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LA RIFORMA MORATTI e LA SCUOLA dell’INFANZIA

 

Leggendo il disegno di legge delega approvato dal Consiglio dei Ministri il 1.2.2002 sulle "Norme generali sull’istruzione e i livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e di formazione", il primo elemento che stimola la riflessione nel nostro gruppo è il termine RI-FORMA.

Riformare evoca in noi un susseguirsi di immagini che vanno dal "formare di nuovo", "al trasformare", o ancora meglio a "dare un ordine nuovo e migliore". Ci sentiamo a nostro agio in un percorso di questo genere perché è sempre stato lo sfondo culturale della scuola dove operiamo: la scuola dell’Infanzia che per origine e istituzione è riconosciuta a livello nazionale come la scuola italiana più giovane e non solo per età .

Ecco allora che le nostre aspettative riguardo a questa riforma vengono ampiamente mortificate perché il contenuto culturale di questa "ristrutturazione" è inconsistente.

I punti sui quali esprimiamo il nostro dissenso sono:

 

1."Educare non è produrre risultati, è aiutare l’altro a realizzarsi. E’ un agire mosso dalla cultura e dalla fede della libertà, unica legittima abitante della casa della cultura". (G. Boselli)

La scelta del governo di anticipare l’ingresso dei bambini nella Scuola dell’Infanzia e nella Scuola Elementare stride fortemente con gli Orientamenti ’91 e i Programmi ’85, incrinando i principi pedagogici a cui gli insegnanti hanno sempre fatto riferimento.

Ci sembra che questa scelta vada contro la "lentezza" naturale dello sviluppo e i diritti dei bambini.

Questi rischiano di abbandonare precocemente il gioco a favore degli apprendimenti più istituzionalizzati. "Ogni bambino impegnato nel gioco si comporta come un poeta: in quanto si costruisce un suo proprio mondo o meglio dà a suo piacere un nuovo assetto alle cose del mondo". (S.Freud) Ma il gioco nella Scuola dell’Infanzia è una metodologia fondamentale per vivere esperienze e quindi per conoscere, e ci piacerebbe pensare e credere che la sensibilità e la cultura degli uomini di governo ben sappia che il concetto di competenza non è fondato sull’apprendimento di contenuti, secondo un ordine dato, ma sul saper fare/ pensare/sentire attraverso pluralità di codici (corporeo, iconico, verbale ecc….) che ci permettono di esprimere nel mondo la nostra originalità.

Non esistono apprendimenti che valgono di più rispetto ad altri, ma solo processi di apprendimento che offrono a ciascun individuo, nel rispetto del proprio stile, la possibilità di raccontarsi.

Questo anticipo inoltre stravolge tutta l’organizzazione delle Scuole dell’Infanzia e delle Scuole Elementari che devono ristabilire spazi, tempi e modalità a discapito della propria natura istituzionale.

 

2. La scelta poi di lasciare liberi i genitori nello stabilire l’entrata nella Scuola dell’Infanzia e nella Scuola Elementare, è una scelta a nostro avviso che mette le famiglie in grave difficoltà perché prive degli strumenti professionali per saper leggere le competenze dei propri figli. Soprattutto perché per competenze non intendiamo solo il possesso delle strumentalità di base come "saper leggere" "scrivere" e "far di conto", ma come sostengono gli Orientamenti uno sviluppo integrato e armonico dei processi di Identità’ - Autonomia - Competenza.

"Il sapere come atto non richiede fondamenta ma fondazioni, azioni di pensiero, che continuamente ridisegnino i contorni della conoscenza"(G.Boselli) La nostra identità culturale, la formazione e il nostro stile di lavoro di insegnanti ci porta a vivere la riflessione come un sistema operativo" che analizziamo sempre su due livelli di intervento: quello che non ci trova d’accordo e che abbiamo appena elencato quello più propositivo che è quello in cui crediamo di più. Riguardo questa disposizione legislativa l’aspetto "propositivo" si concentra maggiormente sulla "forma" o meglio sui contenuti che dovrebbero modificarla per riconfermarla Scuola di qualità.

 

3. Come operatori culturali ci sentiamo mortificati pensando all’idea che venga istituito uno strumento di valutazione ministeriale sulle competenze e i comportamenti. Si riduce ampiamente il raggio di azione della valutazione vissuta come percorso formativo che stimola adulti e bambini a riflettere sui significati del proprio agire, a dar senso al proprio "mestiere di maestro" a dar senso "percorso di meta - apprendimento".

Le insegnanti delle Scuole dell’Infanzia

Istituto Scolastico Comprensivo di Bellaria-Igea Marina
Scuola dell’Infanzia – Scuola Elementare – Scuola Media
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