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I bipartigiani del “volemose bene”… con un po’ di buon senso!
riflessioni sul Progetto "Buonsenso per la Scuola"

di Maurizio Tiriticco

 

Ho letto con interesse il documento bipartigiano sullo stato dell’istruzione e le sue prospettive: nulla da eccepire sui contenuti, tutti nobilissimi e tutti rintracciabili qua e là nelle innumerevoli pieghe delle recenti normative che legislatori spesso improvvisati, pasticcioni e sgrammaticati ci hanno ultimante propinato. E’ un vero lavoro di distillazione – ah! il buon Ciampolini! – che i nostri bipartigiani hanno operato sulla documentazione normativa esistente.

Ma si tratta di un lavoro che ciascuno di noi – di noi che in buona fede e sempre con grande ottimismo lavoriamo per un’istruzione migliore! – ha già compiuto, forse in modo non organico, forse senza produrre 40 pagine e più (ma se fossero state solo 10 non sarebbe stato meglio? Ed avrebbero scritto assolutamente le stesse cose! Mah! Ancora dobbiamo imparare a scrivere nella… società della informazione!), perché nel gran mare di parole e parole a proposito di norme costituzionali e non, primarie e non, Indicazioni e Raccomandazioni, Profili e controprofili, non è davvero difficile trovare quello che ciascuno di noi intende e vorrebbe cercare, in ordine ai propri assunti culturali, educativi… e politici anche!

Chi sta sul posto di lavoro, i nostri insegnanti sono i primi a ricercare ciò che di positivo è rintracciabile nelle tonnellate di carte, normative e didattiche, che l’amministrazione ci propina giorno dopo giorno, dai fatidici Stati Generali!

Ma il fatto è che i problemi della scuola, oggi, sono ben altri! E i nostri bipartigiani non dovrebbero non saperlo! E sono problemi che non hanno nulla a che vedere con le migliaia di parole che i monopartigiani della Moratti hanno prodotto all’insegna del “Punto e a capo”… alias, “cancellare per ricominciare”! Hanno a che vedere con ben altro, con i fatti concreti che questa amministrazione realizza giorno dopo giorno!

Vediamone alcuni! La beffa dell’anticipo ai due anni e mezzo! La riduzione drastica delle offerte orarie del tempo scuola! L’attacco al tempo pieno a al sostegno! Il silenzio sui comprensivi! Il lancio di una “personalizzazione” che potrebbe condurre direttamente a dare all’alunno e alla famiglia quello che vuole e che chiede – il supermarket dell’educazione! – e non quello di cui effettivamente necessita.

Per non dire di quello che dovrebbe significare il docente tutor… e che mai dovrebbe essere questo portfolio, in cui dovrebbero mettere mani anche le famiglie e gli stessi studenti (pardon! i ragazzi, stando alla terminologia morattiana!) A proposito, quand’è che contratteremo con il medico la ricetta che ci deve prescrivere? Nessun partigiano morattiano ci ha mai spiegato queste cose! E sono argomenti inspiegabilmente assenti (sic?) dal documento dei bipartigiani!

Per non dire di tutta la tematica dei due percorsi, il sistema dei licei e quello dell’istruzione e formazione professionale, che solo a parole appaiono così agibili! Sembra che lo studente – pardon, il ragazzo – possa correre di qua e di là (i passaggi!), avanti e indietro (i rientri) attraverso sistemi che, però, sono ancora tutti da definire! Non è sufficiente una legge delega per mettere in moto processi istituzionali, normativi, amministrativi che richiedono tempo, fatica, coraggio e, soprattutto, chiarezza di idee!

E per non dire degli assalti costanti che vengono mossi contro la dignità, la professionalità degli insegnanti, contro il loro posto di lavoro, la loro carriera, i loro stipendi! La passione delle graduatorie, dei punteggi, dei ricorsi al Tar…

E c’è la debolezza dell’amministrazione! DM fantasma, schemi di DDL chennonsisachevvaloreabbiano!!! Piani finanziari checchissaccheffinefaranno!!!

E sono tutti fatti non casuali, ma che derivano dal ruolo effettivo che questo governo attribuisce all’istruzione e alla scuola, del tutto marginale e subalterno. Insomma… la scuola può attendere… ora ci sono le grandi opere! Altro che vision, che mission! Le parole – se poi sono in inglese fanno tanto in –  sono una cosa, ma i fatti ben altra cosa!

Siamo alla terza finanziaria, e si continua a tagliare e pesantemente sulla scuola! E quando Tremonti, il vero ministro del Miur, afferma che i tagli sono necessari perché le casse dello Stato… ecc… ecc…, dimostra l’assoluta assenza di lungimiranza che connota questa amministrazione! Una vera politica dell’istruzione e per l’istruzione non è nelle parole di leggi delega, ma nei fatti degli investimenti! E il non investire per l’istruzione non è dovuto alla necessità del risparmio, ma alla mancanza di una visione complessiva lungimirante.

A parole tutti affermano che investire per l’istruzione è investire anche per uno sviluppo socioeconomico, ma nei fatti nessuno in questo governo ci crede realmente!

Sono queste le scelte politiche di fondo che vanno denunciate. Se non si fa questo, che senso ha che un drappello di volenterosi bipartigiani impieghi tempo e intelligenza in mesi e mesi di lavoro per raccapezzare qualche espressione felice (forse!) nei diversi contesti normativi e pedagogici, quando le scelte strutturali di questa maggioranza ci profilano solo scenari assi incerti?!

Ma allora, qual è il significato reale di questa operazione bipartigiana? Menare il can per l’aia. Tentare di ricompattare all’insegna del “volemose bene” i brandelli meno illeggibili di una proposta politica complessiva assai discutibile nelle sue reali dimensioni e finalità.

Insomma, non vorrei – e non vorremmo! – che con il documento bipartigiano qualcuno possa pensare che… sì! dopo tutto… le buone intenzioni ci sono… basta leggere bene… con lo spirito unitario… con un po’ di “buon senso”! Ma il buon senso non produce mai nulla di buono, di autenticamente produttivo nel campo della politica e delle innovazioni istituzionali! E soprattutto in educazione!

Anzi… il buon senso è pericoloso! Perché svia l’attenzione dalle cose concrete, dai fatti reali. Certamente, chi sta in trincea, chi insegna continuerà a farlo nel migliore dei modi rintracciando anch’egli qualche pagliuzza dorata nel gran pagliaio dei documenti morattiani. Ma sa anche che la sopravvivenza quotidiana, pur necessaria, è altra cosa rispetto agli impegni dei tempi lunghi! E questi sono quelli che contano!

I bipartigiani confondono il lontano con il vicino, la prospettiva con il presente, e certamente questa è un’operazione di “buon senso”, ma… non so quanto politicamente corretta… ed onesta!

Roma, ottobre 2003


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