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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Tesoretto e Dpef, soddisfatti i ministri ''sociali'' e le associazioni

Ferrero: ''Degli oltre 10 miliardi, 6,4 vengono finalizzati alla spesa e di questi oltre la metà finisce a finanziare la spesa sociale''. Soldi per pensioni, Fondo politiche sociali, lotta all'Aids. Aspettando quelli per l'emergenza sfratti

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al Documento di programmazione economico-finanziaria. Soddisfazione è stata espressa dal Ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero.

Afferma Ferrero: “Il Consiglio dei Ministri ha affrontato vari provvedimenti, nell’attesa di risolvere il problema più grande che riguarda il nodo dello scalone e che deve essere risolto necessariamente nei prossimi giorni. Sullo scalone è necessario raggiungere l’accordo con il sindacato nel rispetto dell’indicazione data dal programma dell’Unione”.

Per quanto riguarda i provvedimenti – afferma -, ho espresso giudizio positivo sul decreto di spesa con cui l’extragettito del 2006 viene in buona parte ridistribuito verso il basso. Si tratta di una prima misura positiva resa possibile dalla lotta all’evasione fiscale”

Ferrero ricorda che “degli oltre 10 miliardi di extragettito, 6,4 vengono finalizzati alla spesa e di questi oltre la metà finisce a finanziare la spesa sociale. Tra queste, oltre alle misure di rivalutazione delle pensioni basse, segnalo 186 milioni per il fondo delle politiche sociali, 260 milioni per il fondo globale di lotta all’Aids. In questo ambito il presidente Prodi si è impegnato a trovare le risorse per finanziare gli interventi urgenti per garantire il passaggio da casa a casa dei soggetti deboli i cui sfratti sono bloccati fino a ottobre dalle legge da me proposta e approvata a febbraio”.

Sempre Ferrero, evidenzia: “Per quanto riguarda il Dpef, il mio voto favorevole è un voto di fiducia per spingere  ad una positiva soluzione nella direzione del superamento dello scalone. Nel merito ho espresso una serie di critiche: troppa enfasi sulla necessità di contenere le spese e non sufficiente valorizzazione della lotta all’evasione fiscale e alla tassazione delle rendite; troppa enfasi sulla necessità di far scendere il debito sotto il 100% del Pil entro il 2010; non condivisione di una serie di infrastrutture previste negli allegati, a partire dalla Tav; non condivisione delle previsioni di privatizzazioni relativamente alle reti di distribuzione, poste e Fincantieri.

E conclude: “Trattandosi di elementi programmatici non cogenti, il confronto sui diversi punti avverrà in modo puntuale sui provvedimenti di merito e quindi su quelli si eserciterà fino in fondo il confronto all’interno della maggioranza. Da ultimo mi sono astenuto sul disegno di legge sul federalismo fiscale perché troppo esposto ai rischi di una ulteriore crescita delle disuguaglianze tra i diversi territori e perché di dubbia costituzionalità relativamente al meccanismo differenziato di finanziamento dei comuni. Anche su questo provvedimento, che oggi comincia il suo lungo iter, dirimenti saranno i prossimi passaggi. Molto positiva infine l’approvazione definitiva da parte del governo del DDL sull’immigrazione per superare la Bossi-Fini”.

Assegno unico, rete di servizi, conciliazione dei tempi: gli ''strumenti'' del ministro Bindi

Dpef, le reazioni. ''Si conferma il disegno del governo di accompagnare la crescita del Paese con misure di equità''. La famiglia al centro ''di questa politica di equità e sviluppo''

"Con questo Documento di programmazione economico - finanziaria si conferma il disegno del governo di accompagnare la crescita del Paese con misure di equità”. Lo ha dichiarato il ministro per la famiglia Rosy Bindi  a margine del Consiglio dei ministri che ha approvato il Dpef. “Abbiamo - ha detto - finalmente alle spalle la fase più difficile e impegnativa di risanamento dei conti pubblici. Ora si apre invece una stagione di sviluppo, che senza venir meno al necessario obiettivo del rigore, consolidi i passi avanti positivi compiuti dal Paese grazie all'azione di questo primo anno di governo”. La famiglia sarà al centro  “di questa politica di equità e sviluppo”, ma l'obiettivo è superare “la logica assistenzialista con la quale in passato sono state affrontate le politiche per la famiglia” per “creare un welfare più moderno, giusto ed efficiente”. 

Il ministro Bindi punta su nuovi strumenti. “Mi riferisco in primo luogo all’assegno unico, che è uno degli obiettivi di questa legislatura, con il quale costruire finalmente uno strumento universalistico di sostegno al reddito delle famiglie con figli. – ha spiegato - Si confermano e si rilanciano, inoltre, anche le altre misure gia previste con la Finanziaria 2007, come gli investimenti per la rete di servizi all’infanzia, la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, la riduzione delle tariffe dei servizi per le famiglie numerose, il potenziamento e la trasformazione dei consultori”.  “Nei prossimi giorni sarà importante, infine, la definizione dell’emendamento al Ddl per affrontare l’emergenza sfratti, - ha concluso - dando risposte concrete alle famiglie che vivono con difficoltà il delicato problema della casa.”

Al Fondo globale per la lotta all'Aids 260 milioni di euro. Soddisfatte le Ong italiane

Dpef, le reazioni. Marelli: ''Una promessa mantenuta che dà concretezza all'impegno internazionale dell'Italia e alla sua credibilità''. Le associazioni chiedono lo stesso impegno per la cooperazione

Un segnale positivo dal Consiglio dei Ministri anche nella lotta all’Aids: è stato infatti approvato attraverso il decreto sull’extragettito lo stanziamento dei 260 milioni di euro del Fondo globale per la lotta all’Aids.  Soddisfatte le ong italiane. "Lo sblocco dei 260 milioni, annunciata in diverse sedi dal Governo Prodi, ad Addis Abeba al Vertice dell'Unione Africana in gennaio, nell'incontro che abbiamo avuto prima del Vertice del G8 di Germania il 4 giugno con il Presidente Prodi, è una promessa mantenuta che dà concretezza all'impegno internazionale dell'Italia e alla sua credibilità. – ha detto Sergio Marelli, presidente della Associazione ong italiane - Dopo questa notizia incoraggiante ci aspettiamo che lo stesso segnale positivo arrivi per i fondi destinati alla cooperazione allo sviluppo,  per la lotta alla povertà, un passo decisivo per far passare l'Italia dagli ultimi posti in Europa in fatto di Aiuto pubblico allo Sviluppo ad una posizione di serietà e autorevolezza".  

Lea, qualità della cura, non autosufficienza: le priorità per Livia Turco

Dpef, le reazioni. ''Confermato l’impegno per rafforzare il nostro sistema sanitario’''. Si punta sull’integrazione socio-sanitaria; tra gli obiettivi il potenziamento dell’assistenza domiciliare

“Con il Dpef approvato oggi abbiamo confermato l’impegno per rafforzare il nostro sistema sanitario. Con più risorse per gli investimenti strutturali, con più attenzione ai nuovi bisogni di salute degli anziani non autosufficienti, per lo sviluppo della rete delle cure primarie e con la promozione dell’assistenza odontoiatrica, avviando anche nuove forme di assistenza integrativa”. E’ il commento soddisfatto del ministro della Salute Livia Turco, che tuttavia non dimentica i nodi critici: precariato, valorizzazione del personale sanitario, ammodernamento del sistema sanitario basato sulla qualità, sicurezza delle cure, l'edilizia sanitaria. “Il tutto in un quadro di ritrovata stabilità economica del Ssn frutto della precedente legge finanziaria, del Patto per la salute e dei piani di rientro regionali dal deficit sanitario. – sottolinea - Su queste basi affronteremo anche la revisione completa del sistema di compartecipazione alla spesa nel segno dell’equità con riferimento alle condizioni economiche reali dei cittadini e abbiamo posto le basi per una nuova politica del farmaco, capace di coniugare l’appropriatezza della spesa con il rilancio della ricerca e dell’innovazione scientifica. Insomma il Dpef sanità pone ormai a regime l’opera di rilancio della sanità pubblica italiana avviata dal Governo, coinvolgendo direttamente anche i cittadini attraverso forme costanti di monitoraggio del loro gradimento sui servizi ricevuti”.

 

Il Governo conferma “la necessità di sviluppare l’integrazione socio-sanitaria, compatibilmente con le risorse disponibili, a partire dall’assistenza ai non autosufficienti per la quale occorre incentivare l’assistenza domiciliare integrata, che costituisce una forma di servizio più appropriata alle esigenze del cittadino non-autosufficiente rispetto all’istituzionalizzazione in strutture residenziali, con l’importante corollario di una spesa per assistito notevolmente inferiore”. Tra le priorità in agenda l’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza, “superando prestazioni ormai obsolete e potenziando prestazioni ad elevata rilevanza sociale”, un sistema di monitoraggio attraverso un ‘pacchetto’ adeguato di indicatori, la riorganizzazione della rete ospedaliera e razionalizzazione dei sistemi di acquisto di beni e servizi; un programma per la promozione permanente della qualità del SSN attraverso il monitoraggio del gradimento dei servizi da parte dei cittadini-utenti.

Pecoraro Scanio: ''Finalmente inseriti i riferimenti a sostenibilità ambientale e Kyoto''

Dpef, le reazioni. Il ministro dell'Ambiente: ''Questi capitoli dedicati all'ambiente e la centralità, trasversale a tutto il governo, del concetto di sostenibilità ci serviranno per chiedere un allegato ambientale alla Finanziaria''

"Un documento positivo, perché il concetto di sostenibilità ambientale entra a pieno titolo nella programmazione economico finanziaria. Definire chiaramente che la crescita deve essere ambientalmente sostenibile è infatti un chiaro passo in avanti che fa ben sperare. E' il Dpef delle tre sostenibilità: sociale, ambientale e finanziaria”. Così il ministro dell"Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio commenta il varo del Documento di programmazione economico e finanziaria da parte del Consiglio dei Ministri.

“Due capitoli ambientali - ricorda Pecoraro – uno su clima e ambiente e uno su Kyoto sono una decisa novità. In questi vi sono la previsione di scelte politiche chiare e concrete che impegnano tutto il governo, a cominciare dalla definizione di una serie di impegni per la riduzione delle emissioni che causano il cambiamento climatico la cui attuazione è 'assolutamente necessaria’ per il nostro paese. Tra questi impegni, vi è ribadita la centralità delle energie rinnovabili con la graduale sostituzione delle fonti fossili e anche la previsione di 500 mw installati di energia da fonte solare termodinamica, così come per la prima volta l’annuncio di piani e programmi di adattamento ai cambiamenti climatici in atto”.

“Questi capitoli dedicati all’ambiente e la centralità, trasversale a tutto il governo, del concetto di sostenibilità – ha concluso Pecoraro – ci servirà per chiedere un allegato ambientale alla Finanziaria. Servono ora, infatti, provvedimenti concreti per realizzare pienamente quella svolta ambientale contenuta nel programma dell’Unione, già avviata in questo primo anno di governo e non più rimandabile di fronte alle emergenze planetarie”.

Aibi: ''L'adozione internazionale deve essere gratuita''. Oggi il costo è in media di 10 mila euro

Dpef, le reazioni. Per le mamme adottive l'associazione chiede uguali diritti: retribuizione del periodo di permanenza all’estero prima della sentenza di adozione e maternità facoltativa anche per chi adotta adolescenti

"Se la linea del prossimo Dpef deve essere l’equità, la gratuità dell’adozione internazionale deve  rivestire ruolo fondamentale all’interno delle politiche familiari”. E’ quanto chiede l’Aibi – Amici dei bambini all’indomani dell’approvazione del Documento. “Devono essere eliminate ancora alcune disparità che fanno considerare oggi l’adozione internazionale più un atto di solidarietà che di vera genitorialità. – sottolinea il presidente Marco Griffini - E’ l’unico diritto per il quale si deve ancora pagare: il diritto del bambino straniero abbandonato a crescere in una famiglia italiana. Malgrado esistano alcune misure di sostegno, oggi chi adotta un bambino straniero non gode delle stesse condizioni di chi è genitore naturale o di chi ha adottato un bambino italiano. Proprio il fatto di dover ancora sostenere alti costi – una media di 10mila euro solo per i costi di procedura – conferma la mancata volontà culturale e politica di considerare uguali tutti i genitori”.

L’associazione ha presentato un pacchetto di proposte sulle adozioni internazionali nell’ambito dei provvedimenti destinati alle politiche familiari. “Occorre che le adozioni internazionali escano dalla logica assistenziale, come accade ora con i contributi – precisa Griffini – e entrino a pieno titolo nelle politiche familiari del governo”.  Il documento verte su due aspetti: il primo riguarda la gratuità delle adozioni internazionali, da sempre sostenuta da AiBi. “Chiunque, indipendentemente dal reddito, deve poter adottare un bambino abbandonato in modo gratuito, ovvero è lo Stato a dover sostenere le spese dei servizi, come avviene per la maternità naturale o adottiva nazionale.”, ha aggiunto Griffini. Per le spese all’estero (viaggi, traduzioni, interpreti) si propone la creazione di un fondo ad hoc.

Il secondo punto della proposta riguarda la necessità di equiparare i diritti in materia di congedi di maternità, sia per quanto riguarda i congedi obbligatori che per quelli facoltativi. Se oggi, ad esempio, una mamma gode del periodo di astensione obbligatoria pari a 5 mesi (2+3) una mamma adottiva può usufruire invece solo dei 3 mesi successivi all’arrivo del bambino in Italia, mentre resta non retribuito il periodo di permanenza all’estero prima della sentenza di adozione, “periodo del tutto assimilabile a quello della gravidanza”, secondo Aibi.  Infine il diritto alla maternità facoltativa deve essere prevista anche per i genitori che adottano adolescenti di 12 anni o più, minori più bisognosi della vicinanza della famiglia.

Il Cini: ''Bene la centralità delle politiche di cooperazione, ma restano ritardi con la legislazione vigente''

Dpef, le reazioni. Il Coordinamento: ''E' necessario da subito che l'iter legislativo per la riforma della cooperazione produca almeno un miglioramento qualitativo degli aiuti''

Le Ong aderenti al Cini (ActionAid International, Amref, Save the Children, Terre des Hommes, Vis, Wwf) esprimono in una nota il loro apprezzamento "per le posizioni di sostegno alle politiche di cooperazione che il Dpef del governo Prodi dedica, per la prima volta in molti anni, agli interventi di lotta alla povertà”."Finalmente si riconosce la centralità degli impegni che l'Italia ha preso in sede internazionale nei confronti delle politiche di lotta alla povertà, con particolare riferimento all'Africa, e si disegna un percorso di progressivo adattamento delle strutture gestionali e dei finanziamenti che dovrebbero sostenerle", ha dichiarato il portavoce del Cini, Raffaele Salinari.

Il Cini sottolinea ancora che “il Dpef ha finalmente assunto le richieste più volte avanzate dalle Ong internazionali di un percorso chiaro e documentabile verso il progressivo aumento dei fondi e riconosce la volontà politica di dotare il ministero degli Affari Esteri ma anche gli altri ministeri interessati di strutture gestionali e di coordinamento atte ad aumentare l'efficienza e l'efficacia dell'Aiuto pubblico allo sviluppo (Aps). Permane chiara la richiesta di contabilizzare le operazioni di cancellazione e riduzione del debito in modo separato dalle risorse reali che confluiscono nelle statistiche dell'Aps”..

"In ultimo, resta però la constatazione che a legislazione vigente l'Italia non sarà all'altezza degli impegni internazionali - conclude Salinari -, e che, a maggior ragione, è necessario da subito che l'iter legislativo per la riforma della cooperazione produca almeno un miglioramento qualitativo degli aiuti".


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