sulla "Formazione"
Intervista ad Anna Finocchiaro

a cura di
Nadia Scardeoni


Un Ministro per le Pari Opportunità, Anna Finocchiaro ci offre la possibilità, fuori del dibattito della "Città delle donne" di scambiare alcune riflessioni sui temi della formazione e, in particolare sul decreto legge relativo alla scuola di specializzazione per i docenti della scuola superiore. E' un momento di confronto che ci riempie di speranza, proprio per la sua modalità. Il tutto accade così, con naturalezza, nella hall dell'albergo: "La Pace", di Montecatini, dopo il dibattito: "Lavoro sì, lavoro no" con una foto ricordo stile anni 50', e senza "salamelecchi". Anna Finocchiaro è un bel volto di questo governo che, sicuramente, darà il meglio delle sue competenze per mettere a dimora progetti sostanzialmente efficaci per la bonifica e il "restauro" dello stato sociale, a partire dai bisogni espressi dalle comunità deboli o comunque mantenute tali. E' questo il "leitmotiv" che sentiamo nei suoi interventi. E, soprattutto, ci rasserena il suo equilibrio.

Dal dibattito di oggi, qualche perplessità verso questo ministro della Pubblica Istruzione, io invece penso che qualcosa si muova, anzi qualcosa di molto importante. Vorrei che tu commentassi questo decreto legge che riguarda la scuola di specializzazione per i futuri docenti della scuola superiore che esprime finalmente una volontà chiara che nella scuola ci siano degli "educatori". Si tratta di formare gli insegnanti attraverso la didattica specifica della loro disciplina, il tirocinio, le acquisizioni necessarie relative alle scienze dell'educazione.

Bisogna colmare il vuoto che ci separa dal resto d'Europa. Il nostro è l'unico paese in cui basta laurearsi per essere insegnanti, invece la didattica è una cosa complicata, l'educazione dei ragazzi è un investimento che una nazione moderna deve fare e si comincia dagli insegnanti; colmare questo vuoto e insieme dare il segnale di una grande disponibilità all'investimento sulla cultura e sulla crescita equilibrata dei soggetti, dico equilibrata nel senso che i soggetti riescono anche a tenere conto della complessità del percorso educativo, delle differenze, delle novità per essere attrezzati rispetto alla modernità. Io credo che aver cominciato da qui sia anche la garanzia di un percorso serio, che è una cosa seria quella che si sta mettendo in cammino.

Dobbiamo anche ricordare quanto poco si sia sempre fatto per la scuola e come ancora oggi si avanzi pretestuosamente, la mancanza di fondi per disilluderci della bontà di una azione di riforma come questa. Oltre l'associazione LIBERA che è impegnatissima a reperire fondi confiscati al sistema malavitoso, per impegnarli nella formazione soprattutto nelle aree depresse del paese, possiamo coltivare la speranza che, pur nelle difficoltà oggettive, questo governo esprima la forte volontà politica di reperire finalmente i "fondi" per la scuola in Italia, magari distraendoli da altre destinazioni che non abbiano la stessa valenza etica?

Non solo credo che sia possibile farlo, ma credo che lo si debba fare. Un governo si riconosce soprattutto in un momento di crisi economica per la capacità di organizzare gerarchicamente i valori. Le dichiarazioni del ministro Berlinguer, e del Presidente del Consiglio sono assolutamente univoche: "Investiamo sulla scuola, investiamo sui giovani, sulle future generazioni". Se io devo descrivere questa manovra finanziaria che certamente è una manovra rigida la descrivo cosi: "E' rigida, quindi improntata ad un grande rigore ma è una finanziaria che ha grandi prospettive, che guarda al futuro, che guarda ai ragazzi, alle ragazze e quindi alla scuola e al momento formativo come al luogo di maggior investimento di uno Stato sulle proprie risorse.

Oggi nel corso del dibattito hai accennato ai fondi Europei e alla "distrazione" da una loro giusta e idonea destinazione; quest'anno poi è l'anno, lo dobbiamo ricordare, che il Parlamento Europeo ha dedicato alla scuola e alla formazione, mi sembra quindi utile chiederti se si vuole porre una particolare attenzione a questi fondi che spesso giacciono inutilizzati o peggio, vengono utilizzati malissimo.

In Sicilia la Regione ha destinato cinquecento miliardi a corsi di formazione per parrucchiere estetiste che non troveranno impiego. Occorre razionalizzare i progetti per i fondi Europei affinché le competenze attive sul territorio siano in grado di ottenere un'adeguata risposta agli effettivi bisogni delle aree di appartenenza. Solo così potranno essere colmati i gravi disavanzi che le aree depresse del paese subiscono e si potrà dare alla formazione il ruolo strategico e determinante che deve avere in un piano di risanamento dell'occupazione.

Ci salutiamo, con un sorriso: è un: "arrivederci" perché siamo certe che ci metteremo tutta la buona volontà per riempire di "azioni" queste dichiarazioni che non vogliono restare "buone intenzioni".

Nadia Scardeoni

BOX:

Stralci dal Regolamento concernente l'ordinamento didattico della scuola di specializzazione per la formazione degli insegnanti della scuola secondaria, emanato con D.P.R. del 31 luglio 1996, n. 470:

Art.1 - Finalità della scuola di specializzazione

........La scuola si articola in indirizzi determinati nel regolamento didattico di struttura e corrispondenti ad abilitazioni all'insegnamento nelle scuole secondarie. In ogni scuola devono essere attivati almeno due indirizzi....con piani di studio adeguati alla formazione professionale corrispondente alle classi concorsuali relative all'insegnamento nelle scuole secondarie, secondo l'ordinamento scolastico vigente.

Art. 2 - Diploma

..........I diplomi rilasciati dalla scuola di specializzazione costituiscono titolo di ammissione ai corrispondenti concorsi a posti di insegnamento nelle scuole secondarie.

Art. 3 - Durata ed articolazione del corso degli studi

Il corso degli studi ha la durata di due anni. Esso prevede almeno 700 ore di insegnamento, comprensive di laboratori didattici, ed un tirocinio pratico guidato di almeno 300 ore affidato a docenti di ruolo della scuola secondaria. Gli insegnamenti comprendono almeno 5 insegnamenti semestrali relativi alle scienze dell'educazione, di norma comuni agli allievi di tutti gli indirizzi, e almeno 5 insegnamenti semestrali relativi alle didattiche disciplinari volti ad un approfondimento metodologico e didattico nelle aree disciplinari interessate.............

Art. 4 - Piani di studio

Il consiglio della scuola approva per ogni allievo il piano di studio.............

Art. 5 - Contenuti del piano di studio

Art. 6 - Ammissione alla scuola di specializzazione

Art. 7 - Determinazione del numero delle iscrizioni e borse di studio

Art. 8 - Criteri di ammissione

Art. 9 - Attività di insegnamento

Lo svolgimento delle attività nella scuola costituisce per i professori e ricercatori universitari adempimento dei doveri accademici ai sensi della normativa vigente. Per gli insegnamenti nella scuola che non siano ancora ricoperti da titolari di ruolo si provvede secondo le norme in vigore.

Art. 10 - Regolamento didattico di struttura

Il regolamento didattico di struttura terrà conto delle intese che, per favorire il massimo raccordo tra formazione universitaria e attività di insegnamento nella scuola, vengano stipulate tra il Ministro dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica e il Ministro della Pubblica Istruzione:..........

Art. 11 - Comitato di proposta


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