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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo

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D.P.R. 1 ottobre 1982, n. 908

Nuovi programmi d'insegnamento di educazione fisica negli istituti di istruzione secondaria superiore, nei licei artistici e negli istituti d'arte

Visto il regio D.L. 10 aprile 1936, n. 634, convertito in Legge 28 maggio 1936, n. 1170;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 25 luglio 1952, n. 1226, col quale furono approvati i programmi di insegnamento di educazione fisica negli istituti e scuole di istruzione media, classica, scientifica, magistrale e artistica;
Visto il decreto ministeriale 24 aprile 1963, col quale, in applicazione della Legge 31 dicembre 1962, n. 1859, i programmi anzidetti furono modificati nella parte relativa all'insegnamento nella scuola media;
Visto il decreto ministeriale 29 febbraio 1979, con il quale, in applicazione della Legge 16 giugno 1977, n. 348, sono stati formulati nuovi programmi di insegnamento nella scuola media in sostituzione di quelli di cui al citato decreto ministeriale 24 aprile 1963;
Considerata l'opportunità di adottare nuovi programmi di insegnamento dell'educazione fisica negli istituti di istruzione secondaria superiore, nei licei artistici e negli istituti d'arte in
sostituzione della parte ancora vigente di quelli di cui al citato decreto del Presidente della Repubblica 25 luglio 1952, n. 1226;
Sulla proposta del Ministero della pubblica istruzione, previa audizione del Consiglio nazionale della pubblica istruzione;
Decreta:
Il programma di insegnamento di educazione fisica negli istituti di istruzione secondaria superiore, nei licei artistici e negli istituti d'arte di cui al decreto del Presidente della Repubblica 25 luglio 1952, n. 1226, è sostituito, a decorrere dall'inizio dell'anno scolastico 1983-84, dal programma allegato al presente decreto e vistato dal Ministero proponente.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserto nella Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti della Repubblica italiana. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

Programma d'insegnamento dell'educazione fisica negli istituti d'istruzione secondaria superiore, nei licei artistici e negli istituti d'arte

Indicazioni Generali

L'insegnamento dell'educazione fisica nelle scuole secondarie superiori costituisce il proseguimento logico di quello svolto nella scuola media. Esso concorre, con le altre componenti educative, alla formazione degli alunni e delle alunne, allo scopo di favorirne l'inserimento nella società civile, in modo consapevole e nella pienezza dei propri mezzi.
Coerentemente con le predette finalità formative il presente programma:
a) indica obiettivi didattici riferiti all'intero corso di studi, rimettendo alla responsabile libertà dei docenti, opportunamente coordinata negli organi collegiali della scuola, la determinazione dei modi e dei tempi nei quali dovrà svolgersi concretamente l'azione educativa con riferimento alle caratteristiche dei diversi corsi d'istruzione e alle situazioni peculiari delle singole scuole, delle singole classi, dei singoli alunni;
b) indica tali obiettivi in modo uguale per gli alunni e le alunne, nella considerazione che l'insegnamento dell'educazione fisica, anche quando deve tener conto delle caratterizzazioni morfo-funzionali del sesso nella determinazione quantitativa e qualitativa delle attività, tende unitariamente, insieme con le altre materie insegnate nella scuola, alla formazione di cittadini di una evoluta società democratica, nella quale uomini e donne possano contribuire con uguale dignità e senza discriminanti partizioni di ruoli al progresso sociale e civile della Nazione.
Così delineato, il programma assegna funzione essenziale alla programmazione dei docenti articolata, sull'intero corso di studi, sull'arco dell'anno scolastico e dei singoli trimestri (o quadrimestri), con l'apprestamento degli strumenti di verifica nel lungo e breve termine. Richiama inoltre costantemente l'esigenza di un collegamento interdisciplinare, inteso a collocare l'educazione fisica, da un lato come verifica vissuta di nozioni apprese,
dall'altro come stimolo alla chiarificazione di concetti relativi a discipline diverse.
La scuola secondaria superiore accoglie gli alunni nell'età dell'adolescenza. In tale età, specie con riferimento alle prime classi del relativo corso di studi, si osserva ancora un evidente squilibrio morfologico e funzionale, che implica una adeguata rielaborazione degli schemi motori in precedenza acquisiti e induce alla ricerca di nuovi equilibri. Tale scompenso è più evidente negli alunni e più attenuato nelle alunne; ma gli uni e le altre attraversano una fase difficile - a volte drammatica - di maturazione personale. L'adolescente partecipa in modo più attivo, rispetto al ragazzo della scuola media, alla vita del gruppo, avvertendo tuttavia in modo più accentuato esigenze e stimoli spesso contraddittori: l'esaltazione della propria libertà e nello stesso tempo la necessità di contemperarla con la libertà altrui; la ricerca di una propria autonomia responsabile e nel contempo la tendenza verso forme associate a carattere non istituzionale e tuttavia soggette a norme, sia pure informali; il bisogno di un confronto (con se stesso, con gli altri membri del gruppo e, in qualità di membro inserito, confronto del proprio gruppo con altri gruppi) e nel contempo la tentazione di chiudersi in se stesso. La travagliata ricerca di una
identità personale, nella quale si realizza il passaggio all'età adulta, va seguita dal docente con attenzione facendo ricorso ai metodi di individualizzazione e ad una continua valutazione dello sviluppo e della differenziazione delle tendenze personali. Tale azione, ovviamente, investe le responsabilità di tutti i docenti della scuola secondaria superiore; ma in modo accentuato quella dei docenti di educazione fisica sia per l'immediatezza degli stimoli e delle reazioni che questa suscita, sia per la maggiore possibilità di osservazione e di verifica dei comportamenti che essa offre. Inoltre il rapporto educativo che si instaura nella vita scolastica fra l'alunno e il docente di educazione fisica, rende quest'ultimo l'"adulto" al quale l'adolescente si confida più frequentemente chiedendone il consiglio; per cui il docente di educazione fisica spesso ha maggiori possibilità di mettere in luce, nell'ambito del consiglio di classe, aspetti, anche transitori, della personalità degli alunni, che altrimenti sfuggirebbero ad una pure doverosa considerazione.

Obiettivi e indicazioni orientative

Gli obiettivi appresso indicati, con le esplicitazioni intese a meglio chiarirli, costituiscono la parte normativa del programma. È sembrato opportuno arricchirli con alcune indicazioni orientative e con esemplificazioni dei modi nei quali può realizzarsi un efficace insegnamento dell'educazione fisica nelle scuole secondarie superiori. Tali indicazioni ed esemplificazioni non pretendono tuttavia di avere carattere di compiutezza; tanto più che una medesima attività variamente impostata, può valorizzare in modo diverso l'uno e l'altro degli obiettivi che seguono, a seconda delle opportunità educative che il docente ritenga di utilizzare nella scansione del suo piano di lavoro. Tenendo presente, comunque, che in questa fascia scolastica l'insegnamento dell'educazione fisica deve tendere al motivato coinvolgimento degli alunni e delle alunne; intento che sarà più facilmente conseguito se le scelte e l'organizzazione delle scelte attingeranno soprattutto al patrimonio motorio delle diverse discipline sportive e di attività espressive tipiche quali i giochi popolari e le danze folcloristiche.

1) Potenziamento fisiologico
La razionale e progressiva ricerca del miglioramento della resistenza, delle velocità, della elasticità articolare, delle grandi funzioni organiche, è un fondamentale obiettivo dell'educazione fisica, sia in funzione della salute, sia perché presupposto dello svolgimento di ogni attività motoria, finalizzata particolarmente alla formazione globale dell'adolescente. Tale ricerca va condotta per l'intero corso della scuola secondaria, con differenziazioni di applicazione suggerite dalla valutazione delle necessità emergenti e con l'impiego di strumenti e modalità appropriati.
I mezzi operativi possono essere molti purché sempre aderenti agli interessi dei giovani, alla disponibilità di attrezzature, alle tradizioni locali e alle caratteristiche ambientali.
Una scelta adeguata dell'entità del carico e della ripetizione degli esercizi promuove la resistenza e il potenziamento muscolare.
Per es.: esercizi a carico naturale (traslocazioni in piano, in salita, in gradinate, in ostacoli bassi); esercizi di opposizione e resistenza; esercizi ai grandi attrezzi, differenziati, ove opportuno anche nella tipologia, per alunni e alunne (palco di salita, scale, spalliere, ecc.).
La capacità di eseguire movimenti di diversa ampiezza e di compiere azioni motorie nel più breve tempo, sono condizioni necessarie per un buon apprendimento motorio. L'acquisizione dell'automatismo del gesto efficace ed economico, suscettibile di adattamento a situazioni mutevoli porta alla destrezza; sono utili a onseguirla esecuzioni ripetute sia con attrezzi codificati, sia con attrezzi occasionali opportunamente scelti ed utilizzati in vista del raggiungimento di una motricità raffinata.
Il graduale aumento della durata e dell'intensità del lavoro, a sua volta giova in particolare al miglioramento delle funzioni cardio-respiratorie. Per es.: camminare ad andatura sostenuta e correre, possibilmente in ambiente naturale, per durata e ritmi progressivamente crescenti; esercizi a corpo libero e con piccoli attrezzi svolti in esecuzioni prolungate ad intensità progressiva.

2) Rielaborazione degli schemi motori.
L'affinamento e l'integrazione degli schemi motori acquisiti nei precedenti periodi scolastici sono resi necessari dalle nuove esigenze somato-funzionali che rendono precari i precedenti equilibri.
Ciò porta all'evoluzione quantitativa e qualitativa degli schemi stessi e all'arricchimento del patrimonio motorio.
Sia i piccoli che i grandi attrezzi, secondo le loro caratteristiche, possono riuscire vantaggiosi come mezzi di verifica del rapporto del corpo con l'ambiente. In questa considerazione acquista risalto la ricerca di situazioni nelle quali si realizzano rapporti non abituali del corpo nello spazio e nel tempo, e la rappresentazione interiore di situazioni dinamiche. Possono valere allo scopo, sia esercizi con la corda, la palla, il cerchio ecc. eseguiti individualmente, in coppia o in gruppo, in modi e con ritmi costanti o variati, sia esercizi ai grandi attrezzi, quali il telo elastico, il cavallo, il trampolino, il plinto, per la ricerca di atteggiamenti in volo, sia infine le attività in acqua (quando vi sia disponibilità di piscina).

3) Consolidamento del carattere, sviluppo della socialità e del senso civico.
L'attività svolta per il conseguimento di questi fini può essere valorizzata con interventi di tipo diverso opportunamente graduati, e tra questi, ad esempio:
gli esercizi di preacrobatica ed ai grandi attrezzi, intesi a far conseguire all'adolescente la consapevolezza dei propri mezzi e a superare con gradualità eventuali remore immotivate;
l'organizzazione di giochi di squadra che implichino il rispetto di regole predeterminate, l'assunzione di ruoli, l'applicazione di schemi di gare;
l'affidamento, a rotazione, di compiti di giuria e arbitraggio o dell'organizzazione di manifestazioni sportive studentesche con l'apprestamento-verifica dei campi di gara;
l'attuazione di escursioni e di campeggi con attribuzione - sempre a rotazione - dei diversi compiti inerenti alla vita in ambiente naturale e allo svolgimento di essa nella comunità. La capacità di utilizzare mappe del territorio, di riconoscere luoghi, di decifrare i segni della natura e dell'insediamento umano, costituisce inoltre mezzo di recupero di un rapporto con l'ambiente;
l'organizzazione di giochi tradizionali o popolari e di gruppi d'esibizione di attività folcloristiche, che offrono anche interessanti spunti interdisciplinari.

4) Conoscenza e pratica delle attività sportive.
La conoscenza dello sport attraverso un'esperienza vissuta è uno degli obiettivi fondamentali dell'educazione fisica nella scuola secondaria superiore; in vista anche dell'acquisizione e del consolidamento di abitudini permanenti di vita; È evidente il ruolo che lo sport può assumere nella vita del giovane e dell'adulto sia come mezzo di difesa della salute, sia come espressione della propria personalità, sia come strumento di socializzazione e di riappropriamento della dimensione umana a compensazione dei modi
alienanti nei quali si svolge spesso la vita dei nostri giorni. È opportuno, al riguardo, richiamare l'attenzione dei docenti sui rapporti fini-mezzi che vanno tenuti presenti e correttamente impostati secondo le situazioni e le esigenze proprie degli alunni loro affidati. In particolare occorre tener presente che l'approccio allo sport, realizzato anche in modo competitivo, deve rispondere alla condizione che:
a) le attività riescano effettivamente a coinvolgere la generalità degli alunni, compresi i meno dotati;
b) ogni forma di competizione sia diretta a valorizzare la personalità dei singoli alunni e pertanto costituisca la verifica concreta, non tanto del conseguimento o del miglioramento di un risultato, quanto dell'impegno personale, dell'applicazione assidua, dell'osservanza delle regole proprie del tipo di attività.
Le abitudini sportive così conseguite avranno modo, poi, di svilupparsi nelle ore dedicate all'avviamento alla pratica sportiva, in conformità delle deliberazioni adottate dagli organi collegiali e nell'ambito delle disposizioni della legge e delle direttive generali emanate dal Ministero.

5) Informazioni fondamentali sulla tutela della salute e sulla prevenzione degli infortuni.
L'educazione fisica tende a collocare gli alunni e le alunne in un più ampio circuito di interessi e conoscenze che superino il periodo transitorio della vita scolastica. In questa prospettiva e segnatamente per gli alunni e le alunne degli istituti d'istruzione tecnica, professionale ed artistica, acquista rilievo l'informazione sulle attività motorie valide a compensare eventuali quadri di deterioramento psicofisico connessi alle più comuni tipologie lavorative. Per tutti, acquista rilievo inoltre l'illustrazione delle modalità di prevenzione degli infortuni nell'utilizzazione del tempo libero. È noto infatti che in questo settore - basti pensare all'igiene alimentare - vi è una notevole disinformazione o addirittura la diffusione di convinzioni errate, che trovano troppo spesso una manifestazione drammatica nella casistica degli infortuni nel periodo delle vacanze. La capacità di evitare infortuni a se stessi deve collegarsi con quella di prestare soccorso agli
infortunati; d'onde l'opportunità di completare l'insegnamento con le tecniche elementari di pronto soccorso, salvataggio e rianimazione, con riferimento soprattutto a quei casi di traumatologia sportiva che possono verificarsi in ambienti relativamente isolati (es. infortuni in montagna o in mare).

Indicazioni programmatiche particolari per le scuole magistrali e gli istituti magistrali

Avvertenza
Gli alunni e le alunne delle scuole e degli istituti magistrali svolgono il programma di educazione fisica comune a tutti gli istituti secondari superiori. Tuttavia, tale programma viene integrato con le indicazioni particolari che seguono, al fine di far acquisire agli alunni stessi una preparazione teorica e pratica che consenta loro, una volta diventati docenti, di realizzare un'efficace azione educativa mediante lo svolgimento di attività motorie chiaramente finalizzate.
Il complesso delle conoscenze e delle abilità necessarie per svolgere tale azione educativa potrà essere acquisito sia nelle ore dedicate all'educazione fisica secondo gli orari settimanali previsti dalle disposizioni vigenti, sia durante lo svolgimento del tirocinio guidato.
Nell'area in argomento, il compito di formazione dei futuri insegnanti è affidato principalmente ai professori di educazione fisica; ma esso risulterà più agevole e produttivo se, in osservanza dell'art. 3 del decreto del Presidente della Repubblica 31 maggio 1974, n. 416, sarà realizzata un'opera didattica programmata secondo il criterio interdisciplinare, in cui siano impiegati i componenti dell'intero consiglio di classe e particolarmente i docenti cui sono affidati gli insegnamenti di pedagogia e psicologia, di scienze naturali e di igiene, e di tirocinio didattico.

(A) Indicazioni per le scuole magistrali.
Premessa
L'attività motoria nella scuola materna
La puerizia (dai 3 ai 5 anni), come ogni stadio evolutivo, ha una specifica funzione nello sviluppo della personalità. Essa inizia quando si è spezzata la partecipazione emotiva alla realtà esterna, tipica dell'infanzia e comincia ad emergere la coscienza dell'io: il bambino comincia a parlare in prima persona, si distingue sempre di più dal mondo circostante; egli riferisce tutto a se stesso, giudica cose e persone secondo l'utile che gli arrecano; tutto gli sembra posto al suo servizio. In questo stadio della formazione della personalità, l'intervento educativo può realizzarsi soprattutto attraverso l'apparato sensoriale e il movimento. D'onde l'importanza delle attività motorie nella scuola materna.
Il bambino che, a tre anni, inizia a frequentare tale scuola generalmente tende a consolidare la strutturazione ponderale iniziata al termine della prima infanzia; successivamente, verso i cinque anni, acquista una prevalente spinta staturale che continuerà nei primi anni della scuola elementare. La maturazione del sistema nervoso che si è realizzata nei primi anni di vita e lo sviluppo degli apparati circolatori e respiratorio concorrono a migliorare la prestazione motoria del bambino stesso.
Questi, a tre anni, ha già acquisito in modo abbastanza coordinato lo schema motorio del camminare e tende ad utilizzare, sia pure in modo scarsamente controllato, buona parte degli altri schemi.
L'apprendimento motorio, realizzato inizialmente mediante l'esercizio spontaneo, determina l'evolversi dei così detti prerequisiti funzionali vale a dire delle condizioni fondamentali che consentono la funzionalità del movimento: in primo luogo, la strutturazione dello schema corporeo cioè il progressivo chiarirsi della percezione e dell'immagine che il bambino ha di sé nei rapporti fra i segmenti corporei e tra il proprio corpo e la realtà esterna, anche se tali rapporti sono stabiliti nelle forme egocentriche proprie dello sviluppo emotivo, intellettuale e sociale della sua età.

In considerazione del fatto che il bambino ha uno spiccato interesse per il proprio corpo, l'azione educativa della scuola materna tende, innanzi tutto, a mantenere un atteggiamento positivo verso di esso, ad averne cura e a prenderne coscienza sempre più chiara. Ciò potrà essere conseguito avviando il bambino a conoscerne le parti e le relative funzioni, ad utilizzarne gli apparati sensoriali, a svolgere attività motorie che favoriscono la percezione di sé e alimentano i sentimenti del vissuto i quali concorrono all'arricchimento della personalità sul piano emotivo, intellettuale e sociale. Nella scuola materna deve esser favorita soprattutto la tendenza dei bambini a muoversi ricercando il loro "accomodamento" rispetto allo spazio, al tempo, agli altri e agli oggetti. L'azione educativa tenderà a migliorare tale capacità favorendo attività di libera espressione corporea, anche su basi ritmiche e musicali, e proponendo attività che aiutano la maturazione degli schemi motori.
L'attività motoria comunque deve mantenere costantemente il carattere gioioso tipico della scuola materna.
Programma
1) Studio degli "Orientamenti" della scuola materna statale, per individuare il ruolo assegnato alle attività motorie nell'azione educativa generale.
2) Le caratteristiche biopsicologiche dello stadio evolutivo della puerizia (3-5 anni) con particolare riferimento alle condizioni organiche del bambino e al suo comportamento motorio correlato alle aree emotiva, cognitiva e sociale.
3) Studio analitico del movimento:
a) conoscenze fondamentali sul sistema nervoso centrale e periferico, e sugli apparati osteo-artro-muscolare e cardiorespiratorio;
b) cenni sulle teorie del movimento (con uso appropriato della terminologia cinetica);
c) principali funzioni del movimento (formazione e sviluppo psicofisico del bambino);
d) prerequisiti funzionali (strutturazione dello schema corporeo, controllo degli equilibri e della lateralità, coordinazione spazi-temporale, controllo della respirazione, capacità di rilassamento, controllo posturale);
e) schemi motori fondamentali (afferrare, lanciare, rotolarsi, strisciare, camminare, correre, saltare, arrampicarsi, dondolarsi, nuotare, ecc.). Modi diversi di utilizzazione delle varie forme di movimento in vista dell'arricchimento e dell'affinamento degli schemi motori.
4) Carenze motorie dovute a condizioni strutturali e psicologiche (emotive, cognitive, sociali); conseguenze sullo sviluppo della personalità del bambino. Problematica degli handicap e metodiche di integrazione scolastica degli alunni che ne sono portatori.
5) Conoscenza di giochi per l'infanzia che, nella varietà delle esecuzioni, possono privilegiare lo sviluppo dei prerequisiti funzionali, delle funzioni intellettuali e dei comportamenti sociali.
6) Fondamenti di igiene e di pronto soccorso.
7) Esercitazioni di tirocinio. Le esercitazioni verteranno su: la didattica operativa dei giochi di movimento, con o senza piccoli attrezzi - criteri di scelta e quantificazione dell'impegno motorio;
l'utilizzazione di tecniche per lo sviluppo dello schema corporeo e delle capacità percettivo-motorie;
l'applicazione, ove possibile, di modalità di intervento e di tecniche elementari atte a favorire l'ambientamento in acqua, il galleggiamento, il nuoto;
la programmazione dell'intervento educativo-motorio (obiettivi, contenuti, metodi), la verifica e la valutazione dei risultati.

(B) Indicazioni per gli istituti magistrali.
Premessa
L'attività motoria nella scuola elementare
Lo sviluppo corporeo e l'affinamento motorio costituiscono aspetti essenziali dello sviluppo della personalità del fanciullo.
L'alunno che inizia a frequentare la scuola elementare viene realizzando una crescita staturale, con prevalenza del valore degli arti su quello del busto; tale crescita, in modo più o meno accentuato, è caratterizzata da temporanea insufficienza osteo-muscolare e da insicurezza motoria. Verso gli otto anni è prevalente l'aumento ponderale, con un incremento relativo a della forza muscolare, specialmente degli arti inferiori; negli ultimi anni della scuola elementare, si realizza un equilibrio statuto-ponderale che prelude all'ulteriore aumento staturale del periodo prepubere.
Tali caratteristiche determinano modalità e tempi diversi dello sviluppo delle strutture necessarie al movimento (scheletriche, muscolari, neurologiche, legamentose, ecc.) e, comunque, inducano a ritenere indispensabile un adeguato svolgimento delle attività motorie, con finalità di formazione e di prevenzione fin dal primo ciclo della scuola elementare.
Durante la fanciullezza si realizza inoltre una intensa costruzione dei prerequisiti funzionali, quali, ad esempio, lo schema corporeo, la coordinazione sensomotoria, l'organizzazione spazio-temporale, gli equilibri e la lateralizzazione, la coordinazione statica e dinamica generale e segmentale. Poiché tali prerequisiti si sviluppano compiutamente entro il dodicesimo anno di età, per la loro strutturazione e il loro consolidamento, la fanciullezza costituisce lo stadio critico, il più sensibile, quello decisivo ai fini delle capacità motorie.
Nella scuola elementare, pertanto, è importante affinare e arricchire i vari schemi motori: camminare, correre, saltare, lanciare, afferrare, battere, calciare, rotolarsi, nuotare, ecc.
Favorire lo sviluppo corporeo e motorio significa realizzare un'azione formativa diretta a controllare e coordinare il movimento con più fine discriminazione percettiva e operativa. In altri termini, l'alunno, se validamente aiutato, potrà fornire, negli ultimi anni della fanciullezza, risposte motorie complesse, chiaramente progettate, intenzionalmente avviate, finemente controllate, precisamente finalizzate. L'attivazione di tutti gli schemi motori con varietà di metodi, di strumenti e di situazioni, potrà far acquisire armoniosità e creatività motoria.
Programma
1) Studio dei programmi della scuola elementare, per individuare il ruolo assegnato alle attività motorie nell'azione educativa generale.
2) Le caratteristiche biopsicologiche della fanciullezza (6-11 anni), con particolare riferimento alle condizioni organiche e al comportamento motorio correlato alle aree affettiva, intellettuale e sociale.
3) Studio analitico del movimento:
a) conoscenze fondamentali sul sistema nervoso centrale e periferico, e sugli apparati osteo-artro-muscolare e cardio-respiratorio;
b) cenni sulle teorie del movimento (con uso appropriato della terminologia cinetica);
c) principali funzioni del movimento (formazione e sviluppo psicofisico del fanciullo);
d) prerequisiti funzionali (strutturazione dello schema corporeo, controllo degli equilibri e della lateralità, coordinazione spazio-temporale, controllo della respirazione, capacità di rilassamento, controllo posturale);
e) modi diversi di utilizzazione delle varie forme di movimento in vista dell'arricchimento e dell'affinamento degli schemi motori;
f) sviluppo della motricità nei diversi stati dell'età evolutiva (dalla motricità indifferenziata agli schemi di azione; dalla pre-operatorietà alla operatorietà).
4) Comportamenti posturali viziati e principali paramorfismi dell'età scolare; loro etiogenesi. Carenze motorie dovute a condizioni strutturali e psicologiche (emotive, cognitive, sociali), conseguenze sul rendimento scolastico e sullo sviluppo della personalità del fanciullo. Problematica degli handicap e metodiche di integrazione scolastica degli alunni che ne sono portatori.
5) Conoscenza dei giochi di movimento che consentono il raggiungimento di obiettivi di formazione e che, nella varietà delle esecuzioni, possono privilegiare lo sviluppo dei prerequisiti funzionali, delle funzioni intellettuali e dei comportamenti sociali.
6) I dinamismi del folclore, della danza e dei giochi popolari.
7) Elementari attività pre-sportive (corsa, salto, lancio) e giochi di squadra con regole determinate dagli alunni stessi o assunte dall'esterno (quattroporte, minibasket, minivolley, minihandball ecc.).
8) Fondamenti di igiene e di pronto soccorso.
9) Esercitazioni di tirocinio. Le esercitazioni verteranno su:
la didattica operativa dei giochi di movimento, con o senza attrezzi;
l'utilizzazione di tecniche per lo sviluppo degli schemi motori, criteri di scelta e quantificazione dell'impegno motorio;
la progettazione e la realizzazione di percorsi misti per alunni del primo e del secondo ciclo, le cui frazioni saranno graduate per lunghezza e difficoltà in rapporto allo sviluppo strutturale e funzionale conseguito;
l'applicazione, ove possibile, di tecniche elementari di galleggiamento e di nuoto;
la programmazione dell'intervento educativo motorio (obiettivi, contenuti, metodi), la verifica e la valutazione dei risultati.


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