DALLA CATENA DEL VALORE ALLA RAGNATELA DEL VALORE
Criteri per individuare gli indicatori di sviluppo del commercio elettronico

di Paolo Manzelli LRE@blu.chim1.unifi.it

Allo scopo di incentivare una sempre crescente presenza di aziende su Internet con particolare riguardo a settori di importante rilevanza per lo sviluppo competitivo del Paese, il Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato adottera’ specifiche misure per la concessione di contributi in conto capitale nei limiti
degli aiuti "de minimis".
Vedi: http://www2.palazzochigi.it/fsi/ita/commercio.htm

Per lo sviluppo dell’attività d’impresa attraverso le nuove tecnologie e il commercio elettronico si prevede che verranno stanziati 330 miliardi nel triennio 2000-2002 da conferire al Fondo speciale per l’innovazione tecnologica presso il Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato.

Di tale stanziamento, 80 miliardi annui sono destinati ad incentivi da concedere, sotto forma di credito d’imposta e nei limiti stabiliti dalla disciplina comunitaria sugli aiuti di Stato "de minimis", alle imprese che attivano o rinnovano.
Vedi: http://www2.palazzochigi.it/fsi/ita/archivi/new/newsletter14.html

In questo contesto e’ quindi opportuno stabilire criteri ed indicatori di alta affidabilità per garantire le modalità con cui si dovrà vigilare sulla disciplina della concessione dei suddetti contributi in conto capitale. Pertanto a tale proposito , facendo particolare riferimento allo sviluppo di siti del “commercio elettronico”, è opportuno mettere in luce le differenti strategie di di attuazione del <e.commerce>

Si possono distinguere nettamente almeno due modalità di intendere l' e.commerce:

a) la prima (che chiameremo “sostitutiva”), consiste nel accelerare le interazioni commerciali saltando alcuni intermedi (I) della catena lineare della costruzione del valore delle merci, in modo da ottenere un abbattimento dei costi, che permetta di introdurre l’ utilizzazione delle nuove tecnologie e il commercio elettronico

P ----> I ------> C (P = Produttore , I = Intermediario, C = Consumatore)

b) la seconda ( che chiameremo “integrativa” ), si propone invece di trasformare la dimensione lineare della catena del valore, secondo la indicazione della comunità europea (Vedi: “Guidelines INFO 2000 “Content and Commerce Driven Strategies in Global Networks”, http://www2.echo.lu/condrinet/), dove si indica con chiarezza che la transizione dalla società industriale alla società della informazione e della conoscenza dovrà perseguire la strategia che con uno slogan efficace viene indicata come il passaggio << “ Dalla catena del valore alla ragnatela del valore “ >> , al fine di dare sviluppo alla cosiddetta “NETWORKED DIGITAL ECONOMY”, basata su il partenariato di impresa tra: Intermediari (I) // Produttori (P) // Consumatori (C)

La strategia di sviluppo del e. commerce, cosiddetta “intergrativa” pertanto si incentra sulla valorizzazione e re-ingegnerizzazione del ruolo degli intermediari nel favorire lo sviluppo di relazioni commerciali online.

Osserviamo che la strategia “sostitutiva” applicata al contesto socio-economico europeo economicamente e socialmente rischiosa, proprio in quanto il relativo Business-online si fonda sul presupposto di poter disconoscere le conseguenti diseconomie di tutti i settori di impiego che fungono da intermediari del commercio.

Pertanto resta evidente prevedere che la strategia “sostitutiva”, proprio per il fatto che tende a realizzare un facile abbattimento dei costi, dando sviluppo a una rapida velocità di gestione delle relazioni in tempo reale tra produttori e consumatori arrecherà un evidente danno a tutte le intermediazioni del mercato ed a gran parte dei lavoratori del commercio, con il risultato di sostituire tecnologie a lavoro.

Quindi sarà necessario vigilare sulla disciplina dei bilanci di coloro che si accingono ad attuare tale tipologia di e.commerce nei paesi partecipanti all’euro, applicando, qualora diventi necessario, le possibili sanzioni previste nel caso che la strategia “sostitutiva” dell’ e.commerce, non potrà dimostrarsi rispondente ai criteri e agli indicatori approvati dalla UE per lo sviluppo sostenibile.

Inoltre e’ opportuno mettere in evidenza che la maggior parte dei portali per l’ e.commerce recentemente in rete in lingua italiana, lavorano verso l’appiattimento di pratiche commerciali e linguistiche, e quindi tendono alla introduzione di un conformismo tecnologico, che è l’ esatto contrario di ciò che avremo bisogno per interfacciare nel contesto della economia globale le Piccole e Medie Imprese italiane.

Tale impostazione dei portali per l’ e.commerce, oggi fortemente rescalizzara dai mass-media, può in vero agire da freno allo sviluppo del Commercio elettronico nel contesto della economia italiana ed europea; non e infatti con qualche paginetta di animazione grafica online, che si riesce a dare vita alla necessaria innovazione concettuale creativa, finalizzata allo sviluppo di un nuovo paradigma di progettare la comunicazione del marketing strategico, quello invero che sarà capace di inserire adeguatamente la concorrenza della PMI nel quadro della network digital economy a livello globale.

Diversamente la strategia “integrativa”, favorendo lo sviluppo della “Networked-Digital-Economy”, si basa sulla 'integrazione degli strumenti di collaborazione connettiva favoriti dalla introduzione delle tecnologie telematiche con quelli di gestione della conoscenza aziendale applicata a networks distrettuali di partenariato tra imprese di produzione, servizi e formazione e di vendita, che generano un forte insieme capace di competere nel mercato globale.

Il potenziale competitivo del territorio distrettuale, se ben organizzato per filiere di relazioni integrate di business, capaci di qualificare un ampio ventaglio di connessioni specifiche tra segmenti di domanda ed di offerta nel mercato globale, potrà elevarsi e qualificare le quote di valore aggiunto del sistema produttivo realizzando quel riposizionamento competitivo del distretto socio-economico, che nel sistema integrato, sarà capace di supportare un numero sempre più ampio di esigenze di innovazione aziendale, anche attraverso una rielaborazione in internet delle funzionalità di comunicazione tradizionali di enti pubblici e privati, che verranno inseriti nel “partenariato distrettuale” al fine di far emergere ed evolvere la nuova concezione della economia <<Glocale>> (parola composita tra Globale e Locale) intesa come comunicazione in tempo reale della informazione globale nella direzione di un miglioramento della economia locale.

Infine, datesi le peculiari caratteristiche del mercato italiano, che vede un parco enorme di piccole e medie imprese produttive e numerose aziende di vendita al dettaglio, e pertanto uno scenario economico nel quale si rende necessaria la attivazione di altrettanti numerosi servizi, si ritiene importante sottolineare che i progetti di implementazione e di finanziamento a sostegno promossi dalla pubblica amministrazione allo scopo di incentivare una sempre crescente presenza di aziende su Internet, dovranno essere indirizzati ad esclusivo sostegno di una crescente presenza in rete di quelle aziende che dimostreranno di essere capaci di proporre progetti pilota e piattaforme di gestione proprie della “networked digital economy”, e che, per lo sviluppo del Commercio Elettronico, utilizzeranno la strategia che abbiamo indicata come “ integrazione distrettuale”.

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