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Materiali Didattici

a cura di Claudia Fanti


 

UN PO’ DI STORIA…

A proposito dello studio dei verbi, devo dire che il lavoro che è spettato a me, come insegnante, nell’avvicinare a questa parte del discorso le alunne e gli alunni è stato quello di aiutarli fin dalle prime letture collettive e individuali a "sentirne" il tempo e il modo, contestualizzandone, nell’uso parlato e scritto, la valenza e l’importanza espressiva.

Ricordo che, soprattutto a cominciare dalla seconda elementare, già le/i bambine/i erano abituate/i a chiedersi se quella o l’altra azione "descriveva", "narrava", "metaforizzava" la realtà (non con queste parole ovviamente, ma a modo loro).

Costruivamo percorsi dentro i testi e li concretizzavamo in piccole mappe (disegnate) di senso. Oppure ci soffermavamo ad ascoltare la bellezza di alcune espressioni verbali che "davano l’idea" del movimento o del pensiero (la "linea interiore"), o , ancora, servivano a descrivere meglio personaggi, cose e animali attraverso la metafora verbale.

Lentamente e gradualmente, siamo arrivati in 3a elementare a percepire differenze e somiglianze, tempi e modi e altro ancora.

A quel punto le classi erano pronte a studiare i verbi in modo più sistematico e rigoroso.

Oggi, in 4a, la curiosità è grande, fino al punto che sono stati proprio le/i bambine/i a chiedermi di misurarsi anche con il modo condizionale e cominciano a studiarlo proprio nella sua specificità, facendosi esempi di frasi possibili e rilevandone le impercettibili differenze con alcune voci verbali del modo indicativo.

FO, 4 novembre 2001-11-04


 

Documentazione del lavoro sullo studio dei verbi a scuola

Premetto che la scelta di documentare lo studio dei verbi a scuola è stata "voluta", proprio per la caratteristica che tale attività ha di solito per le alunne e gli alunni: "i verbi sono difficili e noiosi", la memorizzazione di essi può essere molto pesante e considerata faticosa, ecc…

Vorrei ancora precisare che tale attività si inserisce in un percorso metodologico e didattico che vede da anni il quotidiano uso del lavoro di coppia, di piccolo gruppo, brain storming, rispecchiamento e quanto sia utile a creare un clima di reale e costruttiva collaborazione negli apprendimenti e nella relazione fra bambine e bambini.

Il video è un esempio piuttosto sommario di ciò che avviene nelle due classi quarte a tempo pieno modularizzato (47 bambine/i in tutto) su cui lavoro come insegnante di lingua italiana e di educazione motoria. Ciò perché l’uso della videocamera raffredda un po’ il clima (in prima e seconda classe è meno condizionante usare la videocamera). Inoltre per motivi legati alla chiarezza della documentazione per fasi successive del percorso, ne soffrono la spontaneità e la naturalezza con cui bambine e bambini si misurano con le difficoltà e le superano insieme nei tempi "lunghi e distesi" lasciati a loro disposizione (la ricaduta di questo tipo di lavoro su altri versanti degli apprendimenti è inimmaginabile e il tempo che si è "perso" è subito riguadagnato!)

FO, 31 ottobre 2001


 

GUIDA AL VIDEO SULLO STUDIO DEI VERBI

CONSEGNE DATE DALL’INSEGNANTE ALLE/AGLI ALUNNE/I PRIMA DI INIZIARE LO STUDIO IN CLASSE

1) Nel gruppo a quattro, confrontatevi sul modo di ognuna/o di studiare i verbi per ricordarli meglio.

2) A coppie dello stesso gruppo, puntualizzate meglio il modo di studio ed, eventualmente, aggiungete qualcosa di molto personale che, di solito, vi aiuta a memorizzare i verbi.

3) A coppie riferirete alla classe cosa vi siete dette/i ed eventuali scoperte fatte in coppia o individualmente.

4) Poi tornerete a posto e studierete i verbi a coppie, interrogandovi a vicenda.

5) Successivamente ognuna/o di voi sarà interrogata/o individualmente dalle/i compagne/i a turno, le/i quali avranno a disposizione le tabelle dei verbi da consultare per formulare correttamente le domande (il momento è importante per quelle/i che interrogano, anche per le/i più refrattarie/i all’impegno, perché in questo modo studiano le "variabili" dei verbi senza accorgersene!)

6) Nel caso chi è interrogata/o si accorga di incontrare ancora delle difficoltà, tornerà a posto a ripassare soltanto la "parte difficoltosa", poi si riproporrà all’interrogazione.

FO, 4 novembre 2001


Strategie d’apprendimento emerse dai dialoghi tra alunne/i nei LAVORI DI COPPIA E DI PICCOLO GRUPPO (4° elementare A.S. 2001-2002) sullo studio dei verbi.

1) DA DOVE COMINCIO.

1a) HO BISOGNO DI "FOTOGRAFARE LA PAGINA" SU CUI SONO SCRITTI

1b)LI LEGGO PIU’ VOLTE.

1c) NE OSSERVO LE DIFFERENZE.
1d) LI STUDIO UNO DOPO L’ALTRO "IN FILA".

1e) STUDIO TEMPO SEMPLICE E TEMPO COMPOSTO METTENDOLI A CONFRONTO, OPPURE TUTTI I TEMPI SEMPLICI PRIMA, E DOPO I COMPOSTI.

1f) NEL CASO DEI TEMPI COMPOSTI, PRESTO ATTENZIONE A COME SONO FORMATI, O "VADO A MEMORIA".

1g) ORA CHE HO COMINCIATO A STUDIARE ALTRI MODI OLTRE ALL’ INDICATIVO, SO PRESTARE ATTENZIONE ALLE DIFFERENZE FRA LE DESINENZE SIMILI DEI MODI.

2) PER RICORDARE I VERBI COME FACCIO? CHE COSA VEDO NELLA MENTE? QUANDO NON LI RICORDO, CHE ERRORE HO COMMESSO NELLO STUDIO? CHE COSA "HO SALTATO"? CHE COSA PENSO DI DOVER FARE PER MIGLIORARE LA MIA CAPACITA’ DI RICORDARE?

2a) PREFERISCO FARMI INTERROGARE DA QUALCUNO O HO BISOGNO DI RIPETERLI DENTRO DI ME.

2b) MI PIACE CHE QUALCUNO MI AIUTI INTERROGANDOMI SUI VERBI IN ORDINE SPARSO.

2c) MI POTREBBE SERVIRE SCRIVERLI.

2d) PREFERISCO APRIRE E CHIUDERE IL QUADERNO E PROVARE A RICORDARE A MEMORIA E POI CONTROLLARE SE SONO STATO CORRETTO.

2e) CERCO DI PORMI DELLE DOMANDE AIUTATO DA ALCUNE "PAROLE DEL TEMPO" (IERI, ADESSO, DOMANI…).

2f) MI CHIEDO SE UN VERBO APPARTIENE AL MODO DEGLI AVVENIMENTI CERTI; A QUELLO DEGLI AVVENIMENTI POSSIBILI, MA NON CERTI; A QUELLO DEI DESIDERATI…

2g) MI FACCIO DEGLI ESEMPI DI FRASI. RICORDO ESEMPI DELLA MAESTRA.

ALTRO ANCORA: PERCORSO PER LO STUDIO DEI VERBI A SCUOLA

1) Lezione frontale

2) Lavoro di gruppo

3) Lavoro di coppia

4) Conferenza davanti alla classe della coppia

5) Lavoro individuale oppure a coppie di studio o ripasso

6) La classe interroga

7) Autovalutazione

8) Eventuale ripresa dei lavori

 

FO, 26 ottobre 2001


 

VANTAGGI DEL LAVORO A COPPIE E DEI PICCOLI GRUPPI

- Imparare a "reggere" il conflitto per riemergerne con soluzioni condivise.

- Confrontarsi con stili diversi di approccio ai problemi, quindi imparare strategie diverse dalla propria per trovare possibili strade d’apprendimento.

- Imparare ad attendere ritmi diversi, ma anche rendersi conto del proprio "valore" riconosciuto dal piccolo gruppo o dal singolo compagno e successivamente dalla classe nel momento della conferenza.

- Avere, nel futuro degli apprendimenti individuali, punti di riferimento nel ricordo dell’apprendimento fatto in coppia o nel piccolo gruppo: una parola detta, una soluzione esatta condivisa, un sorriso fatto dal compagno a proposito di una parola detta o di una soluzione trovata, una disputa nata per una diversità di vedute su un argomento, ecc…

- La soddisfazione di essere riusciti a portare a termine positivamente un lavoro, dopo aver faticato a condividere un percorso.

- La condivisione della responsabilità del risultato anche nel caso in cui non sia un risultato giusto: assunzione della propria responsabilità anche nel caso in cui si ritenga di non avere la "colpa" del risultato; quindi acquisizione della consapevolezza che per convincere gli altri o l’altro della bontà di un’idea , bisogna saper ben argomentare e sostenere le proprie posizioni suffragandole di "prove", "esempi", ecc…

- La presa di coscienza: a) che pure senza l’aiuto dell’adulto si possono trovare soluzioni e strategie, anche impreviste; b) che non sono il solo ad avere delle difficoltà; c) che di fronte alle difficoltà si può trovare sempre una via d’uscita.

NOTA FINALE

I bambini, nella fase della correzione e dell’aiuto reciproco, durante la ricerca dell’errore, accettano di buon grado che il compagno abbia commesso qualche sbaglio, anche quello più strampalato, cosa che, difficilmente, fa l’insegnante, la quale, istintivamente, tende a "drammatizzare" quelli che chiama "sempre gli stessi errori" ( drammatizzare non soltanto a parole, bensì con l’espressione del viso!).

I bambini, spesso, invece, intervengono ridendo di gusto davanti agli stessi errori! Correggono il compagno sbadato, il quale, solitamente, si schermisce, corregge e, intanto, apprende!

C’è un indubbio calo dell’ansia da prestazione: non è importante soltanto la prestazione, ma ha molto valore lo sforzo per dare insieme il meglio di sé!

FO, 11 ottobre 2001


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