Terzo Articolato ARAN:
note controcorrente

di Angela Maria Mele

Attraverso le note che seguono vorremmo tentare una possibile lettura ed analisi del testo relativo alla preintesa che definisce la piattaforma del contratto nazionale degli insegnanti presentato dall'ARAN ai sindacati della scuola in data 11-1-99.

Il testo si articola in una premessa di carattere generale, in due capitoli dei quali il primo comprende norme comuni, suddiviso a sua volta in sei articoli, mentre un secondo capitolo è destinato alle norme di area, suddiviso in due sezioni: la prima relativa ai dirigenti scolastici ed una seconda relativa al personale docente. Il capitolo terzo riguarda l'aspetto economico e i caratteri retributivi generali. Un quarto capitolo riguarda la determinazione delle norme connesse con la contrattazione integrativa ed attuativa del CCNL.

PREMESSA

Una vera dichiarazione di intenti caratterizza la premessa che in tono enfatico e con una buona dose di demagogia, sostiene essere ferma intenzione del governo quella di voler avviare un piano pluriennale di interventi, atti a potenziare e a qualificare la formazione di base assicurata dalla scuola. Dichiara di voler rivalorizzare il ruolo sociale dei docenti, premiando il pieno espletamento di detta funzione, di voler ridisegnare il profilo della professione docente incentivandone l'esercizio in una dimensione collegiale, di voler accentuare la centralità dell'offerta formativa e di voler favorire assetti flessibili e più efficienti della gestione dell'istituzione scolastica, nonché di eliminare gli appesantimenti burocratici ed infine di favorire l'autonomia didattica.

LE FIGURE DI SISTEMA

A fronte delle dichiarazioni di cui sopra, si evidenzia con la lettura dell'articolo 7 del II capitolo come la normativa che deriva dal contratto, individui nella figura del dirigente scolastico l'unico ed assoluto motore della scuola a cui vengono sottoposte diversificate categorie di docenti.

Scopriamo nell'art. 3 del cap. I, che vengono individuati processi di qualificazione dell'offerta, che ove necessario, va attuata una riconversione professionale richiesta dai processi innovatori in atto, per cui in primo luogo vengono potenziate le figure di sistema.

Dette figure per l'art. 10 svolgono attività di carattere gestionale e funzionale e sono indicate direttamente dal capo di istituto, altre svolgono funzioni di intervento pedagogico-didattico e sono indicate dal collegio docenti in coerenza con le proposte del capo d'istituto.

Le figure di sistema per l'anno scolastico 98-99 vengono individuate senza requisiti accertati, ferme restando le loro specifiche competenze professionali, mentre oltre l'anno 2000-2001, tali incarichi verranno riservati a docenti che abbiano frequentato appositi corsi di formazione, con prove selettive di ingresso e finali, sottoposti per la qualità della formazione alla vigilanza da parte della stessa amministrazione e tenuto conto anche delle indicazioni dell'Osservatorio regionale, costituito a sua volta da esperti le cui modalità di composizione saranno stabilite in sede di contrattazione integrativa nazionale.

Il primo livello della docenza è quindi costituito dalle figure di sistema, la loro retribuzione verrà determinata dalla contrattazione integrativa nazionale. Requisito essenziale di tali figure sarà la dichiarazione a restare nella scuola per almeno un triennio, espletare tali funzioni significa accesso agli incarichi in altre scuole, nell'amministrazione scolastica e presso la dirigenza stessa.

Un vero capolavoro architettonico, dove l'autorità promana dal ministero verso i nuclei di valutazione, Osservatorio nazionale e Osservatorio regionale, da questi ai presidi e direttori didattici, dai capi d'istituto ai docenti e da questi alla base costituita da studenti e famiglie, con buona pace degli Organi collegiali e della democrazia così ben evidenziati nella premessa.

I DOCENTI

Al secondo livello di questa nuova piramide feudale si trovano i docenti, dei quali si definisce la funzione.

La prestazione dovuta si articola in attività di insegnamento, in attività individuali e collegiali, attività funzionali all'insegnamento; negli art. 3, 4, 5 e 8 si definiscono le specifiche incombenze: essi elaborano, attuano, verificano, svolgono attività didattiche e formative, partecipano alle riunioni del collegio, intervengono negli scrutini e negli esami, stabiliscono rapporti periodici con le famiglie degli alunni.

Quale il loro orario?

Nella scuola materna sono previste 25 ore settimanali, nella scuola elementare 22 con l'aggiunta di 2 ore dovute alla gestione dell'organico funzionale. Nella scuola secondaria il monte ore settimanali prevede l'obbligo di 18 ore frontali. Per le attività di carattere collegiale, con esclusione di scrutini ed esami, è stabilito un monte ore annue di 40. Per attività formative un monte non inferiore a 20, per altre attività collegiali un monte non inferiore a 30.

Nulla si dice del lavoro personale di docenti relativo al loro aggiornamento, alla preparazione delle lezioni, dei progetti, della correzione dei compiti, delle ricerche.

Individuati i loro doveri e quindi esaltata, come ben si vede, la loro professionalità, scopriamo in che modo venga riconosciuta la loro dignità e il ruolo sociale, e quale sicurezza essi abbiano relativamente al posto di lavoro. Opportuno notare come il testo divida l'attività docente tra attività funzionale e attività collegiale: quella funzionale, ovvero la reale preparazione per essere docenti, viene del tutto ignorata.

I docenti di cui sopra cominceranno a migliorare la loro situazione stipendiale solo dopo 10 anni dal loro ingresso in ruolo. Il meccanismo non è però automatico: il docente potrà richiedere e solo individualmente la valutazione della propria qualità professionale (cfr. sez. II, art. 11).

TRATTAMENTO ECONOMICO

Ciascuna provincia avvierà procedure di valutazione per il miglioramento economico dei docenti, utilizzando sessioni concorsuali a titoli; verranno valutati il servizio, i titoli culturali e professionali, le pubblicazioni e l'esito positivo di una prova scritta ed orale su competenze disciplinari, pedagogiche, metodologiche, didattiche. La partecipazione al concorso potrà essere supportata dalla frequenza di appositi corsi organizzati dall'Amministrazione.

Tale possibilità tuttavia riguarda solo il 5% dei docenti di ruolo da attivarsi nel dicembre '99, in misura del 5% nel dicembre 2000 e di un ulteriore 5% del dicembre 2001.

Successivamente ogni due anni saranno conferiti i posti resi vacanti dalla cessazione in servizio (sperando solo nei pensionamenti…).

Ma quale consistenza economica deriva da tanto macchinosa ed arrogante procedura?

Al punto E dell'art. 11 si dice: il docenteha diritto ad una maggiorazione pare al … % del differenziale tra la posizione stipendiale in godimento e quella immediatamente superiore. Nulla si dice inoltre della somma stanziata dal governo e relativamente alla vacanza contrattuale 97-98 / 98-99, nonché al recupero della inflazione programmata e del biennio trascorso rispetto al nuovo contratto.

Si conosce solo la cifra di 2.700 miliardi da destinare alla retribuzione dei progetti finanziati dal fondo di istituto.

Di tutte le somme non spese nella gestione passata, delle somme risparmiate sulle supplenze, sulle ore integrative non assegnate, sulle attività pomeridiane mai avviate, il governo tace.

Ma tutto questo non basta… Il nostro docente, ogni sei anni, dovrà produrre un'articolata relazione sull'attività didattica, di studio e di ricerca ulteriormente svolta; tale attività sarà oggetto di valutazione da parte delle commissioni di cui si parla nella successiva lettera G, ovvero: sono costituite presso le segreterie tecniche regionali degli ispettori tecnici, su nomina del sovrintendente scolastico regionale.

IMPIEGO FLESSIBILE DELLE RISORSE PROFESSIONALI

Ammettiamo pure che il nostro docente, ormai non più giovanissimo, (visto che è necessario avere 10 anni di ruolo prima di poter chiedere una percentuale X di avanzamento economico, e da 10 anni non ci sono più concorsi, dovremmo pensare ad un collega entrato in ruolo prima del '90 e quindi ad uno che ha già 35 anni) desideri chiedere il trasferimento dalla scuola di provincia dove si trova per avvicinarsi a casa sua, non sarà così facile ottenerlo, nonostante i suoi titoli, i suoi meriti, la sua attività ed il suo impegno: quella possibilità risulta quasi del tutto scomparsa.

Le istituzioni scolastiche, nella realizzazione di specifici obiettivi didattici da perseguire nel tempo, possono selezionare, mediante separate procedure concorsuali per soli titoli, il personale docente e la durata di tale utilizzazione è correlata alla attuazione del progetto, precisa il testo (art.4, 2), per un tempo non superiore ad un sessennio. Il docente selezionato conserverà la titolarità della sede: inutili ormai le graduatorie per i trasferimenti. Ovviamente le suddette prestazioni saranno incentivate anche a livello economico, secondo una percentuale non ancora definita, ma retribuita attraverso il consiglio d'istituto con le risorse del fondo di incentivazione. Sarà attribuito un punteggio aggiuntivo a tutti quelli che si dichiareranno disponibili alla continuità, allo scopo di favorire i processi di autonomia; in questo modo pare evidente lo spazio per abusi e palesi gestioni personalistiche e clientelari.

A limitare ulteriormente il rispetto di diritti acquisiti con le precedenti norme, contribuisce l'art. 5, 2 ove si dichiara che i passaggi di cattedra fra i diversi tipi e ordini di scuola si effettuano a prescindere dai requisiti previsti dall'art. 411 del D.L. 29.

Si dispone inoltre (art. 5, 6), la precedenza assoluta sui posti che realizzano attività di educazione degli adulti, previa disponibilità a produrre domanda di conferma sugli stessi posti per i due anni scolastici successivi.

Il rapporto tra i capi d'istituti e docenti si fa più stretto e gerarchico, sia in senso clientelare sia nel senso di una vera e propria controparte.

MOBILITA' PROFESSIONALE

L'art. 6 del cap. I si occupa della mobilità del personale docente e ATA in ottemperanza al principio della migliore utilizzazione delle risorse professionali, viene pertanto sostenuta la mobilità compartimentale a domanda e d'ufficio. Vengono previsti corsi di formazione e riqualificazione miranti all'assegnazione dei posti vacanti, rimborsi spese, priorità nell'assegnare posti in ambito provinciale, mentre sarà compito del ministero P.I. segnalare il personale eccedente al ministero del lavoro e all'ARAN. La prerogativa delle scuole di poter ristrutturare l'organico dei docenti e del personale ATA per esigenze di autonomia scolastica si trasforma di fatto nella possibilità di far diventare eccedenti alcuni docenti, i tecnici e il personale ATA, e destinarli d'ufficio ad altra amministrazione.

A questo punto la mancanza di criteri generali per la definizione delle procedure relative al comma 6 costituisce l'unico aspetto positivo di questa normativa autoritaria e repressiva.

Considerato quanto dichiarato dalla premessa, risulta evidente come il testo del contratto si ispiri ad una impostazione verticistica e gravemente autoritaria che, promuovendo la figura del dirigente scolastico al ruolo di manager e, premiandone la funzione con ripetute dichiarazioni di aumenti economici, ne fa un vero padrone dell'azienda-scuola.

In essa uno stretto gruppo di operatori satelliti, eletti per privilegio e giudizio divino, e separati dagli altri docenti, gestisce l'attività didattica, formativa, progettuale e professionale, condizionando la qualità e la vita professionale -e non solo- di tutti coloro che realmente con gli alunni rendono possibile e giustificano l'esistenza della scuola, condannandoli ad una condizione subalterna, di soggezione, umiliazione, insicurezza del posto di lavoro, rischio e perdita della dimensione economica e della funzione sociale.

Questo contratto fa della scuola una struttura di tipo medievale, con un dominus-grande feudatario che elargisce privilegi e poteri, e una corte di vassalli, valvassori e valvassini, nonché servi della gleba, subalterni ed impotenti.

Questo è il profilo di una scuola che si vuole distruggere soffocando le sue forze vitali, per ridurla a puro meccanismo di trasmissione delle direttive dell'industria e del capitale. A questa scuola, cioè, si chiede di fornire lavoratori professionalmente addestrati, docili ed obbedienti, ma incapaci di elaborare progetti, di criticare e trasformare la realtà, alla mancanza di pensiero, supplirà la qualità totale voluta dalla società produttiva.

E se proprio ci sarà qualcuno che avrà nostalgia della cultura che si occupa dell'uomo come faber della sua vita e non solo fortunae suae, ci saranno le scuole private pronte a selezionare economicamente le classi: ma nel frattempo i docenti non ci saranno più.