Prima Pagina
Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

Cosa deve fare la scuola?

 

Ignorare il problema?

Il bullismo può causare danni permanenti e, a volte anche morte. Una scuola che ignori o sottovaluti il bullismo mette in pericolo tutti i suoi studenti. Una scuola siffatta fallisce la sua stessa missione educativa.

La scuola è una comunità di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, informata ai valori democratici e volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni. In essa ognuno, con pari dignità e nella diversità dei ruoli, opera per garantire la formazione alla cittadinanza, la realizzazione del diritto allo studio, lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno e il recupero delle situazioni di svantaggio, in armonia con i principi sanciti dalla Costituzione e dalla Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia fatta a New York il 20 novembre 1989 e con i principi generali dell'ordinamento italiano.

DPR 24 giugno 1998, n. 249

Punire il bullo?

Punire il bersaglio se si ribella?

Espellere il bullo, passando così il problema ad un’altra scuola?

Creare un ambiente in cui è chiaro sin dal primo giorno di scuola che bullismo, aggressione e violenza non sono ben accetti?

Bisognerebbe scegliere una politica interna che non si fermi alle parole sulla carta, che non sia solo reattiva, ossia rispolverata quando la violenza è già avvenuta, ma che sia pro-attiva.

Quella reattiva dovrebbe comprendere un programma di supporto, di supervisione e mentoraggio, affinché per il bullo compia un processo di maturazione che lo porti a comprendere che la violenza non è accettabile. Il processo è lungo ma non ci sono scorciatoie. Se il bullo dovesse rispondere negativamente, allora una serie di rinforzi negativi, compreso il fatto di allontanarlo dalla classe, dovrebbe essere accessibile.

Quella pro-attiva dovrebbe avere come obiettivi:

       l’onestà di ammettere che il problema esiste

       l’apertura necessaria all’incoraggiamento a parlare di sé e dei propri problemi

       la partecipazione diffusa di docenti, non docenti, studenti, genitori

       insegnare a tutti, a potenziali bersagli quanto a potenziali bulli, sia come essere assertivi (autodifesa emotiva e verbale), sia come saper gestire la propria aggressività ed interagire in maniera responsabile

Bambini e ragazzi formano naturalmente gruppi dai quali qualcuno è escluso. Bisognerebbe insegnare che i compagni sono meritevoli di rispetto a di là del fatto che siano ‘dentro’ o ‘fuori’ dal gruppo. Anche di più. Sappiamo che la conformità detiene un posto di rilievo nella vita dei giovanissimi, e l’esclusione è sempre dolorosa, per cui bisognerebbe invogliare i bambini, ed i ragazzi ad essere pro-attivi verso chi è ‘fuori’.


Home


La pagina
- Educazione&Scuola©