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DIRIGENTI SULL’ORLO DI UNA CRISI ….. DI NERVI

di Pasquale D'Avolio

Si parla spesso del burn-out dei docenti; ho appena letto un documento pubblicato in questo sito sullo "Stress Dirigenti" (dove è possibile interpretare quel "dei dirigenti" come un genitivo soggettivo, ma anche ..oggettivo). Non sono riuscito a completare la lettura .. per mancanza di tempo.

Mi capita a volte di inviare delle e-mail a dei colleghi, i quali mi confessano giorni dopo di non essere riusciti ad aprire la posta o di non aver avuto il tempo di leggerla. Siamo arrivati davvero allo stremo! Sempre con riferimento al documento di cui sopra direi che una buona percentuale dei DS si colloca nella III fase (isolamento dai colleghi, rabbia e ostilità, atteggiamento negativo ecc) ; al IV si va in pensione, immagino, o …altrove.

Indire una riunione qualsiasi di Dirigenti, di tipo sindacale o semplicemente per scambiarsi delle esperienze, è una impresa: resta solo il dopo cena o la domenica.

Tra lettura di circolari, Direttive, Ordinanze, il cui numero nonostante tutto è in continua ascesa, , colloqui con docenti, responsabili di progetti o Funzione obiettivo, gruppi di lavoro, assemblee di genitori e studenti, riunioni con le RSU, con gli ATA, con Sindaci e assessori, tecnici della 626, organi collegali, revisori di conti, associazioni varie, tra contratti con supplenti o stipula di convenzioni, predisposizione dei documenti di programma, il tutto inframmezzato da telefonate varie, quale tempo resta per dedicarsi alla "professione", (che richiede anche "riflessione"), all’aggiornamento personale o agli incontri con i colleghi per organizzare iniziative comuni? Mi ha fatto sorridere la "ruota del tempo, dove si parla delle varie attività della vita di una persona normale: lo spicchio "attività lavorative" mi si è ingrandito fino a coprire quasi tutti gli altri.

"Avete voluto la Dirigenza e pedalate!": è l’espressione più dolce che ci sentiamo ripetere quando non ci rinfacciano il "lauto" stipendio dell’ultimo contratto, che non è certo disprezzabile, ma non ha nessun rapporto con l’impegno totalizzante che il ruolo richiede.

Da anni si parla dello staff del Dirigente: come si può immaginare che un Istituto autonomo con le attuali dimensioni possa reggersi con "un uomo solo al comando"? Sembra invece che vogliano abolire gli esoneri dei vicari. In questo modo ci riducono al silenzio, perché la cosa più impressionante che si avverte negli ultimi tempi è la mancanza anche di una protesta, di un "lamento". Ricordo i miei vecchi Presidi che potevano dedicarsi allo studio e alla produzione letteraria o scientifica. Quanti Presidi oggi sono in grado di scrivere, non dico un testo, ma anche un piccolo saggio? Per fortuna ci sono i colleghi "distaccati", "comandati" o "esonerati": ci pensano loro a parlare e discettare sul "ruolo del Dirigente" e sui benefici dell’autonomia: tanto gli "autonomi" siamo noi che restiamo sul campo. Fino a quando?

Mi piacerebbe conoscere il tasso di "abbandono" dei DS negli ultimi anni oppure, non sembri una strana curiosità , il tasso di "separazioni coniugali" tra i Dirigenti scolastici o infine le "crisi" non semplicemente esistenziali!

Soluzioni? Non se ne intravvedono, salvo la proposta, giudicata dai più stravagante e sorpassata, di prevedere due Dirigenti per Scuola, uno Didattico e l’altro amministrativo-gestionale. La proposta è stat lanciato dall’Assessore all’istruzione del Veneto e per quanto se ne sia parlato inutilmente anni orsono, è l’unica che restituirebbe i Presidi al loro ruolo formativo e … li salverebbe dalla "pazzia"


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