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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

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Il curricolo fondamentale in quanto criteriologia di programmi istituzionali e di programmazioni didattiche curricolari per una scuola primaria di base fondata  sulle didattiche della pedagogia scientifica dell’insegnamento progettuale e sulla centralità docimologia della valutazione sperimentale: lineamenti strutturali:

di Gianfranco Purpi

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1:   La caratterizzazioni didattico/pedagogiche di fondo:

 

a)Per attuare i fini istituzionali,la scuola primaria di base si organizza in modo funzionale rispetto agli obiettivi educativi da perseguire; pertanto, mentre segue le linee di un curricolo/programma che prescrive sul piano nazionale quali debbano essere gli apprendimenti standard,i contenuti formativi e le competenze/abilità/padronanze fondamentali da conseguire, predispone una adeguata organizzazione didattica, affinché lo stesso curricolo programmatico nazionale possa essere svolto muovendo dalle effettive capacità ed esigenze di apprendimento degli alunni.

   Questo curricolo/programma , necessariamente articolato al suo interno, mira ad aiutare l'alunno,impegnato a soddisfare il suo bisogno di conoscere e di comprendere, a possedere unitariamente la cultura che apprende ed elabora.

   La peculiarità del programma scaturisce dall'intento di aiutare l'alunno a penetrare il

significato della lingua, ad avviare seriamente una preparazione scientifica, a cominciare ad elaborare una conoscenza attenta della vita umana e sociale nelle sue varie espressioni, ad interrogare criticamente quegli aspetti della realtà che più lo colpiscono (a cominciare dal mondo delle immagini).

 

 b) Ogni progettualità di formazione e di insegnamento/apprendimento scolare si viene a fondare su di una curricolare programmazione didattico/educativa per obiettivi di apprendimento di lungo termine; ed in ragione di una conseguente organizzazione didattico/gestionale ed educazionale.

   In questo senso,ogni programmazione didattica ed educativa hanno un valore determinante per il processo innovativo che,con i nuovi curricoli, si deve realizzare nella scuola elementare.

   Spetta ai docenti, collegialmente ed individualmente, effettuare con ragionevoli previsioni la programmazione didattico/educativa e didattico/operativa, stabilendo le modalità concrete per mezzo delle quali conseguire le mete fissate dal curricolo programmatico strutturale; nonché la scansione più opportuna di esse, tenuto

conto dell'ampliamento delle opportunità formative offerte dal curricolo, sia con

l'inserimento di nuove attività, sia con la valorizzazione degli insegnamenti tradizionali.

  La programmazione, nel quadro della prescrittività delle mete indicate dal programma,delineerà i percorsi e le procedure più idonee per lo svolgimento dell'insegnamento,tenendo comunque conto che i risultati debbono essere equivalenti qualunque sia l'itinerario metodologico scelto.

   La programmazione didattica deve essere assunta e realizzata dagli insegnanti anche come sintesi progettuale e valutativa del proprio operato.

 

c) Il principio della scansione in cicli si attua secondo una logica pedagogica che può non essere la medesima per tutti gli alunni e per tutti gli insegnanti.

    Possono essere previste nell'arco del QUINQUENNIO DELLA SCUOLA ELEMENTARE anche scansioni diverse, sia per rispettare i ritmi di crescita individuale degli alunni, sia per consentire una verifica e una frequente valutazione a scopo formativo in corso di apprendimento, da raccordarsi con quella consuntiva terminale.

   L'unitarietà dell'insegnamento, che costituisce la caratteristica educativo-didattica

peculiare della SCUOLA PRIMARIA di base, è assicurata sia dal ruolo specifico degli insegnanti curricolari delle classi di un dato modulo, e sia dall'intervento di più insegnanti sullo stesso gruppo classe o su gruppi di alunni di classi diverse organizzati in un sistema didattico a classi aperte.

   In particolare nelle classi della scuola primaria di base, si prevede la utilizzazione di una pluralità di docenti, ferma restando la classe ed il modulo di due classi su tre docenti curricolari quale  base dell'organizzazione istituzionale della

scuola.

   In questo senso, l'organizzazione didattica deve basarsi sulla valorizzazione delle esperienze e degli specifici interessi culturali degli insegnanti.

 A tale fine essenziali sono la collaborazione ed il lavoro collegiale e altresì le modalità di raggruppamento permanenti e temporanee degli alunni.

L'organizzazione didattica utilizzerà, inoltre, attività didattiche di sostegno e di didattica differenziata per aree d'intervento specifico, coordinate all'attività didattica generale; valorizzerà le tecnologie educative che promuovono un ambiente di comunicazioni multimediali.

 

d)   Per quanto concerne la valutazione degli approcci di apprendimento e delle contestuali forme di partecipazione degli alunni nella sistemicità di tutte le variabili della loro scolarizzazione;

   al fine di assicurare un'effettiva valutazione dei punti di partenza e di arrivo, dei processi,delle difficoltà riscontrate e degli interventi compensativi attuati, gli insegnanti devono raccogliere in maniera sistematica e continuativa informazioni relative allo sviluppo dei quadri di conoscenza e di abilità, alla disponibilità ad apprendere, alla maturazione del senso di sè, di ogni alunno.

   Le informazioni devono essere raccolte in forma sintetica, secondo criteri che assicurino un positivo confronto dei livelli di crescita individuali e collettivi.

   Le modalità e gli strumenti della raccolta di informazioni saranno differenti e sempre pertinenti al tipo di attività preso in considerazione: in alcuni casi sarà utile rifarsi a prove oggettive, in altri a forme di registrazione proprie dell'esperienza didattica meno formalizzata.

   Il complesso delle osservazioni sistematiche effettuate dagli insegnanti nel corso

dell'attività didattica costituirà lo strumento privilegiato per la continua regolazione della programmazione didattica, permettendo agli insegnanti di introdurre per tempo quelle modificazioni o integrazioni che risultassero opportune.

   La comunicazione dei risultati di tale attività di valutazione ai soggetti interessati (famiglie e scuole) deve documentare anche quanto la scuola ha fatto e si impegna a fare in ordine allo sviluppo del singolo e del gruppo.

   Prendiamo ora in esame la valutazione,la verifica,la rilevazione ed il monitoraggio dei diversi significati relativi alle variabili della funzione docente ed agli interventi d’insegnamento/istruzione/educazione degli insegnanti attraverso cui la stessa funzione docente viene ad inverarsi e progettarsi curricolarmente.

  Si consideri che l'attività di programmazione,di progettualità,di rapportualità didattico/educativa  e di verifica/valutazione rivolta all’indirizzo degli alunni, deve consentire agli insegnanti di valutare l'approfondimento della loro preparazione psicologica, culturale e didattica anche nella prospettiva della formazione continua.

 

e) Il curricolo programmatico fondamentale della scuola primaria di base assegna al progetto contestuale didattico/educativo e culturale/pedagogico la necessità di essere svolto secondo un passaggio continuo che va da una impostazione unitaria pre-disciplinare all'emergere di ambiti disciplinari progressivamente differenziati.

   L'educazione linguistica viene ricondotta nell'ambito dei linguaggi, intesi quali opportunità di simbolizzazione, espressione e comunicazione.

   Poiché, ogni linguaggio esprime la capacità dell'essere umano di tradurre in simboli e segni il suo pensiero e i suoi sentimenti, l'educazione linguistica, che concerne

specificamente il linguaggio verbale, dovrà non disattendere gli apporti comunicativi ed espressivi prodotti dall'uso di altre forme di linguaggio (l'iconico, il musicale, il corporeo, il gestuale, il mimico).

   L'educazione linguistica, in un'epoca di intense comunicazioni e nella prospettiva di un crescente processo di integrazione nella Comunità europea, non può prescindere da un approccio alla conoscenza di una lingua straniera.

  Un breve tempo dedicato quotidianamente alla lingua straniera durante le normali attività didattiche assicurerà la necessaria continuità nell'educazione linguistica e sarà ausilio non indifferente per rinforzare il processo di apprendimento.

   Componenti essenziali dell'unità educativa della persona sono considerate, nel nuovo curricolo programmatico della scuola di base, anche l'educazione estetica, musicale e motoria.

   La lettura e l'interpretazione dei linguaggi iconico, musicale e motorio, con i quali il

fanciullo ha così forte consuetudine, possono favorire anche gli apprendimenti più

complessi dell'area linguistica e logico-matematica.

   Così,questo curricolo strutturale prevede uno spazio riservato all'insegnamento delle scienze, che consentirà una più approfondita comprensione delle realtà naturale ed umana e del mondo tecnologico.

   Questa disciplina, insieme alla matematica, tende a sviluppare la capacità di percepire i problemi e a dare spiegazioni rigorose delle soluzioni.

    Organica attenzione viene prestata anche alle dinamiche della vita umana, intesa nel suo sviluppo storico, nella sua collocazione geografica,nonchè  nella sua organizzazione/dimensionalità socio/istituzionale e socio/politica.

   Questa area disciplinare è stata definita per consentire al fanciullo di conoscere il patrimonio culturale in cui è immerso e di elaborare progressivamente una coscienza del suo significato.

   Per la religione la scuola primaria di base offre a tutti gli allievi uguali opportunità di conoscenza, di comprensione e di rispetto dei valori religiosi.

   Nello sviluppo complessivo del curricolo di base e negli obiettivi della programmazione e delle diverse progettualità prassiche, è indispensabile che la scuola primaria di base preveda un graduale accostamento al mondo del lavoro ai livelli consentiti dalle esperienze proprie dell'età.

   Questo approccio culturale obbedisce, altresì, alle caratteristiche psicologiche proprie dell'età in chiave di operatività e di manipolazione; in ragione di competenze ed esigenze di ordine tecnologico,percettivo/motorio e  logico/rappresentative.

 

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2:   Le premesse giuridico/normative fondamentali di legittimazione istituzionale:

Così,in vista del   “””blocco della riforma dei cicli”””    e di tutti i provvedimenti ministeriali della precedente legislatura,si possono comunque rinvenire dei punti fermi normativi che consentono di configurare l’assetto ordinamentale della scuola di base in ragione di certezze di diritto e,quindi,attraverso una sussistente  consolidata identità  autonomistica e normativa.

   In questo senso,si consideri che:

-§:    la sospensione della Riforma dei cicli e dei Nuovi Curricoli determinata dalla presente legislatura e dal presente potere governativo ministeriale,non azzera comunque e nemmeno stravolge l’attuazione della Riforma dell’autonomia di cui al D.P.R. 275 dell’8 marzo 1999 (Regolamento dell’autonomia scolastica), entrato pienamente in vigore il 1° settembre 2000.

    Le scuole continueranno,dunque,a funzionare attuando il Regolamento dell’autonomia scolastica di cui al D.P.R.n.275 dell’08/03/99 e quindi seguitando ad esplicare l’identità autonomistica che promana,in particolare,da tale Decreto e dalla L.n.59/97-art.21.

   Così,in atto,l’impianto autonomistico della gestione didattico/organizzativa e della correlata funzione docente della scuola di base,può continuare a fondarsi ed a riferirsi con certezza di diritto e di prospettiva pedagogico/istituzionale  alle formulazioni del Regolamento dell’autonomia (D.P.R. n.275/99);     “””ed,in particolare, per ciò che attiene gli aspetti curricolari, alle disposizioni contenute nel D.I. 26 giugno 2000, n. 234…(…)…restando in materia confermata la normativa vigente””” (nota min cit.del 05/07/2001).

-§:   Alla luce di quanto sopra premesso,si consideri allora che il Regolamento dell’autonomia (D.P.R.n.275/99) veniva già a prospettare e determinare le architravi normative in materia di curricoli e di obiettivi di apprendimento anche in riferimento a periodi e situazioni in cui non fossero stati ancora emanati i curricoli la cui definizione era stata prevista all’art.8 dello stesso Regolamento.

   Infatti,l’art.13 di quest’ultimo Regolamento veniva (e quindi continua)  a determinare che    “””fino alla definizione dei curricoli di cui all'articolo 8 si applicano gli attuali ordinamenti degli studi e relative sperimentazioni, nel cui ambito le istituzioni scolastiche possono contribuire a definire gli obiettivi specifici di apprendimento di cui all'articolo 8 riorganizzando i propri percorsi didattici secondo modalità fondate su obiettivi formativi e competenze>>.(Art. 13-D.P.R.n.275/99,succitato).

   Ricordiamo,peraltro,che l’art.8 del Regolamento dell’autonomia in questione (D.P.R.n.275/99) veniva e viene così testualmente a recitare:

“””…(…)…1. Il Ministro della Pubblica Istruzione, previo parere delle competenti commissioni parlamentari sulle linee e sugli indirizzi generali, definisce a norma dell'articolo 205 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, sentito il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, per i diversi tipi e indirizzi di studio:

a) gli obiettivi generali del processo formativo;
b) gli obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni;
c) le discipline e le attività costituenti la quota nazionale dei curricoli e il relativo monte ore annuale;
d) l'orario obbligatorio annuale complessivo dei curricoli comprensivo della quota nazionale obbligatoria e della quota obbligatoria riservata alle istituzioni scolastiche;
e) i limiti di flessibilità temporale per realizzare compensazioni tra discipline e attività della quota nazionale del curricolo;
f) gli standard relativi alla qualità del servizio;
g) gli indirizzi generali circa la valutazione degli alunni, il riconoscimento dei crediti e dei debiti formativi;
h) i criteri generali per l'organizzazione dei percorsi formativi finalizzati all'educazione permanente degli adulti, anche a distanza, da attuare nel sistema integrato di istruzione, formazione, lavoro, sentita la Conferenza unificata Stato-regioni-città ed autonomie locali. …(…)…”””.

-§:   Risulta,dunque,evidente che nel presente periodo:

a)      “””Gli obiettivi generali del processo formativo”””    continuano ad essere  definiti ed indirizzati alle istituzioni scolastiche ed alle competenze della funzione docente in ragione del dettato dei Programmi Scolastici Elementari (D.P.R.n.105/85)  -comunque sempre in vigore nella loro integralità-;   nonché sempre alla luce dell’articolato vigente ed applicabile del  D.L.vo n.297/94 (Testo Unico delle Leggi della scuola); dunque anche in riferimento al dettato della L.n.148/90 e della successiva normativa che è venuta ad integrare e modificare quest’ultima Legge di Riforma; nonché in ragione dei Programmi Scolastici per la scuola media del 1979; e degli Nuovi Orientamenti  del 1991 per quanto riguarda la scuola materna.

b)      “””Gli obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni”””   si debbono continuare a ricavare,nelle loro formulazioni strutturali,dai Programmi,dagli Orientamenti e dalla contestuale legislazione ordinamentale di cui al precedente punto a)-;  pur sempre vigenti e precedenti all’emanazione della Legge sulla riforma dei cicli (L.n.30/2000).

   Ovviamente,tali stessi   “””obiettivi specifici di apprendimento”””,nelle loro articolazioni curricolari di “breve termine” e di unità didattica d’insegnamento/apprendimento, continuano ad essere enunciati e formulati in ragione del contesto territoriale,socio/culturale d’ambiente e delle diverse variabili inerenti i bisogni formativi degli alunni; attraverso la definizione delle diverse progettazioni e programmazioni didattiche di competenza dei singoli “gruppi docenti” modulari e che risultano intrinseche al Piano dell’Offerta Formativa.

   Ciò,che viene legittimato,tra l’altro,dal succitato art.13 del Regolamento dell’autonomia che,come si diceva,prevede che    “””…(…)…fino alla definizione dei curricoli di cui all'articolo 8 si applicano gli attuali ordinamenti degli studi e relative sperimentazioni, nel cui ambito le istituzioni scolastiche possono contribuire a definire gli obiettivi specifici di apprendimento di cui all'articolo 8 riorganizzando i propri percorsi didattici secondo modalità fondate su obiettivi formativi e competenze…(…)…””” (Art. 13-D.P.R.n.275/99).

c)      “””Le discipline e le attività costituenti la quota nazionale dei curricoli e il relativo monte ore annuale””” ;     “””l'orario obbligatorio annuale complessivo dei curricoli comprensivo della quota nazionale obbligatoria e della quota obbligatoria riservata alle istituzioni scolastiche”””;  e   “”” i limiti di flessibilità temporale per realizzare compensazioni tra discipline e attività della quota nazionale del curricolo”””;   continuano sostanzialmente a ricalcare le relative enunciazioni e formulazioni normative evincibili dai  vigenti ordinamenti scolastici così come configuratisi precedentemente l’emanazione della Legge sulla Riforma dei Cicli (L.n.30/2000).

   Ciò, fermi restando gli spazi ed i poteri di gestione autonomistica e didattico/organizzativa già predefiniti prospetticamente dal più volte citato (sempre in vigore,dal 1° settembre 2000) Regolamento dell’autonomia (D.P.R.n.275/99); così come compendiato,integrato e  declinato,in materia di definizione dei curricoli,dalle normative di regolamentazione del sempre vigente D.I. 26 giugno 2000, n. 234   (Decreto di regolamentazione che doveva integrare il Regolamento dell’autonomia soltanto per l’anno scolastico 2001/2000; ma che il Ministro Moratti  ha riesumato in vigore fintantoché non saranno ridefiniti i contenuti ordinamentali e curricolari della nuova Riforma dei cicli “in cantiere” ;…sulle ceneri della Riforma che era stata legiferata dalla L.n.30/2000).

d)      Anche   riguardo “””gli standard relativi alla qualità del servizio”””;    riguardo   “””gli indirizzi generali circa la valutazione degli alunni, il riconoscimento dei crediti e dei debiti formativi”””; e riguardo    “”” i criteri generali per l'organizzazione dei percorsi formativi finalizzati all'educazione permanente degli adulti, anche a distanza, da attuare nel sistema integrato di istruzione, formazione, lavoro, sentita la Conferenza unificata Stato-regioni-città ed autonomie locali”””;        valgano le normative di riferimento sussistenti applicabili ed eventualmente “adeguabili”  (e,comunque, “evincibili” dai vigenti ordinamenti scolastici così come configuratisi precedentemente l’emanazione della Legge sulla Riforma dei Cicli n.30/2000).

8:    Il Ministro Moratti ha precisato che le differenze tra i "vecchi" Programmi didattici di scuola materna,elementare e media, ed i Nuovi Curricoli (Indirizzi per l’attuazione del curricolo) non sono  rilevanti ; e sostanzialmente ricalcano lo stesso itinerario  epistemologico di ricerca pedagogica e di razionalizzazione curricolare.

   Molti  hanno sempre evidenziato la fondamentale  attualità e l’apprezzabile stesura didattico/pedagogica degli Orientamenti 91 (di scuola materna), dei Programmi dell’85 (di scuola elementare) e dei Programmi del  79 (di scuola media).

   Comunque nel presente,fino alla definitiva emanazione della nuova Riforma dei Cicli del Ministro Moratti e dei conseguenti nuovi curricoli nazionali; ancora oggi  come ieri, i docenti debbono esplicare le cifre e le dimensioni della loro professionalità attraverso un approccio di “individuazione”,“formulazione”,”enunciazone”  e “traduzione“   degli “””obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni”””   dal testo dei Programmi Scolastici e degli Orientamenti anzidetti.


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