e delle soluzioni proposte presso quel tavolo già evocato.

Dall'8° al 14° secolo, il popolo aragonese prestava, al proprio re eletto, un giuramento che, dopo aver messo in chiaro gli impegni reciproci e le condizioni alle quali l'elezione era valida, si chiudeva con le parole "E se no, no!".

Vale lo stesso per il movimento della disabilità: o assumerà tutti gli impegni necessari per riconoscere, rispettare, promuovere, soddisfare diritti e bisogni di quelli che abitualmente definiamo "gravissimi" e delle loro famiglie, oppure non sarà.

Dixi et animam levavi

Aldo Pacifici

Roma, 29 novembre 2002


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