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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

PROGETTI DI APPRENDIMENTO COLLABORATIVO IN RETE:
istruzioni per l’uso

 di Cristina Mazzola

Premessa

Partiamo innanzitutto da alcune definizioni:

Ø      collaborazione: “attività in cui più soggetti, comunicando reciprocamente, assumono                       un atteggiamento orientato ad aiutarsi e sostenersi vicendevolmente,         pur rivolti verso finalità distinte”

Ø      cooperazione: “forme di collaborazione strutturate finalizzate al conseguimento di un                                            obiettivo comune”

In termini di didattica, da tempo si è intrapresa la direzione dell’apprendimento collaborativo, soprattutto grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie.

 

Caratteristiche:

Ci si prefissa un obiettivo comune di conoscenze condivise e distribuite da raggiungere tramite gruppi di lavoro in cui è divisa la classe virtuale, composta da diverse classi (da 4 a 8) reali, fisicamente lontane tra loro, guidate da un proprio docente.

Condizioni necessarie sono:

·         positiva interdipendenza;

  • responsabilità individuale;
  • interazione faccia a faccia;
  • uso appropriato delle abilità, stimolando le “diverse intelligenze”;
  • valutazione del lavoro svolto

Il punto focale non è più rappresentato dall'insegnamento, bensì dall'apprendimento che coinvolge tutti i componenti del gruppo-classe.

Ognuno ha assegnati dei compiti in successione, così da garantire una turnazione di ruoli nell’avvicendarsi delle diverse fasi, dalla progettazione alla realizzazione di un prodotto comune. Ognuno proprio per la sua diversità è una preziosa risorsa. Analogamente l'approccio interdisciplinare favorisce un sapere solido e reale: ogni disciplina offre informazioni utili al raggiungimento di competenze da applicare nella soluzione dei problemi.

Tale metodologia presuppone:

  • la definizione a priori delle caratteristiche del prodotto finale
  • il coinvolgimento degli studenti nelle varie fasi del progetto
  • il diverso ruolo dell'insegnante
  • la flessibilità negli apporti di ciascuno

consente:

  • conoscenze e capacità globali
  • un obiettivo reale
  • lavori di gruppo
  • autonomia, creatività e senso di responsabilità
  • incontro tra scuola e extrascuola.

Gli elaboratori sono considerati come un valore aggiunto per comunicare e costruire conoscenze in un ambiente di apprendimento “attivo, interattivo, significativo e condiviso”.

 

Il docente:

Si parla così di ‘laboratori’ come attività di cooperazione didattica in rete, portata avanti da una “classe virtuale” formata da allievi e da docenti.

Questi non sono visti come coloro che trasmettono verticalmente le conoscenze, bensì come ‘direttori d’orchestra’ che incoraggiano, stimolano, facilitano, amalgamano, aiutano a scegliere il processo più idoneo nella soluzione di un problema.

Ogni elemento del gruppo ha la possibilità di offrire il proprio contributo, arricchendo di diversi punti di vista l’acquisizione di conoscenze e competenze.

 

Metodologie:

Nei progetti di apprendimento collaborativi in rete si possono seguire due metodologie che alternano momenti individuali a momenti di confronto:

a) ogni partecipante sviluppa una singola parte del lavoro finale (approccio parallelo, in base al quale il tutor si limita a coordinare i vari gruppi e a riceverne i singoli lavori, che assemblerà in una struttura piuttosto semplice, per esempio un ipertesto a più mani).

Sulla base della mia esperienza tale modello è consigliato a chi si affaccia per la prima volta a queste metodologie di lavoro.

b) ogni partecipante sviluppa ogni parte del lavoro finale (strategia sequenziale - richiede sicuramente una buona interazione fra i partecipanti, che elaborano in successione il prodotto comune fino a raggiungere una versione finale condivisa da tutti, per esempio racconto a più mani - e di reciprocità - si deve stabilire un grado ancora più stretto di collaborazione fra i singoli attori, non solo in fase di realizzazione, ma anche di progettazione)

Fondamentale è il ruolo del tutor del progetto: un docente, che può anche partecipare con la propria classe, con competenze tecniche e psicologiche (dinamiche di gruppo), per mediare, stimolare, richiamare alle regole. Il suo ruolo ovviamente cambia a seconda del livello di collaborazione che si vuole stabilire.

 

Progettazione:

Vediamo, ora, come elaborare un progetto con tali caratteristiche.

Molto delicata è la fase iniziale, di progettazione, in cui definire bisogni, risorse umane, argomento trasversale, obiettivi, fasi.

Innanzitutto bisognerà fissare:

le motivazioni, tenendo ben presente i vincoli portati da risorse, obiettivi, tempi, costi;

il gruppo di progetto (classe, dipartimento disciplinare, scuola, rete di scuole);

le risorse hardware e software.

Quindi si passa a considerare l’ambiente di apprendimento collaborativo;

se ne può scegliere uno fra:

-          software chiavi in mano

-          piattaforma di base da adattare alle esigenze particolari

-          realizzazione ex-novo

Deve essere comunque garantita, grazie alle nuove tecnologie quali

conferencing, scheduling, document sharing, personal messagging, link sharing:

Ø       la comunicazione fra gli elementi del gruppo;

Ø       la condivisione di risorse;

Ø       i supporti a processi di gruppo.

Vari elementi contribuiscono alla buona riuscita del progetto; essi sono:

v     un buon coinvolgimento di classi e materie (interdisciplinarietà: scegliere un argomento trasversale calato nella programmazione didattica dei docenti e coinvolgente per gli alunni)

v     una buona consistenza di contenuti

v     una buona formazione dei docenti interessati

v     una buona dotazione relativa alla strumentazione

v     la definizione di obiettivi realisticamente raggiungibili

v     la reale comprensione dei vantaggi da parte dei colleghi, in termini di disponibilità, di materiali,       di valutazione, ecc.

v     l’individuazione di partner esterni per consulenza e verifica

v     la condivisione di metodologie di lavoro e di strumenti di comunicazione

v     la precisa definizione dei ruoli

Nell’ottica dell’apprendimento collaborativo, fondamentale è la frequentazione di una comunità di pratica, in cui si ha la possibilità di uno scambio fra persone con interessi ed esperienze simili. In particolare per il mondo della didattica si consigliano le comunità di apprendimento, che individuano in ogni elemento della classe (docenti e studenti) una risorsa preziosa al lavoro di gruppo.

Si perseguono obiettivi di diversa natura:

- area espressivo-linguistica

- riflessione poliprospettica (uno stesso tema da più aspetti)

- metariflessione (predisporre diversi percorsi di navigazione)

- gestione progettuale (scomporre problemi complessi in problemi semplici,                                        organizzando e realizzando il progetto).

 

Realizzazione:

Nella scuola italiana non si è certo nuovi ad attività di collaborazione all'interno di una o più classi, ma vediamo qual è il ruolo della rete Internet per il passaggio ad una didattica in rete.

Innanzitutto Internet è un'enorme biblioteca, che, a sapere cercare bene (e qui non è trascurabile l'aspetto formativo), ci fa trovare informazioni esaurienti ed aggiornate; ci permette di comunicare al di là delle distanze geografiche in varie modalità (uno a uno, uno a molti, molti a molti), e quindi di scambiare anche materiali didattici, uscendo dall'autorefenzialità dei testi normalmente prodotti dagli studenti, nel rispetto delle regole dei nuovi strumenti.

Alla didattica vengono quindi aperte nuove prospettive nell'ambito dell'apprendimento collaborativo fra reti di scuole all'interno di una comunità.

L'utilizzo della rete garantisce la presenza di elementi necessari alla buna riuscita del progetto, quali:

  • aree protette di condivisione fra i partecipanti
  • durata abbastanza protratta nel tempo (un paio di mesi)
  • contributi condivisibili da tutti
  • interventi rapidi

grazie ai servizi di forum, mailing list, chat.

I vantaggi a livello di velocità e comodità (allegati, stampa, riutilizzo) nell'uso delle e-mail impongono attenzione; a questo proposito si ricordano alcune regole di comportamento:

limitarne l'uso a messaggi necessari, evitando lo spamming,

proteggere indirizzi e testi di messaggi,

stendere con chiarezza il messaggio stesso (conciso, ma non ambiguo, uso di un linguaggio scritto simile a quello orale, sempre con oggetto e firma, limitato uso delle lettere maiuscole e di testi di altri messaggi nelle risposte).

Soprattutto se si partecipa ad una mailing list, è indispensabile rispettarne le regole:

intervenire solo se necessario

attenersi al tema

essere chiari e moderati.

Le stesse cose valgono per i forum on-line: forma riservata di comunicazione molti a molti, che permette lo scambio di materiali ed una classificazione di interventi in filoni.

Si sfruttano tecnologie che offrono set di funzionalità diverse:

  • sistemi di comunicazione sincrona o asincrona (invio e ricezione di posta elettronica personale e di gruppo - mailing list - su argomenti specifici in apposite cartelle; chatting e videoconferenze)
  • sistemi di condivisione risorse (document sharing, link sharing per consolidamento ed integrazione di contributi)
  • sistemi di supporto ai processi di gruppo (scheduling) per sincronizzare le azioni

I risultati ottenuti possono concretizzarsi in ipertesti, ipermedia, role-play, siti web, giornalini telematici, risorse didattiche su diverse tematiche, quali:

  • scrittura creativa
  • studi sul territorio
  • questioni sociali
  • ambiente

E' consigliabile produrre una documentazione in itinere e prevedere anche alcuni incontri in presenza, almeno all'inizio del progetto per conoscersi e definire le regole e alla conclusione per valutare i risultati e l'intera esperienza.

 

Caratteristiche ipertesto:

Nella realizzazione dell’ipertesto, come sintesi del lavoro di ogni classe partecipante, si deve

  • saper individuare i collegamenti logici fra le varie materie di studio
  • elevare il livello delle proprie conoscenze strutturandole al di sopra delle diverse materie
  • tenere presente l'utenza a cui è rivolto (età, categoria ...  il target)

La struttura dell'ipertesto supera la sequenzialità statica di un normale testo per acquisirne una 'puntiforme', interattiva con il lettore.

Questi non si limiterà allo studio ‘manualistico’ che può effettuare su di un libro cartaceo, in cui ritrova ben definiti indice, autore, editore, argomento, quantità e tipo (mono/bimediale) di informazioni, ma potrà avvalersi di una struttura reticolare sintetizzata nella mappa, ricercare in senso più ampio informazioni multimediali e richiederle addirittura alla fonte tramite una e-mail.

Il libro virtuale però può anche dare una sensazione di smarrimento, di perdita (viene analizzata una sola pagina alla volta), di difficoltà nel trovare ciò che si cerca, di ‘seduzione dell’ancora’ che ci fa seguire ciò che si trova (anche se non se ne può valutare l’attendibilità)  piuttosto che ciò che si cerca. Peraltro ci offre informazioni aggiornate, poliprospettiche, multimediali, infinite, facilmente catturabili.

Si dovrà accertare la possibilità di un’attività di web publishing, cioè progettazione, realizzazione e pubblicazione di pagine web condivise in un’area protetta accessibile ai partecipanti al progetto.

Grazie agli strumenti oggi a disposizione la stesura di un ipertesto per la rete  si può affrontare a diversi livelli di competenza e non è più attività esclusiva di ‘esperti’.

Fondamentale è la sua progettazione, grazie all’utilizzo di mappe concettuali per definire nodi e collegamenti.

Quindi verificare:

o       una buona distribuzione di testi ed immagini;

o       una ridotta dimensione delle pagine per evitare scrolling verticali ed orizzontali e download pesanti;

o       un buon collegamento (link di andata e di ritorno) fra le pagine

Un ipertesto per Internet ha una natura multimediale grazie all’utilizzo di diversi linguaggi (testi, suoni, immagini, video,..), ognuno con le proprie caratteristiche da conoscere ed utilizzare in modo proprio (grazie anche all’osservazione critica dei prodotti presenti in rete). Sarà quindi necessario valutare se si è sfruttata a pieno la natura dell’ipermedia, anche in termini di orientamento al suo interno (presenza di mappa, indici, glossari, bottoni di navigazione per una fruizione personale, non necessariamente sequenziale), di buon uso del linguaggio iconico (sintetico, immediato, non ambiguo) e dell’efficacia comunicativa

Una volta realizzato l’ipertesto (con Word, Power Point, Frontpage, Dreamweaver, o direttamente in HTML!), ci si procurerà (preferibilmente a titolo gratuito: per esempio su www.tripod.com o www.geocities.com) lo spazio web sul server del provider scelto per accoglierlo grazie ad un trasferimento con FTP (File Transfer Protocol) nell’area a noi destinata (protetta da login e password)

Da non dimenticare, infine, l’aggiornamento del sito nel futuro!

 

Valutazione:

E anche se l'apprendimento è collaborativo, la valutazione che permette è individuale, svolta tramite la verifica del raggiungimento degli obiettivi intermedi e finali, fissati nella programmazione didattica, grazie alla continua interazione studenti/docenti ed alla flessibilità dell'intervento didattico 

 

classificazione

esempio

oggetto

tipo

scopo

tipologia

Valutazione iniziale

Test d’ingresso

Accertamento prerequisiti (conoscenze di base)

diagnostica

Accertamento conoscenze semplici

Vero/Falso

corrispondenze

Valutazione intermedia

Attenzione alle condizioni del processo d’apprendimento

Accertamento conoscenze ed abilità acquisite

diagnostica

Rilevare padronanza lessicale e nessi logici

Completamento/

inserimento

Valutazione finale

Superamento debito (rilevamento esiti)

Accertamento obiettivi minimi (definiti dai dipartimenti disciplinari)

sommativa

Attività di analisi/sintesi

Scelte multipli

(1)

 

(1) Prestare particolare attenzione a:

- verosimiglianza dei distrattori

- frasi simili in lunghezza e costruzione sintattica

- frasi tutte in positivo o in negativo

 

Fondamentale è la caratteristica di oggettività nell’attività di verifica delle prestazioni dell’allievo: per questo sono da preferire prove a risposta chiusa valide ed attendibili in relazione all’obiettivo che si intende verificare, cioè item a risposta univoca da somministrarsi dopo aver fornito indicazioni circa la durata della prova ed i punteggi per risposte esatte, errate, omesse.

Si consiglia di strutturare uno schema con gli elementi che la prova tende a verificare, da sistemarsi in modo omogeneo e progressivo per difficoltà.

Per costruire test di profitto è vantaggioso l’uso di software.

Essi offrono indubbi vantaggi nella tempestività del risultato sia per i docenti sia per gli allievi; danno l’opportunità di definire in precedenza i punteggi, di usare le diverse tipologie, di aiutare  alunni in difficoltà, di monitorare i risultati, di essere somministrati off-line oppure on-line.

Si consiglia l’uso del software gratuito ‘Quiz Faber’ scaricabile dal sito www.lucagalli.net

Così come altri simili, consente la creazione di un ricco data-base di domande, differenziabili per gradi di difficoltà, da distribuirsi casualmente, sfruttando la plurilinguisticità e la multimedialità che enfatizzano autonomia e flessibilità.  


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