A sostegno della legge di riordino dei cicli scolastici

 

Molteplici ragioni hanno spinto il legislatore a introdurre modifiche così profonde all'attuale sistema scolastico: fra queste assumono particolare rilievo la necessità di avvicinarsi ad alcuni "standard" europei, specialmente in ordine alla durata dell'obbligo e alla conclusione degli studi superiori, e l'urgenza di ridefinire in modo più organico e coerente di quanto non avvenga con l'attuale ordinamento l'itinerario istruttivo/ formativo, rinnovando profondamente l'organizzazione scolastica e ripensando contenuti e competenze necessarie alla nuove generazioni per far fronte alle sempre più impegnative sfide socio culturali e professionali.

Uno dei principi base in funzione dei quali appare strutturata l'attuale riforma è la centralità dell'alunno. Tra le molte positive conseguenze di questa impostazione evidenziamo:

In continuità con l'attuazione dell'autonomia scolastica e con la riforma del ministero un altro principio base della legge di riordino dei cicli è il passaggio dal centralismo ministeriale del passato, fondato principalmente sul rispetto delle procedure, al protagonismo delle scuole chiamate ad interagire con le comunità locali per elaborare un loro progetto formativo dei cui risultati saranno responsabili.

Nessuno può, responsabilmente, sottovalutare il peso di un processo innovativo così intenso che la scuola e i suoi operatori hanno appena intrapreso. In questo suo sforzo la scuola si aspetta di essere capita , supportata e sostenuta dalla politica nazionale e da quella delle comunità locali. Occorre che questo processo di riforma sia attivato attraverso la più ampia consultazione e il pieno coinvolgimento in primo luogo di tutti coloro che la dovranno realizzare e ai quali è rivolta: personale docente e non, dirigenti, genitori, studenti.

Per questo riteniamo indispensabili interventi e critiche di merito al fine di poter realizzare nel modo migliore questo vasto processo di trasformazione, riteniamo però dannose e devianti alcune analisi che rimpiangono aprioristicamente modelli di scuola appartenenti ormai al passato e non più capaci di saldare convenientemente la globalità delle esigenze educative della persona con la necessità per l'istruzione di tenere il passo del progresso sociale e scientifico.

Firenze 18/11/2000

 

Fortunato Aprile Dirigente Scolastico

Massimo Batoni Dirigente Scolastico

Filippo Bellandi Dirigente Scolastico

Maria Rosaria Bortolone Dirigente Scolastico

Maurizio Biffoli Dirigente Scolastico

Lucido Capozzoli Dirigente Scolastico

Giovanni Condorelli Dirigente Scolastico

 Giuseppe Di Lorenzo Dirigente Scolastico

Maria Livia Di Marcelli Dirigente Scolastico

Ugo Giorgi Dirigente Scolastico

Marco Grassi Dirigente Scolastico

Grazia Guarnieri Dirigente Scolastico

Renzo Liccioli Dirigente Scolastico

Federico Marucelli Dirigente Scolastico

Stefano Pagni Fedi Dirigente Scolastico

Michele Pilato Dirigente Scolastico

Sonia Salsi Dirigente Scolastico

Elena Taccetti Dirigente Scolastico

Grazia Maria Tempesti Dirigente Scolastico

Maria Cristina Tundo Dirigente Scolastico