Non state a guardare...

di Nadia Scardeoni Palumbo

Dalle pagine di INTERLINEA, in questi anni, ho cercato di costruire, attraverso testi , articoli e riflessioni, un'attenzione costante verso il "primato della persona" nella interdipendenza dei problemi di ordine   ambientale-economico-finanziario, sociale, culturale, legale  e politico".

Hanno  sorretto il mio  progetto con la loro massima  disponibilità e con l' apporto  di esemplare coerenza intellettuale:

Angelo Tartaglia, Serge Latouche, Nino Caponnetto, Pasquale Palmeri, Rita Bartoli Costa, Maria Falcone, Francesca Vassallo, Giuseppe Casarrubea, Franca De Mauro, Riccardo Petrella, Nicola Cuomo, Gianguido Palumbo, Mario Lodi, Tullio di Mauro, Eugenio Turri, , Angelo Lombardi, Luicio Russo,  Anna Finocchiaro , Jane Toby,  Gian Luigi Verzellesi, Elio Franzini, Bernardo Rossi Doria, Maria Antonietta Spadaro, Maria Filippone Colonna, Svetlana Broz

A tutti un grazie di cuore per aver contribuito alla  costruzione di  un messaggio forte chiaro e coerente.

Nadia Scardeoni Palumbo
Comitato Scientifico di Edscuola.com
redattrice di INTERLINEA
http://www.edscuola.com/archivio/interlinea
http://www.edscuola.com/archivio/interlinea/adige2701.html

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da televideo 08/07 15:06
IL PAPA: ASCOLTATE GRIDO DEI POVERI

"I popoli più ricchi e tecnologicamente avanzati devono saper ascoltare il grido di tanti popoli poveri del mondo:essi chiedono, semplicemente, ciò che è loro sacrosanto diritto".E'il messaggio  del Papa, all'Angelus. Ripetendo le parole di un  anno fa a Tor Vergata, saluta i giovani a Genova.
La fede "sprona a interpellare, con spirito propositivo, i responsabili della politica e dell'economia".Nella globalizzazione, giustizia e solidarietà sono esigenze irrinunciabili.Unendosi ai vescovi liguri, il Papa chiede un "sussulto di  nuova moralità". Ai G8, assicura che la Chiesa si adopera per garantire che vinca l'umanità tutta e per i lavori auspica un clima sereno.

da rai news
Città del Vaticano, 9 luglio

Papa Wojtyla ha lanciato un appello ai potenti del  mondo affinchè, nel vertice del G8 di Genova, abbiano   un sussulto di "nuova moralità" e sappiano ascoltare  "il grido di tanti Paesi poveri del mondo" che chiedono "ciò che è loro sacrosanto diritto". Il Pontefice ha  anche esortato a fare in modo che il summit si svolga in un clima "di concordia e serenità".

Una speranza nei giovani

Ai giovani cattolici, che ieri si sono riuniti a Genova, Giovanni Paolo II ha dato tutto il suo sostegno ed ha   ripetuto quanto disse durante la Giornata mondiale  della Gioventù a Tor Vergata lo scorso agosto: "Voi   non vi rassegnerete a un mondo in cui altri esseri  umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro. Voi difenderete la vita in ogni momento del  suo sviluppo terreno, vi sforzerete con ogni energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti".

La fede non può lasciare indifferenti

Un discorso forte ed estremamente chiaro quello fatto  dall'anziano pontefice stamane, prima della tradizionale preghiera dell'Angelus in piazza San  Pietro. "La fede - ha spiegato - non può lasciare il cristiano indifferente di fronte a simili questioni di  rilevanza mondiale. Essa lo sprona ad interpellare, con spirito propositivo, i responsabili della politica e dell'economia, chiedendo che l'attuale processo di globalizzazione sia fortemente governato dalle ragioni  del bene comune dei cittadini del mondo intero, sulla base delle irrinunciabili esigenze della giustizia e  della solidarietà".

I ricchi devono saper ascoltare il grido dei  poveri

Il Papa si è voluto unire ai vescovi liguri che hanno  recentemente espresso "l'urgenza di risvegliare in tutti, a partire dai responsabili della cosa pubblica, un  sussulto di nuova nuova moralità di fronte ai gravi e talvolta drammatici problemi di ordine  economico-finanziario, sanitario, sociale, culturale, ambientale e politico".

"I popoli più ricchi e tecnologicamente avanzati", ha  ammonito Giovanni Paolo II, "devono saper ascoltare il grido di tanti popoli poveri del mondo: essi chiedono semplicemente ciò che è loro sacrosanto diritto".

"Ai responsabili dei Governi di tutto il mondo, e, in  particolare, a quelli che si riuniranno a Genova, desidero assicurare - ha sottolineato - che la Chiesa  si adopera con le persone di buona volontà per garantire che in questo processo vinca l'umanità  intera. La destinazione dei beni universali della Chiesa è, infatti, uno dei cardini della dottrina sociale  della Chiesa".

Che sia un G8 a favore dell'intera umanità Giovanni Paolo II si è poi rivolto all'Italia perchè sappia  "mostrare la sua tipica e squisita ospitalità verso tutti coloro che si recheranno a Genova, per questa  circostanza, in un clima di concordia e serenità".

"Chiediamo - ha concluso - alla Vergine Santissima  di infondere nel cuore di ciascuno sentimenti di pace e di solidarietà, così che l'incontro previsto possa  maturare decisioni favorevoli al vero bene dell'intera umanità".

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da la Repubblica
http://www.repubblica.it/online/politica/gottoquattro/papa/papa.html

Il Papa ai potenti del mondo "Ascoltate il grido dei poveri

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da l'AVVENIRE del  9 luglio 2001
Il cardinale indica tre strade: volontariato, partecipazione alla vita politica e testimonianza personale

«Impegnatevi, non state a guardare»Tettamanzi: riscoprire la dottrina sociale della Chiesa

GENOVA. (U.Fo.) Proteste, richieste, pretese... No. O almeno non soltanto né principalmente. Siamo qui per assumerci le nostre responsabilità. E solo a quel punto chiedere agli altri, potenti compresi, di essere responsabili e scoprire, sotto la carta di credito, un cuore che batte. L'arcivescovo di Genova, cardinale Dionigi
Tettamanzi, parla per ultimo, a un soffio dalle 14. Parla a braccio, ripercorrendo a memoria il testo scritto affidato all'organizzazione. Deve fermarsi spesso, colpa degli applausi. La gente gradisce e lo dimostra, la sintonia è alta e si sente. Piacciono i riferimenti alla dottrina sociale della Chiesa. Piacciono le frasi che suonano come slogan: «Non è l'uomo per la globalizzazione, ma la globalizzazione per l'uomo», e ancora: «I diritti dei deboli non sono diritti "deboli"».

Le proteste, le richieste, le pressioni. Non che siano indebite, tutt'altro. Tettamanzi conosce chi lo ascolta, ne intuisce i desideri, e glieli rivela: «Nell'abituale discorso sulla globalizzazione la tendenza prevalente, se non esclusiva, è quella di esercitare una pressione sugli altri. È lecito, anzi è doveroso, perché tutti siamo responsabili di tutti».

Responsabili: non sarà la prima volta che userà questo termine. «Di qui le richieste rivolte in particolare agli operatori economici e finanziari, e ancor più, nonostante la loro debolezza, ai responsabili della politica. Ed è in questa direzione che si muove anche il manifesto ai leader del G8». Ma c'è un ma. Una premessa. Una condizione: «È necessario però premere su noi stessi: noi per primi siamo interpellati, sfidati nella  nostra libertà, che deve pertanto farsi responsabile. Occorre il coraggio di investire in pienezza ciascuno la propria libertà, che il Concilio definisce segno altissimo dell'immagine di Dio nell'uomo».

Ecco, queste sono parole che piacciono. Solo chi è responsabile può invitare gli altri a esserlo. Ed eccole le «responsabilità che toccano ciascuno di noi come cittadini del mondo». Tettamanzi indica tre strade: «Quella del volontariato, destinato alla costruzione del villaggio globale; quella della partecipazione coraggiosa alla vita politica, come forma privilegiata di carità sociale; quella della testimonianza personale di vita, vita sobria, fatta di condivisione delle situazioni più varie di povertà».

Tettamanzi si merita un'altra graguola di applausi quando ricorda la «funzione sociale della proprietà privata: la destinazione universale dei beni è uno dei cardini della dottrina sociale della Chiesa». Sono strade, insiste in cardinale,da «percorrere con energia».

Potrebbe bastare? No, non basta. Non bisogna dimenticare la «qualità aggiunta cristiana": «C'è un «perché» e c'è un «come», tipici e originali per i cristiani, in forza della fede e della carità. Ai cristiani viene affidato da Dio stesso, in Gesù Cristo Figlio di Dio fatto uomo, per mezzo dello Spirito, il compito di costruire un mondo più unito e solidale». La strada è appunto quella della dottrina sociale, «che chiede di essere riscoperta e vissuta, non solo a livello di conoscenza, ma anche a livello di realizzazione coraggiosa e profetica, nel segno della speranza, secondo quanto dice la  «Gaudium et spes": «Chiunque segue Cristo, uomo perfetto, si fa lui pure più uomo"».

Negli applausi convinti, forti, insistiti, sembra di cogliere un pizzico di rimpianto. Non state a guardare, ma studiate, impegnatevi, fate politica, dice l'arcivescovo... Magari. Così ricca e così poco «praticata», la dottrina sociale. Tettamanzi finisce come aveva cominciato, dalla dottrina sociale e dal suo cuore, «la persona umana, con la sua dignità incommensurabile e inviolabile». Proprio la persona umana, aveva esordito  l'arcivescovo di Genova, è «il filo rosso che lega Tor Vergata e questo incontro». Il cuore della dottrina sociale, che Tettamanzi ricorda di aver visto sintetizzata in uno striscione appeso alla Cattedrale di St Dénis in occasione di un pellegrinaggio del papa: «Un giovane lavoratore vale più dell'universo». Anche un bambino ammalato di Aids... Una qualsiasi persona umana. Se volete, chiamatela pure «pretesa».

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da PAGINE DI RESISTENZA
http://www.edscuola.com/archivio/interlinea/interlinea09.html

in INTERLINEA

SOPRAVVIVENZA, RESISTENZA, DISSIDENZA  Serge Latouche
http://www.edscuola.com/archivio/interlinea/sopravvivenza.html

................Resistere significa allora, tentare di frenare, tentare
di cambiare la direzione se è ancora possibile.

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http://www.edscuola.com/archivio/interlinea/interlinea02.html