Prima Pagina
Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo

Ricerca

 

CLAUDIO FAVA: Il filo esile che lega e distingue ossessione da coerenza

"Viviamo un tempo in cui, come scrive Pintor, da che parte stare é un giuramento da ripetere a se stessi ogni giorno...." 
Claudio Fava

da LETTERE repubblica.it

L'ossessione della mafia di Claudio Fava Eurodeputato ds   Nel viaggio siciliano di Conchita de Gregorio, appassionato e rigoroso come è sempre la sua scrittura, mi ha preoccupato una breve chiosa dell'editrice Elvira Sellerio: " Claudio Fava è ossessionato dalla mafia". 

Non pretendo che la Signora Sellerio abbia preso nota, nei tre anni in cui sono stato segretario dei democratici di Sinistra in Sicilia, delle molte spigolose vertenze (spesso minoritarie), sempre necessarie che ci siamo intestati: e che mi sembra obbiettivamente difficile ricondurre - tutte - a un'ossessione mafiosa. 

La denuncia del saccheggio delle coste siciliane, la testimonianza in difesa dell'autonomia dei giudici ( di tutti i giudici), la battaglia contro le flessibilità punitive di un certo padronato siciliano, l'idea elementare di una società in cui al voto non corrisponda, geometricamente , il mercimonio dei diritti e dei bisogni...

Potrei continuare. 

Sono i titoli di un (ingenuo?) impegno civile e politico consumato nei giorni trascorsi. 

Non di un'ossessione antimafiosa. 

Ma è altro che mi amareggia. 

E' la scelta di quella parola, frettolosa e ingrata: ossessione. E' l'identico pretesto che per 18 anni mi sono sentito rivolgere da chi non apprezzava la franchezza di certe battaglie e non trovava altri argomenti per confutarle. 

Lo stesso buffetto sulla guancia con cui si liquidava ogni cronaca, ogni fatto, ogni indignazione: i nodi colpevoli fra economia assistita e mafia? 

Il livello traboccante di pubblica corruzione? i processi arenati nei porti delle nebbie? La privata, diffusa, tollerata impunità? 

Un'ossessione! E giù un tiepido sorriso per far capire che certi accanimenti erano solo fatti personali, molecole impazzite del proprio dolore, lutti non elaborati, urla sguaiate. Da compatire. 

Mai da ascoltare. Poi accadeva che la storia macinava le proprie verità. Sui Cavalieri di catania,. Sui commissari in busta paga da Nitto Santapaola. Sui ricercati che nessuno cercava. Sui processi che nessuno celebrava. Arrivavano i fatti, infine: magra consolazione. 

Vorrei che la Signora Sellerio comprendesse che il lusso della rabbia, dell'ossessione, del gesto folle, della parola sguaiata, noi questo lusso non ce lo siamo potuti permettere. Mai. Nemmeno quando dentro di noi pulsava davvero un bisogno di urlare: a quel nervo scoperto, dentro, corrispondeva fuori, il dovere di un ragionamento.Dire, spiegare.Mai urlare. 

Per questo sono preoccupato. E offeso: per quella frase distratta, per quel filo reciso.Il filo che tiene insieme e distingue l'ossessione dalla coerenza. 

C'è costata molta pena e molta pazienza, tessere quel filo, marcare quella distinzione e rimbeccare gli imbelli. Quelli che non c'erano, e non sapevano, e non guardavano. 

Se abbiamo perso , in Sicilia e altrove, ognuno misure le proprie colpe. Io, come tutti, ne ho molte. Ma non quella di essermi affezionato e ossessionato al pensiero della mafia. 

Ripeto: è un lusso che la vita non ci ha concesso.


La pagina
- Educazione&Scuola©