In memoria di

Giovanni Falcone

domenica 23 maggio
7 Anniversario
della strage
di CAPACI

 

" Si muore generalmente perché si è soli o perché

si è entrati in un gioco troppo grande.

Si muore spesso perché non si dispone delle necessarie alleanze,

perché si è privi di sostegno.

In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato

non è riuscito a proteggere."

Giovanni Falcone

 

L'eredità del giudice Falcone

Marcelle Padovani

"Non avrebbe voluto diventare un eroe, Giovanni Falcone.

Perché era convinto che uno stato tecnicamente attrezzato e politicamente impegnato potesse sconfiggere il crimine organizzato facendo a meno di tanti sacrifici individuali.

Per Falcone, la responsabilità collettiva di un ufficio specializzato, di una istituzione locale, di una Procura nazionale, avrebbe dovuto cancellare le singole personalità e dunque la vulnerabilità dei singoli operatori dell'Antimafia:

" Quando esistono degli organismi collettivi," diceva" quando la lotta non è concentrata o simboleggiata da una sola persona, allora la mafia ci pensa due volte prima di uccidere."

Non avrebbe dunque , falcone, voluto diventare un eroe.

"Vale la pena," gli avevo chiesto durante un'intervista televisiva del gennaio 1988 "vale la pena di rischiare la propria vita per questo stato?"

E lui rispose, un po' sconcertato: "Che io sappia, c'è soltanto questo stato, o più precisamente questa società di cui lo Stato è l'espressione."

Non eroe per vocazione, ma servitore dello stato: questo era il giudice Falcone."

( stralcio da : Nota introduttiva all'edizione 1995 di COSE DI COSA NOSTRA)

* * *

 

raccolta di scritti e poesie a cura di nadia scardeoni

 

Palermo: un altro addio, un altro allarme!

Quante volte l'uomo mi ha deluso,

quante volte cercando la chiarezza,

si è trovata la morte,

giri di parole, di affari.

Quante volte ruoli al posto di persone.

Il potere spara

il potere spara

spara per eliminare

spara per distruggere,

spara per mantenere,

spara per contenere,

spara per onore.

Il potere spara e poi pulisce

e tutto sembra finito.

non ti scordo tragico giorno.

Simona Faiella

* * *

 

Tempestosa e pesante è la pioggia.

Rumorosa e scrosciante come la folla che guarda.

Gravida di tensioni e di interrogativi.

E' noiosa per chi ha le scarpe lucide.

Unica protagonista di una tragedia

ripetuta ormai troppe volte

è la pioggia che al posto del sole,

nell'ora più calda del giorno,

in terra di SICILIA,

scende a cancellare dall'elenco

i nomi dei cari perduti

e si confonde tra le lacrime

di un dolore

che a stento diventa speranza e rabbia

negli occhi del futuro

Rossella Strianese

* * *

 

Il mio cuore è pieno di rancore.

La mia mente soffocata da mille perchè.

E' morte ancora,

è morte per chi difendeva il giusto.

L'hanno annullato,

come pianta recisa,

l'hanno spezzato.

E ora siamo di nuovo soli,

senza appoggio,

senza una difesa.

Ma coraggio, non ci fermiamo,

attacchiamo, abbattiamo chi

vuole fare del nostro silenzio il suo potere.

Enrica Lapenna

* * *

 

Palermo

applausi ai morti

insulti ai vivi.

Piazza San Domenico, tristezza,

una profonda amarezza,

vite volate via, distrutte,

sentimenti spezzati.

Gente disperata, rassegnata,

funerali in corso,

questa è la Palermo di oggi,

una città dal volto livido e dimesso.

Occhiali scuri che nascondono il terrore e la delinquenza.

Questa è la Palermo di oggi.

Alfonsina Picciocchi

* * *

 

E' una giornata piovosa,

Palermo grida giustizia con una voce soffocata dalla rabbia,

La folla è riunita.

Vi è sgomento, ira contro lo stato,

lo stato inerte.

Gli angeli custodi protettori della vita sono lì,

con il loro protetto,

l'hanno accompagnato anche durante la morte.

La folla applaude agli eroi,

ai guerrieri morti in battaglia,

ogni applauso è simile ad una corona di alloro.

Tutto termina,

ma non la voglia di continuare,

non la speranza che altri uomini

continuino questa lotta.

Achille Giuliani

 

I pensieri dei bambini dall’Albero di Falcone

Falcone non dovevi morire, perché senza di te non potremo mai scoprire la mafia, che così ucciderà tutta la Sicilia.

spero che venga un uomo coraggioso e forte come te.

Giuseppe

 

Falcone tu eri un uomo onesto e combattevo per noi contro la mafia.

Resterai nei nostri cuori.

Spero che nel mio futuro ci sarà un nuovo giudice buono e onesto come te.

Gisella

 

La mafia questa volta è stata troppo cattiva

speriamo che si penta

e che il sacrificio di questi martiri serva a qualcosa.

Giovanni

 

Al giudice Falcone

Si spegne il sole

Le nubi ricoprono le gemme

dei piccoli fiori

posati sulla bara

piccoli fiori per dire: NO, alla mafia!

Grazie, grande uomo

Domenico

 

Falcone tu eri un bravo magistrato.

Tu combattevi la mafia.

Penso veramente che Gesù ti abbia accolto a braccia aperte

in quel mondo così bello e lontano

dove tu adesso non soffri.

Tu, lassù, ritorni bambino

e la felicità entra nel tuo cuore

già pieno d'amore e di giustizia

contro quella pietra pomice che sta in acqua a galleggiare e che

un giorno

dovrà affondare

Alice

 

Falcone tu avevi scoperto troppo,

tu avevi il coraggio e la volontà per abbattere la mafia

e io spero che la tua morte

non sia inutile

ma che serva

ad accendere la speranza dentro di noi

Giorgio

 

Noi Palermitani

Noi che abbiamo visto la Sicilia

madre gravida di forza e volontà

sventrata in autostrada

come carne macellata.

 

Noi che con la gola e le narici attanagliate

dal fetore della carne bruciata viva

abbiamo frenato la voglia di vomitare

davanti a tizzoni accesi e pezzettini informi

di ciò che solo un attimo prima erano

sentimenti, emozioni, gioventù, voglia di vivere.

 

Noi che abbiamo visto bestie feroci

strappare con denti aguzzi ed unghie acuminate

dal vocabolario degli onesti parole

come giustizia, libertà e dignità.

 

Noi che abbiamo visto la speranza

suicidata dal balcone della capitale

da noi tanto lontana.

 

Noi che abbiamo stampato degli occhi e nel cuore

il sorriso sornione di Giovanni Falcone

che continua a farsi beffa di chi lo volle morto.

 

Noi che abbiamo visto Paolo Borsellino

rimettere al loro posto le parole giuste

in quel vocabolario spezzato e lacerato.

 

Noi che percorriamo le strade della nostra terra

con la paura di confondere il rosso dei papaveri

con il rosso del sangue delle vittime immolate.

 

Noi non ci inginocchieremo

noi non dimenticheremo

noi continueremo ad andare avanti

ed a testa alta al mondo grideremo:

NOI SIAMO PALERMITANI di Sara Favarò

* * *

http://www.FONDAZIONEFALCONE.IT/



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