Un progetto di vita normale per il disabile
nella Circoscrizione di Pomezia

di Rolando A. Borzetti

….La qualità di vita di un individuo si fonda sull’equilibrio che si instaura tra le sue risorse individuali ed il contesto ambientale che lo circonda. In questo contesto assume particolare significato la cura della qualità della vita dell’anziano o del disabile nei servizi loro rivolti, di sostegno, accompagnamento, socializzazione, facilitazione ed integrazione. In particolar modo riteniamo che ogni servizio vada impostato su una progettazione che faccia riferimento alla singola persona in relazione ai suoi bisogni primari ed evoluti, alle sue esigenze e al contesto in cui vive. La cura e il fornire i servizi essenziali che rispondano ai bisogni primari infatti non basta; tali esperienze devono essere legate ad obiettivi di sviluppo del benessere, di conservazione delle abilità.

Il Centro Diurno: una possibile risposta

Quando solitamente, si affronta il tema del centro Diurno come possibile risposta per il disabile, affiora alla mente solo un'immagine negativa o quantomeno difficile da giustificare in quanto il concetto di centro rinvia ad una idea di CONTENITORE, LUOGO CHE SEPARA, pertanto tendente ad escludere il disabile dall'integrazione sociale, valore che da circa vent'anni si cerca di introdurre nella organizzazione di tutti i servizi rivolti alla persona disabile.

D'altro canto la realtà ci conferma che nella maggior parte dei casi il Centro Diurno si configura come la SOLA RISPOSTA data al disabile grave, ed ecco il perché del nostro progetto. Un Progetto in cui la nostra Associazione crede fermamente.

Un progetto per il recupero ad una vita normale per il disabile grave e medio grave, nel nostro Territorio.

Quali obiettivi,con questo Centro Diurno per il disabile grave?

Noi, come Associazione Futuro, crediamo che gli obiettivi che si dovranno raggiungere con questo Centro Diurno, siano quelli basati essenzialmente su 4 bisogni che riteniamo fondamentali:

1) La necessità di essere contenuto: il grave è innanzitutto un individuo che incontra enormi difficoltà nel far funzionare la propria persona come unità, pertanto ha bisogno di un contenitore come qualcosa o qualcuno che deve servire per raccogliere e tenere insieme le parti della sua persona.

2) La necessità di essere ricomposto: l'io del grave tende ad andare in pezzi di fronte ad un gran numero di eventi ed in un'infinità di circostanze, pertanto il disabile ha bisogno di essere aiutato a costruire attorno a un fattore per lui positivo per la sua unità.

3) La necessità di avere un completamento-amplificatore: è importante cercare in ogni modo di strutturare ed amplificare i messaggi che il grave tenta di dare, il fatto di poter entrare in comunicazione è un'occasione fondamentale di sviluppo.

4) La necessità di un ponte verso lo sviluppo sociale, è indubbiamente importante e determinante che il grave possa raggiungere una stabilità sufficiente a permettergli di convivere con altre persone senza disturbarle eccessivamente od aggredirle o a sua volta ad essere aggredito; le occasioni di partecipazione del grave alla vita quotidiana sono molte e passano, ad un livello molto semplice, attraverso occasioni e situazioni che gli consentano di discriminare tra piacevole-spiacevole, permesso-vietato, commestibile-non commestibile, familiare-estraneo, realtà-irrealtà, presente-assente, attivazione, pericoloso-non pericoloso. Ampliare il mondo di riferimento del disabile grave, dovrà essere uno dei compiti Importanti dell'operatore.

 

IL PROGETTO
Finalità e prestazione del Centro Diurno

I Centri Diurni, secondo quanto previsto dalla legge 104/92, art.8, e dalla legge Regionale del Lazio, si configurano quali spazi appositamente strutturati e pertanto idonei a favorire il processo di crescita e di integrazione sociale di persone temporaneamente o permanentemente disabili, fornendo valide occasioni per sviluppare e/o migliorare le capacità relazionali e i legami che l'individuo instaura con la comunità.

Tale strutture, hanno pertanto lo scopo di svolgere una funzione socio-educativa sul singolo individuo, che dovrà essere mirata a recuperare le capacità fisiche ed intellettuali residue per migliorarne il livello interrelazionale e d'inserimento sociale.

Quali gli interventi che si dovranno prevedere?

Si dovrà prevedere:

- interventi integrati assistenziali educativi/ rieducativi/ abilitativi e riabilitativi

- sostegno e coinvolgimento della famiglia nell'opera socio-educativa per evitare l'istituzionalizzazione del disabile

- integrazione del disabile nell'ambiente esterno

Per realizzare tali finalità, si dovrà assicurare:

1) ospitalità diurna

2) L'accudire della persona

3) Il servizio mensa

4) Attività di osservazione e orientamento mirate a:

a) Educazione del soggetto all'autonomia personale.

b) Mantenimento nell'utente delle capacità psichiche, sensoriali, motorie e manuali residue.

c) Miglioramento e sviluppo delle competenze linguistiche logico operative, critiche, estetiche, motorie e delle abilità manuali.

d) Inserimento degli utenti nel contesto territoriale

5) creazione di programmi individualizzati con obiettivi a breve e a lungo termine, in collaborazione con i servizi territoriali competenti.

6) Creazione di rapporti di gruppo con osservazione e verifica delle dinamiche relazionali.

Inoltre si potrà prevedere il servizio di trasporto a domicilio dell'utente alla Struttura e viceversa, limitatamente a quei casi che ne necessitano.

Per la realizzazione di tutte queste finalità, il Centro si avvarrà di attività occupazionali da organizzare mediante lavoro a piccoli gruppi che metteranno il disabile in situazione di apprendimento specifica atta a favorire una crescita sul piano cognitivo, estetico, creativo e manuale.

Al tempo stesso tali attività dovranno rappresentare i canali attraverso i quali si dovranno instaurare e/o consolidare i rapporti interrelazionali sia dentro la struttura, (nel rapporto con i compagni, operatori, ecc..) sia all'esterno di essa.

Particolare risalto sarà dato a quelle attività occupazionali che potranno rappresentare idonea premessa per un inserimento sociale di comunità.

L'utenza, caratteristiche e bisogni

Al Centro Diurno, saranno ammessi disabili preferibilmente appartenenti al bacino di utenza di Pomezia e Ardea:

a) Soggetti in età compresa tra i 16 e i 26 anni, con handicap di rilevante entità di tipo psico-fisico, fisico, sensoriale, accertato ai sensi della L.104/92 art. 4 o in via d'accertamento, che avranno assolto l'obbligo scolastico o che frequentino corsi scolastici superiori e necessitino di uno spazio appositamente strutturato e di un periodo limitato e finalizzato all'osservazione e all'orientamento. Ciò al fine della realizzazione di eventuali inserimenti di preformazione professionale, lavorativi o socioterapeutici.

b) Soggetti adulti, in età compresa tra i 27 e i 65 anni, con disabilità accertata ai sensi della 104/92 art. 4 di tipo psico-fisico, fisico o sensoriale per i quali non è possibile, per le condizioni del soggetto o per la mancanza di risposte in ambito territoriale, altra forma di inserimento sociale. Con la necessità di sviluppare rapporti socio relazionali per mantenere e/o migliorare le proprie capacità residue e aumentare l'autonomia personale, in un contesto di relazioni più o meno complesse con l'ambiente che li circonda.

Per ogni disabile che verrà inserito nel Centro verrà studiato un piano individuale specifico d'intervento, con il fine di promuovere la crescita personale a diversi livelli di autonomia ( personale, formativa, lavorativa, ecc. ) partendo dal rispetto di capacità e traguardi già raggiunti dalla persona. Questo piano verrà redatto tra il Gruppo Operativo Multidisciplinare del distretto Socio-Sanitario in pieno accordo con il personale del Centro Diurno, che definiranno le attività da proporre, specificandone i risultati . Adeguata informazione verrà data alla famiglia che resta parte attiva per la piena riuscita degli interventi stessi.

Le caratteristiche degli ambienti

Quale ambiente per essere accogliente, in una dimensione comunitaria, per la persona adulta in condizione di handicap intellettivo grave?

Nella progettazione di questi ambienti, abbiamo identificato almeno quattro punti essenziali in una dimensione comunitaria, per un ambiente accogliente e realmente promuovente per la persona in condizione di handicap intellettivo grave.

1) Presenza di ordine. Ordine sia materiale che a livello di razionalità, comprensibilità, chiarezza e trasparenza. Questo ordine sarà decodificabile anche da soggetti con ritardi profondi, perché se ciò non si realizza, si rischierebbe di alienare la persona, perché viene tenuta lontano dall'effettivo significato di quanto la circonda, ossia perderebbe il senso di quanto avviene attorno a lei. Quindi, la necessità di creare ambienti a misura, facilitati e non ridimensionati o ridotti. Ambienti commisurati alle capacità di comprensione e di mentalizzazione delle persone che ci vivono.

2) Massima cura della dignità del soggetto, che deve tradursi anche concretamente in realtà tangibili quali ad esempio la pulizia, l'alimentazione, l'arredamento, gli spazi, i colori, la possibilità di personalizzazione, ecc

3) Attenzione alla costruzione di una atmosfera felice, distesa, serena e non conflittuale. La persona in condizione di handicap intellettivo (più o meno grave) percepisce l'atmosfera che la circonda e se essa è negativa, è indotta a rispondere con manifestazioni altrettanto negative (es: rifiuto ecc…). Vi è chi afferma che la crisi di una struttura, di un ambiente da il primo segno attraverso il disagio dei suoi ospiti. La "tenuta" della persona in condizione di handicap è fragilissima e la loro capacità di intuire quanto non va è straordinaria! Questo è dovuto sicuramente alle caratteristiche di iporiflessione, iporazionalizzazione, per un discorso di percezione diretta.

4) Necessità che ogni rapporto sia permeato da autenticità.

Il Centro Diurno organizzerà le proprie attività in orari e spazi diversi, nell'ottica di privilegiare il lavoro a piccoli gruppi. La struttura consentirà all'utente che vi soggiorna per buona parte della giornata, di usufruire di diversi spazi diversificati.

Attività interna al Centro

Il programma di attività del Centro, terrà conto delle necessità e le indicazioni che emergeranno dai singoli progetti individuali stabiliti per gli utenti dal Gruppo Operativo Multidisciplinare. Alcune delle varie attività:

- Laboratori per le attività manuali, con le proprie caratteristiche di funzionalità ed attrezzature necessarie in relazione alla specificità del laboratorio stesso e nel rispetto della normativa vigente.

- Spazi per la socializzazione ed attività creative e ludico formative.

- Multimedialità: il computer, viene oggi considerato , un ausilio indispensabile per il raggiungimento di una maggiore autonomia per il disabile, gli facilita il gioco, l’apprendimento, la scrittura e la comunicazione, oltre a quello della sostituzione di una funzione come il movimento, la voce, la vista.

- Attività sportive nell'ampia palestra

Attività proiettate all'esterno

Il Centro Diurno promuoverà interventi, in ambito Territoriale quali ad esempio:

a) Incontri periodici per sensibilizzare la comunità locale sulle specifiche problematiche della disabilità.

b) Mostre o ogni altro tipo di manifestazione per far conoscere le attività svolte all'interno del Centro.

c) Educazione alla fruizione di strutture e servizi presenti sul territorio.

d) Inserimento degli utenti in iniziative culturali, sportive, di tempo libero del territorio.

e) Organizzazione di brevi soggiorni vacanza rivolti a piccoli gruppi di utenti, in diversi periodi dell'anno e/o durante i mesi estivi per rendere maggiormente autonomi i partecipanti nella gestione e programmazione del tempo libero.

Gli operatori del Centro Diurno collaboreranno con i servizi territoriali competenti ai fini di eventuali progetti di inserimento del disabile in occasioni di socializzazione di tipo ricreativo, culturale e sportive organizzate nel contesto cittadino e promuoverà la partecipazione dei disabili, a dette iniziative.

Rapporto con le famiglie dei disabili

Premesso che la famiglia ha un ruolo importante nel coadiuvare l'opera educativa, riabilitativa e di integrazione sociale, il personale del Centro, coinvolgerà inizialmente la famiglia nella formulazione dei piani di intervento e instaurerà incontri periodici con i familiari per la verifica dei risultati.

Ove il progetto di autonomia personale sul soggetto lo richieda, l'operatore del centro potrà effettuare osservazioni dirette dell'ambiente di vita del disabile.

In accordo con i servizi Socio-sanitari, che hanno competenza sui singoli casi, gli operatori del Centro Diurno potranno organizzare incontri formativi, su specifiche tematiche, sulla base di quanto emergerà all'interno del Centro e potranno promuovere la costituzione di gruppi di mutuo aiuto per offrire spazi di confronto sui problemi e le dinamiche che scaturiranno nell'ambito del nucleo familiare.

Analisi del contesto territoriale

Provincia di Roma- Distretto RM H - Centri Diurni nella Circoscrizione di Pomezia - dati al 31 Dicembre 2000

Comune

indirizzo

anno istituzione

numero utenti

Popolazione

 

Albano Laziale
ASL RM/H

via 25 Aprile, 28 (C.D. Intercomunale)

1998

15

34.781

Anzio
ASL RM/H 4

Parrocchia SS. Pio e Antonio - via Matteotti

1988

11

42.734

Ciampino
ASL RM/H

Scuola VIVA Ciampetto

1990

4

36.649

Ciampino
ASL RM/H

ASSOHANDICAP - Piazza Nenni, 2 Marino

1980

15

-

Ciampino
ASL RM/H

ASS. VOLONT.A.P.P.H.A.

1992

-

-

Colonna
ASL RM/H

C.Comprens. Montecompatri - via Rosmini, 1

1982

12

3.261

Frascati
ASL RM/H

C.Comprens. Montecompatri - via Rosmini, 1

1982

3

20.674

Grottaferrata
ASL RM/H

C.Comprens. Montecompatri - via Rosmini, 1

1987

10

18.251

Lanuvio
ASL RM/H

via Mariana Dionigi

1991

9

9.367

Marino
ASL RM/H

Vita Nova

via Pietro Nenni

1987

26

36.000

Marino
ASL RM/H

Giovani Insieme - via Nettunense

1992

7

-

Montecompatri
ASL RM/H

via Rosmini, 1

1986

12

-

Nettuno
ASL RM/H 4

via Matteotti - ANZIO

1991

13

38.994

Nettuno
ASL RM/H 4

c/o Centro Primasera - via del Colle, 6

1990

15

-

Nettuno
ASL RM/H 4

c/o Ospedale Villa Albani

   

-

Nettuno
ASL RM/H 4

CARITAS - via Montesanto, 25

1988

10

-

Rocca di Papa
ASL RM/H

C.Comprens. Montecompatri - via Rosmini, 1

1986

11

12.859

Rocca Priora
ASL RM/H

C.Comprens. Montecompatri - via Rosmini, 1

1986

12

9.926

Velletri
ASL RM/H

via Orti Ginnetti

1993

 

48.645

Ardea

ASL RM/H 4

 

28.699

Pomezia

ASL RM/H 4

Gli invalidi nel Comune di Pomezia sono circa 1270 di età compresa tra i 16 e i 64 anni. 118 riconosciuti e certificati secondo la legge 104/92, di cui 39 gravissimi.

46.645

Nemi

ASL RM/H

-

-

-

1.812

Montecompatri

ASL RM/H

-

-

-

8.222

Monte Porzio Catone

ASL RM/H

-

-

-

8.145

Genzano di Roma

ASL RM/H

-

-

-

22.359

Castelgandolfo

ASL RM/H

-

-

-

8.347

Lariano

ASL RM/H

-

-

-

9.885

ASL RM/H - ambito territoriale

Albano Laziale, Anzio, Ardea, Ariccia, Castelgandolfo, Ciampino, Colonna, Frascati, Genzano di Roma, Grottaferrata, Lanuvio, Lariano, Marino, Monte Porzio Catone, Montecompatri, Nemi, Nettuno, Pomezia, Rocca di Papa, Rocca Priora, Velletri

Un servizio esistente: quello dell'Uonpi

Nel territorio di Pomezia-Ardea, i bambini che hanno usufruito, nell'ultimo anno scolastico, delle azioni di sostegno dall'UONPI ( Unità di Neuro-psichiatria Infantile) per favorire l'integrazione scolastica nel 41° Distretto scolastico, sono stati 260:

§ 22 nelle scuole dell'infanzia

§ 142 nelle scuole elementari

§ 71 nelle scuole medie statali

§ 25 nelle scuole medie superiori

Gli interventi di Neuropsichiatria Infantile, nell'ambito del territorio sono stati circa 2.200. Le prestazioni delle Psicologhe circa 1500

La Unità operativa di Neuropsichiatria infantile, che ha avviato la sua attività nel 1976, con la sigla U.T.R. ( Unità Territoriale di riabilitazione ), aveva nel 1983, un bacino di utenza di 42.749 unità, i cui soggetti nella fascia di età 0-18 anni erano il 33% della popolazione totale. Attualmente il bacino di utenza è di oltre 75.000 unità e il personale che presta servizio è quasi dimezzato.

La congestione di questa UONPI ( la prima, come attività nella prov. di Roma ), è evidente.

Malgrado questo, la collaborazione tra l'Unità di Neuropsichiatria e le scuole non è venuta meno. I problemi, quelli gravi, nascono dopo la conclusione dell'obbligo scolastico, dove lo spazio di inserimento dei disabili si restringe fortemente.

A risentirne più sono le persone che hanno un handicap grave-gravissimo con prestazioni intellettive deficitarie tali da ostacolare le funzioni sociali e adattive; ma ne risentono anche i disabili che presentano una strutturazione di personalità meno compromessa con qualche possibilità lavorativa. Un Centro Diurno ubicato su questo territorio risponderebbe finalmente a questa urgenza che per lungo arco di tempo è ricaduta completamente sulla famiglia, costretta ad affrontare disagi intensi per trovare una risposta ai bisogni sociali e sanitari dei propri figli. Non sempre è stato possibile per loro trovare risorse, risorse congrue e durature nel tempo.

I disabili che hanno concluso l'obbligo scolastico, le loro famiglie già così provate dalla sorte, hanno diritto a risposte concrete. La stessa unità di riabilitazione della ASL spesso ha sofferto di forti contrazioni nel numero di persone in servizio, tanto da non poter assicurare l'erogazione delle prestazioni riabilitative per l'età evolutiva. Anche in questa circostanza sempre le famiglie hanno dovuto fronteggiare l'emergenza, rivolgendosi ai Centri convenzionati a volte molto distanti dal territorio. Disporre di una alternativa che possa integrare il lavoro svolto dai servizi della Azienda Sanitaria Locale, sembra una risorsa ottimale, soprattutto nell'ottica di sopperire alle emergenze critiche.

…. La casa e la scuola non sono i soli ambienti di vita dei giovani con deficit, Il loro mondo come quello dei loro coetanei si estende a tutti gli spazi extradomestici ed extrascolastici nei quali poter giocare, svolgere attività formative ed espressive, relazionarsi con gli altri, vivere esperienze culturali sociali e ricreative. Il processo di riabilitazione di un giovane con handicap, non si esaurisce solo con il recupero delle abilità lese, ma è costituito da tutti gli stimoli e le relazioni che gli permettono e favoriscono il processo di crescita globale.

Lo stesso apprendimento scolastico perché non avvenga in ritardo presuppone la possibilità di aver svolto e di svolgere esperienze ludiche, espressive e psicomotorie.

 

Contributi di Marisa Durante, responsabile Servizio Disabili AASSLL 9 di Treviso

Comune di Firenze


La scheda del Centro Vaclav Vojta 

Via Salvatore Pincherle, 186 - 00146 ROMA - Cooperativa Soc. a r. l. Ambulatorio tel. 06 5413733 - 06 5413734 degenza Diurna: tel. 06 5413225 - 06 5413226 - fax 06 5416366

 Il Centro Vaclav Vojta è convenzionato con il SSN per

Vengono erogate prestazioni di:

- fisioterapia sec. Vojta, kinesiterapia in piscina

- ergoterapia in palestra

- logoterapia

- psicomotricità

- terapia occupazionale

Per la degenza diurna, oltre ai trattamenti sopra descritti, si aggiungono attività in piscina e altre attività sportive.

- Animazione

- Addestramento all'autosufficienza

- Visite guidate esterne

- Servizi medici di Neuropsichiatria infantile, e consulenze specialistiche varie.

Annualmente vengono organizzati due soggiorni riabilitativi estivi e in montagna.

Il Centro organizza tutti gli anni corsi di specializzazione nella metodica Vjta per fisioterapisti e medici provenienti da ogni parte d'Italia e dall'estero nonché aggiornamenti scientifici periodici.