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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

Lettera aperta al Senatore Rita Levi Montalcini

Gentile Professoressa,

mi congratulo con Lei per l’alto onore che Le è stato concesso dal Ministro Moratti di presiedere una Commissione incaricata di “dare precise indicazioni che costituiranno la base di tutti i programmi educativi”, di cui alla legge di riforma del sistema di istruzione e formazione 53/03.

Certo che affronterà con scrupolo e competenza l’incarico affidatoLe, mi permetto di rappresentarLe alcune questioni che costituiscono motivi di profonda preoccupazione degli operatori della scuola riguardo agli obiettivi e ai contenuti delle Indicazioni nazionali per i Piani di studio personalizzati per le scuole primaria e secondaria di primo grado, e che vanno ben oltre il caso che ha provocato la decisione assunta dal Ministro:

a)          le nuove disposizioni prevedono che il diritto/dovere di istruzione e di formazione si compie in dodici anni (dai 6 ai 18 anni di età) e non più in otto (dai 6 ai 14), ma occorre sottolineare che al termine del primo ciclo (ai 14 anni di età) l’alunno è tenuto a scegliere tra il sistema dei licei ed il sistema dell’istruzione e formazione professionale. Il che significa che al termine del primo ciclo l’alunno deve avere raggiunto conoscenze e competenze tali che gli permettano di operare una scelta così difficile e impegnativa. E non è un caso che le Indicazioni nazionali siano accompagnate da un Profilo educativo, culturale e professionale dello studente alla fine del primo ciclo di istruzione (6-14 anni), allegato D al decreto legislativo 59/04;

b)          pertanto non è corretto pensare che solo “nel secondo ciclo di istruzione lo studente sarà in grado di apprendere e valutare le differenze tra le varie teorie evoluzioniste”, come afferma il professor Bertagna (“la Repubblica” del 22 aprile u. s.). E’ necessario, invece, che la scuola del primo ciclo favorisca e medi l’impatto che un preadolescente ha con le problematiche della ricerca scientifica e con le grandi questioni che travagliano l’uomo contemporaneo. E compiti di questo genere le scuole elementari e medie hanno sempre affrontato da anni con alto senso di responsabilità. Del resto, sembra che lo stesso Ministro sconfessi il professor Bertagna quando, nell’epigrafe che, sul sito del Miur, introduce il comunicato con cui si istituisce la Commissione, si legge testualmente: “Il Ministro Letizia Moratti: l’insegnamento delle teorie di Darwin assicurato sin dalle elementari”;

c)           le attuali Indicazioni nazionali costituiscono un sostanziale arretramento a fronte dei Programmi dell’85 (scuola elementare) e del ’79 (scuola media) in quanto perdono assolutamente di vista quell’asse culturale storico-scientifico e civile che – sulla scorta delle stesse indicazioni della Costituzione del ’47 – caratterizzava fortemente le scelte allora assunte da commissioni di lavoro ampie, in cui erano rappresentate tutte le posizioni della ricerca scientifica e pedagogica. Tale arretramento è una logica conseguenza di due scelte, la prima legislativa, la seconda operativa. In merito alla prima scelta, va considerato che nella legge 53/03 si afferma che, con il nuovo sistema educativo, “sono promossi il conseguimento di una formazione spirituale e morale, anche ispirata ai principi della Costituzione, e lo sviluppo della coscienza storica e di appartenenza alla comunità locale, alla comunità nazionale e alla civiltà europea” (art. 2, c. 1, b). Lei comprende a quanti equivoci può dar luogo l’espressione “formazione spirituale e morale”, l’avvilimento che con quell’”anche” si fa della Carta costituzionale, la genericità di uno “sviluppo della coscienza storica”, l’assoluta assenza della dimensione scientifica! In merito alla seconda scelta, va considerato che al mondo della scuola non è assolutamente noto quale gruppo di persone abbia redatto le Indicazioni nazionali e di quali apporti teorici si sia avvalso. Ne consegue che tali Indicazioni non sono state formalizzate, come prevede la stessa citata legge (art. 7), mediante regolamenti governativi, ma costituiscono semplici allegati al decreto legislativo 59/04, con cui si attua la riforma. Pertanto, tali Indicazioni, a norma dello stesso decreto, sono adottate “in via transitoria” (capo V, norme finali e transitorie). Gli operatori della scuola si domandano quanto sia formalmente corretto che una riforma venga avviata senza che si possa disporre di strumenti operativi ineccepibili sotto il profilo giuridico-formale e che, per di più, verranno cambiati anche nel tempo breve, con grave nocumento circa l’efficacia della operazione riformatrice;

d)          sarebbe opportuno che la Commissione da Lei presieduta non si limitasse ad una semplice operazione di aggiustamento delle Indicazioni per quanto concerne l’insegnamento scientifico, ma operasse una lettura attenta di tutto il loro insieme, considerando, cioè, sia le parti introduttive, che ne dovrebbero costituire il nucleo culturale e pedagogico, sia l’elencazione degli obiettivi specifici di apprendimento, articolati nelle due colonne delle conoscenze e delle abilità. Le sottolineo che l’insieme delle Indicazioni formalizza quanto è dettato dal novellato articolo 117 della Costituzione, laddove si afferma che costituiscono legislazione esclusiva dello Stato sia le “norme generali sull’istruzione” sia la “determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale”;

e)           occorre anche considerare quale giustificazione abbia, sotto il profilo educativo complessivo e dei concreti processi di apprendimento, la scelta che è stata operata di cancellare di fatto la ciclicità che ha sempre caratterizzato il percorso dei due livelli della scuola elementare e media e di sostituirla con un percorso lineare in forza del quale gli insegnamenti – in primo luogo quelli della storia e della geografia e della relativa acquisizione percettiva e concettuale del tempo e dello spazio – perdono gran parte della loro capacità di incidere sulla formazione del bambino e del preadolescente.

La ringrazio della attenzione e Le ribadisco che le questioni che Le ho rappresentate non costituiscono tanto una mia personale posizione, quanto l’insieme di tante preoccupazioni che angustiano tanti docenti e dirigenti!

Formulo a Lei e a membri della Commissione da Lei diretta i più sinceri auguri di buon lavoro! La scuola attende, con fiducia!

Roma, Primo maggio 2004

Maurizio Tiriticco


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