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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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"SABBIE MOBILI"

Siete mai stati reduci da un Consiglio di Circolo, futuro (forse?) Consiglio della Scuola, con la sensazione che di "scolastico", nel senso stretto del termine, non abbia più niente?!

Si parla per ore di denaro (sempre scarso), di progetti (a qualcuno dovranno pur sembrare importanti, visto che sono stati pensati e approvati!) che verranno finanziati con abbondanti limitazioni, di formazione delle future classi prime (che verranno fatte senza prestare ascolto alle richieste dell’utenza: può capitare che sul territorio di un plesso, dai genitori di future/i alunne/i venga chiesto il tempo pieno, ma il dirigente regionale non lo conceda! Si ricevono assicurazioni che ciò non è possibile per l’obbligo di rispettare il "tetto" del T.P. nazionale), di acquisti minimali di strumentazioni che sono invecchiate e che vengono contese tra segreteria e docenti (lotta fra poveri!)…

Di opportunità delle scelte orarie, di modalità organizzative, del numero giusto di alunne/i per classe (a seconda delle eventuali segnalazioni delle scuole dell’infanzia) in favore della qualità futura della didattica e di una buona conduzione delle classi, chi ne parla?! Non se ne parla: tanto, alla faccia di una vera autonomia, bisogna sottostare alle ferree leggi dei numeri e del denaro!

Le/i Dirigenti debbono ubbidire, le/i docenti anche, le famiglie pure, le/gli alunne/i sottostare alle ragioni dell’ economia. Ragioni ineludibili!

Allora perché continuiamo a parlare di centralità dell’alunna/o, di scuola di base da "proteggere" quale scuola che prepara all’amore per il sapere e alle sfide future della cultura?

Non so, mi sembra tutto svuotato di significato.

Le/i docenti si arrampicano sugli specchi per far quadrare tutto, nonostante l’alto numero di alunne/i, nonostante la mancanza di stabilità legislativa, nonostante e, soprattutto, l’aleatorietà degli obiettivi da raggiungere (corretti? giusti? essenziali? validi?…) che ben presto (forse?) verranno cambiati dalle riforme.

Ieri, una mamma in gamba mi ha chiesto: <<Ma non si può sapere qualcosa di preciso su ciò che viene deciso al Ministero? C’è modo di accorgersi dei vari passaggi delle leggi, prima che vengano rese effettive, in materia scolastica? Ho sentito che la Ministro Moratti ha promesso ascolto, che non vuole decidere nulla se non dopo un’ ampia consultazione, quando ci consulterà?…>>

Non sapevo in quale modo e che cosa rispondere di preciso (anche perché non mi piace condizionare nessuno!), allora le ho consigliato di collegarsi alla "rete" e ad alcuni siti sulla scuola.

Lei ha risposto di non avere modo di collegarsi a Internet.

Nessuno si ricorda che anche Internet è un lusso!

Ovviamente le ho parlato, così come faccio ogni volta che posso, di ciò che penso di sapere, ma non è certamente sufficiente, visto che anche noi docenti leggiamo di tutto e il contrario di tutto.

Anzi, generalmente, ci viene detto che non capiamo quello che le proposte ministeriali fanno "intravedere" e che dobbiamo stare tranquille/i!

Intanto, chi ha figlie/i in età scolare non sa che cosa succederà quest’altr’ anno, non sa nulla delle iscrizioni, non capisce perché non può ottenere il tempo pieno nel proprio quartiere e, quindi, dovrà mandare la/il figlia/o in una scuola più lontana.

Non capisce se la scuola che viene offerta sia ancora valida o lo sarà di più l’anno in cui andrà in vigore la "famosa Riforma" (che "tutti la vogliono, ma nessuno la piglia"), non sa se dirsi fortunata/o di non avere ancora la lingua straniera, o sfortunata/o perché qualcuna/o ne studia due già dalla prima elementare. Si chiede perché in una scuola ci sia il modulo "classico", in un’ altra il/la maestra/o unica/o, in un’ altra un modulo "a scavalco", in una quello "stellare", ecc…

Ha sentito dire che in una certa scuola le lezioni ci sono fino al sabato compreso, in una ci sono 36 ore settimanali, in una 27, in una 28, in un’altra qualche rientro pomeridiano senza le docenti di classe, ma attività laboratoriali con personale specializzato…(ma allora basta che mia/o figlia/o stia a scuola, non importa con quali figure di adulto: l’insegnante è uguale all’esperto!)

"Non capisce" più (ma nemmeno le/i docenti che ci avevano creduto e con la quale si erano misurate/i con fiducia, fatica e soddisfazione!) quale e se ci sia mai stata una ragione didattica, educativa, pedagogica sottesa al modello (puro) del modulo e del tempo pieno(puro). (D’altra parte sarebbe stato più comodo non crederci e non aver fatto la fatica di cambiare, vista la considerazione in cui è tenuta la buona riuscita della Riforma delle elementari!)

Comincia a chiedersi: <<Ma allora questi docenti possono insegnare le stesse cose, qualsiasi sia il tempo a loro disposizione o l’organizzazione? Possono fare in breve tempo i miracoli: insegnare italiano (conversazione, lettura, comprensione, poesia, testi di vario tipo, avvio alla sintesi, ortografia corretta, riflessione grammaticale…), inglese, francese, matematica (contare, misurare, "problematizzare", attività di logica, geometria…), musica, storia, ginnastica, disegno, informatica, educazione stradale, educazione alimentare, storia, geografia, studi sociali, scienze, religione, educazione all’ascolto…) !!>>.

<<Allora, siccome nella classe di mia/o figlia/o siamo diversi genitori con il lunedì libero, oppure con il nuoto il martedì e il venerdì, forse potremmo richiedere una scuola chiusa il lunedì, senza rientri il martedì e il venerdì, con il tempo pieno il mercoledì, il giovedì e il sabato?!!>>

 

Ovviamente è soltanto una delle ipotesi possibili fra un milione di altre!

Ma nessuno mai più si interesserà di domandare quanto tempo e quali siano i modi e l’organizzazione più validi per far sì che le/i bambine/i imparino a convivere, a rispettarsi, a esprimersi in maniera articolata, a contare, a risolvere problemi, ad ascoltare letture entusiasmanti (senza perdere il filo a causa di continue assenze e interruzioni)?

Mai più nessuno chiederà alle maestre e ai maestri "di quali tempi abbiano bisogno per insegnare ciò che viene loro richiesto, per ascoltare tutte/i le/i bambine/i che sono state/i loro affidate/i"?

Ho l’impressione che mai nessuno lo chiederà più per molti anni, in quanto si è fatto credere (da molti anni a questa parte) all’opinione pubblica che le/i bambine/i imparino tutto senza fatica, senza conflitti, senza problemi di relazione, che la scuola elementare sia una scuola facile o da "facilitare", che la "complessità" e la fatica non debbano albergare nelle aule delle elementari e che l’apprendimento sia comunque assicurato a chiunque con la gratuità in termini di coinvolgimento personale di grandi e piccini.

Si fa credere, ogni giorno con maggiore puntigliosità, che avvicinarsi al "bello" non costi nulla e che lo si possa fare in fretta!

Vedremo: mi piacerebbe tanto non avere ragione!

6 aprile 2002

Claudia Fanti (maestra elementare)

P.S.: mi voglio arrischiare comunque, nonostante la tentazione della "sfiducia" totale, di consigliare, a chi dovrà decidere, un’ ampia riflessione su ciò che è da potenziare, salvare, rivedere e migliorare, non commettendo l’errore di buttare a mare anni di lavoro, di arricchimento professionale e umano di una categoria che si è formata e ha creduto in una modularità snella, ben organizzata (ci sono tante esperienze bellissime da studiare, imitare e potenziare) e nel tempo pieno.


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