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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Direttore responsabile: Dario Cillo


 

Debiti Formativi - Una prima valutazione a fine anno

di Beatrice Mezzina

Abbiamo contestato al Ministro Fioroni, sulla complessa questione dei Debiti, l’accelerazione data agli adempimenti delle scuole, l’insufficienza dei fondi, molte ingenuità concettuali sul nodo del recupero, ponendo più volte in evidenza le difficoltà che hanno incontrato le scuole. 

Eppure mi sembrano  importanti alcune  considerazioni in premessa:

  • dobbiamo dar atto che una situazione ormai ingovernabile di debiti che si trascinavano negli anni aveva bisogno di qualche punto fermo;
  • le scuole, anche quelle con poca riflessione pregressa, hanno dovuto farsi carico del problema e attrezzarsi; con diversi esiti che vanno monitorati per migliorare;
  • sarebbe utile non tornare indietro ma affinare e consolidare  le buone pratiche.

Mi sembra invece che, come al solito, si vada punto e a capo.

Sintomatico a tal proposito l’articolo del Sole 24 ore “A scuola il caos dei debiti”.del 5 maggio scorso su ben due pagine, in cui Valentina Aprea, che sarà impegnata nel nuovo governo, parla di una revisione totale della questione.

Quando poi una assemblea sindacale, convocata  per gli insegnanti in questi giorni,  ha come ODG:  Debiti e recuperi: come difendersi, mi prende un senso di scoramento. Gli insegnanti devono difendersi o proporre soluzioni, percorsi utili per migliorare? Non si devono far carico del problema che li tocca in prima persona?

Analizziamo allora i punti di maggiore difficoltà posti dall’articolo del Sole 24 ore.

 

L’illusione del sostegno “ex post”

Analizzando i casi frequenti in cui le scuole hanno attivato i corsi di recupero dopo il primo quadrimestre, il quotidiano pone il problema che i corsi, tardivi, non sono utili al recupero di competenze che si trascinano da tempo e che è improduttivo un recupero ex post, cioè dopo che le difficoltà si siano manifestate; sarebbe meglio prevenire le difficoltà.

Non mi pare questa una questione di rilievo e l’argomentazione tende all’ovvietà.

Certo quest’anno, nelle prime fasi di attuazione, alcuni corsi di recupero sono stati tardivi in molte scuole; tuttavia, in una organizzazione che si ponga permanentemente il problema del sostegno e del recupero, con un congruente budget assegnato alle scuole, si può organizzare un itinerario  con tempi più serrati e che comunque, abbia come punti cardine l’attenzione dei docenti a una didattica che contenga sistematicamente e curricolarmente attività di sostegno e recupero e la responsabilizzazione degli studenti  nell’impegno, nella frequenza costante, nell’attenzione in classe e nel lavoro a casa.

In tal modo le azioni di recupero non diventano residuali, diventano sistematicamente attività congruenti con il curriculum.

Molte scuole hanno lavorato in tal senso anche da quest’anno.

 

I fondi

Si afferma nell’articolo che i fondi sono insufficienti e che le scuole hanno dovuto spostare, nell’ambito della quota globale del Fondo di Istituto, molte risorse per il recupero limitando quelle per i Progetti.

Ben venga. Ho sempre sostenuto di limitare fortemente i vari progettini nelle scuole, tarati sull’inessenziale, più per distribuire compensi accessori ai docenti  che per corrispondere alle necessità degli studenti.

Se il danaro viene spostato su una attività considerata prioritaria, se invece di un’attività pomeridiana ( i balletti e quant’altro) si lavora per far raggiungere le competenze di base agli studenti, mi sembra una operazione meritoria. Poi, è ovvio, richiediamo i fondi necessari e indubbiamente in maggiore quantità.

Quest’anno abbiamo potuto contare, oltre che sui fondi del FIS, sui fondi per  l’obbligo e su altri fondi specifici destinati al recupero.

 

Quanti corsi frequenta uno studente?

Questa mi sembra una questione seria. In genere, lo studente in difficoltà, non è in difficoltà solo per una disciplina. Come può frequentare corsi pomeridiani in tante discipline senza correre il rischio di tornare indietro nelle altre che non riesce a studiare il pomeriggio? Sicuramente i Consigli di classe più avveduti si sono posti la questione trovando soluzioni per evitare che uno studente potesse frequentare cinque o sei corsi pomeridiani.

Non siamo così disattenti nelle scuole e non aspettiamo certo l’articolo del Sole per individuare il problema. 

Si è deciso nei Consigli di classe della mia scuola che lo studente con molte difficoltà non potesse frequentare più di uno o due corsi di recupero pomeridiano, articolando il  recupero per gli studenti in difficoltà in una classe in attività permanenti in orario scolastico, attività per piccoli gruppi in orario mattutino con qualche operazione di flessibilità, attività pomeridiane

In generale, nei casi di difficoltà diffuse, la questione riguarda il metodo di studio, oppure  il disimpegno, la disattenzione, la delusa motivazione degli studenti e spetta al Consiglio di classe, consapevole e attento, decidere l’itinerario.

Per il Biennio è utile lo studio guidato a scuola così come gli approfondimenti, gli esercizi svolti alla quinta e sesta ora dall’insegnante per pochi propri studenti. Il lavoro in piccoli gruppi in orario mattutino si è rivelato positivo, compatibilmente con la volontà dei docenti di prendere a cuore l’attività e con la risposta degli studenti. Lo studente che in piccolo gruppo ripeta gli argomenti con lo stesso docente, svolga gli esercizi con una guida, rifletta su alcuni meccanismi che durante la lezione non ha compreso, riesce sicuramente a trarne vantaggio, soprattutto perché è il suo stesso insegnante che lo guida  e lo sorregge. Così lo studio guidato il pomeriggio con un insegnante che segua lo studente, anche in più materie, una forma di tutoring, abitua lo studente a utilizzare un metodo di studio corretto e a sperimentare i primi successi.

 

L’organizzazione dei Corsi Pomeridiani

I corsi di sostegno pomeridiani hanno avuto bisogno di una attenta organizzazione.

Alcuni insegnanti interni hanno dato la propria disponibilità, sono stati necessari anche alcuni insegnanti esterni, pochi, scelti con molta attenzione.

Nel Liceo che dirigo abbiamo svolto corsi pomeridiani in latino, greco, matematica, inglese, in cui si evidenziavano le maggiori difficoltà, per tutte le classi.

I problema: la suddivisione degli alunni. Lo abbiamo fatto per classi, affidando all’insegnate di un corso pomeridiano studenti provenienti dalla propria classe – e da classi parallele – con un numero limitato di studenti.

Il nodo più  problematico che ha avuto bisogno di attenta preparazione e organizzazione riguarda la comunicazione tra insegnante curricolare e insegnante di recupero.

Per prevenire la difficoltà di comunicazione, si è approntata una scheda in cui l’insegnante curricolare desse indicazione sulle difficoltà rilevate nell’apprendimento dello studente, secondo lo screening e gli indicatori decisi nel dipartimento, per chiarire al docente del corso pomeridiano i punti di maggiore impegno e attenzione per ogni singolo studente. Ogni insegnante pomeridiano ha svolto frequenti riunioni con l’insegnante curricolare per svolgere un percorso conforme a quanto si svolgesse in classe.

E’ andata con esiti diversi a seconda della professionalità dei docenti: splendide prove di insegnanti che hanno saputo immedesimarsi nelle esigenze degli studenti, tenere rapporti con il docente curricolare, preparare lo studente a una prova. Pessime prove di alcuni docenti, come sempre e sempre gli stessi: un insegnante irritato perché lo studente valutato negativamente facesse progressi con il corso di recupero.

Positivo il fatto che lo studente in difficoltà si confronti con un altro metodo, con sensibilità diverse e metodologie a volte più utili anche ad incoraggiarlo sul percorso dell’apprendimento.

 

I corsi estivi

Quest’anno. nello scrutinio di giugno, si sospenderà il giudizio per gli studenti che avranno ancora alcune insufficienze per decidere definitivamente dopo prove di verifica ulteriori. Molte scuole svolgeranno tali prove nell’ultima settimana di agosto, altre i primi di settembre, altre addirittura in luglio.

Molti Uffici Scolastici Regionali non hanno  dedicato alla questione nemmeno una conferenza di servizio in una logica distorta della Autonomia, per cui si lasciano alle scuole tutte le responsabilità, svilendo la funzione di un necessario coordinamento, affidata proprio agli USR.

Solo alcune scuole di buona volontà si sono messe in rete, formale o informale, per decidere e confrontarsi.  

Non sono pochi i problemi.

I tempi

I corsi estivi si terranno per circa un mese: si avvieranno subito dopo le due prove iniziali degli esami di Stato, verso il 20 giugno, per concludersi intorno al 20 luglio. Riusciremo ad ottenere la disponibilità dei docenti interni o dovremo rivolgerci agli esterni?

Molte scuole si orientano per le prove a fine agosto o i primissimi giorni di settembre. In quest’ultimo caso, la scelta è stata effettuata soprattutto da scuole che hanno un turnover  limitatissimo per la necessità di conservare la composizione dei Consigli di Classe.

Quali e quanti corsi?

Si deciderà indubbiamente sulla base dei fondi a disposizione, poi sulla quantità dei debiti per ogni disciplina.

Sarà difficile organizzare corsi per discipline in cui uno o due studenti riportino il debito. L’anno scorso abbiamo avuto in tutto il Liceo due debiti in Filosofia. Che si fa in questi casi? Quali responsabilità avrà una scuola che, per motivi di budget, non potrà corrispondere a tutte le necessità di attivare corsi?

Le prove finali

Come ci si organizza? Prove scritte soltanto? Scritte e orali a seconda di quanto prevede il piano di studi?

Necessario un lavoro  complesso dei Dipartimenti per decidere le tipologie di prove sui fondamentali di ciascuna disciplina, sulla possibilità di assegnare per le discipline tradizionalmente orali se mai un questionario veloce su cui impostare l’orale, per organizzare le prove in modo congruente con gli obiettivi di apprendimento.

Un esempio: per l’italiano che senso avrebbe un tema allo scritto e poi il colloquio orale tradizionale? Non sarebbe utile una prova complessa che contenga forme di  analisi testuale con commento e una serie di domande sul programma svolto che consenta lo svolgimento della prova orale solo sulla revisione della prova scritta? Così per altre discipline, per esempio la Storia o la Filosofia.

Insomma

Non è stato semplice e non sarà semplice lavorare sul nodo del Recupero che poi significa riflettere sulle competenze, sul metodo di insegnamento, sulla tensione di un sistema scolastico verso l’inclusione degli studenti più difficili, verso una valutazione formativa e attenta alle formae mentis di tanti studenti che ci sfuggono e che non possono essere lasciati indietro.

La questione dei debiti, pur con le difficoltà di quest’anno e per l’esperienza limitata di  pochi mesi, ha  retroagito sul lavoro degli insegnanti nei dipartimenti e nei Consigli di classe, ha imposto di fatto un lavoro di confronto, di riflessione comune sui metodi di insegnamento, sulle prove, sulla relazione e sulla motivazione.

Insomma  ha richiesto  un coordinamento tra docenti in un lavoro che, se pur faticoso, ha reso meno monadiche le esperienze di ciascuno, consentendo riflessioni sulle esperienze, lavoro comune e confronto.

Bisognerebbe secondo me snellire alcune operazioni, rivedere alla luce delle esperienze alcuni passaggi. Non tornare indietro.  

Maggio 2008


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