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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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VILLA  FALCONIERI
Dalla borghesia nobiliare alla periferia del sapere (*)

di Antonio Sassone

EFFETTO TANTALO
La politica nella ricerca educativa

Ringraziamenti

L'autore ringrazia quei coltivatori e mercanti di "ortaggi" letterari, pedagogici e sociologici, che, verticalizzando le loro qualità di produttori di "leggumi" e distributori di mercanzie "orto"- grafiche, gli hanno procurato il vantaggio di fare a meno dei loro consigli e dei loro servizi.

La gratitudine esclude l'astio ed usa il sorriso come messaggero.

Dieses Buch ware nie veroffentlicht worden, wenn es nicht in Deutschland "asyl" gefunden hatte . Traduzione :"Questo libro non avrebbe visto la luce , se non avesse trovato 'asilo' in Germania". Il Mecenate, ex-operaio meridionale ed eex - emigrante, , oggi é imprenditore di cittadinanza tedesca ed opera a Francoforte sul Meno. Il suo nome è Salvatore Maiolino . Per ulteriori informazioni, ved. infra, a p.. 16.

INTRODUZIONE

Tantalo in piedi entro un argenteo lago,
La cui bell'onda gli toccava il mento.
Sitibondo mostravasi, e una stilla
Non ne potea gustar: ché quante volte
Chinava il veglio le bramose labbra,
Tante l'onda fuggìa dal fondo assorta,
Sì che apparìagli ai piè solo una bruna
Da un Genio avverso inaridita terra.
Piante superbe, il melagrano, il pero,
E di lucide poma il melo adorno,
E il dolce fico, e la canuta oliva,
Gli piegavan sul capo i carchi rami;
E in quel ch'egli stendea dritto la destra
Vêr le nubi lanciava i rami il vento."
OMERO Odissea , XI

Nel corso della sua storia plurisecolare , Villa falconieri è stata fonte di ispirazione per romanzieri, poeti e drammaturghi . Calamitati dalla forza di attrazione esercitata dalla fama dell'architetto che ha disegnato l'edificio, non meno numerosi sono stati gli storici dell'Arte e dell'Architettura italiani, francesi, tedeschi, inglesi e americani che hanno concentrato la loro attenzione euristica sul monumento architettonico. Per quale motivo si dovrebbe tornare ancora ad attingere alla stessa fonte? Quale ragione di esistere può avere un ennesimo libro su Villa Falconieri? Certamente nessuna, se l'edificio borrominiano fosse studiato come un vuoto contenitore architettonico e non piuttosto come una frequentata e folta dimora di enti internazionali e nazionali ospitati dagli inizi del secolo scorso ad oggi.

Se si esclude qualche frettolosa ricerca orientata a fini politico-ideologici o di auto-tutela di committenti e autori, nessuno ha mai rivolto la sua attenzione distanziata, approfondita, e circostanziata, alla realtà degli enti, per farne oggetto di indagine storica, sociologica, giuridica, anche in un quadro comparativo, volto a evidenziarne differenze e somiglianze in relazione al mutamento dei contesti storici e alle finalità istituzionali degli enti esaminati.

In questo libro, si è cercato di colmare la lacuna, esaminando la vita di tre organismi appartenenti a tre distinte categorie di enti: l’Istituto internazionale di cinematografia educativa ( IICE ) fondato nel 1928 e soppresso nel 1937; il Centro didattico nazionale nato come "Villa Falconieri" (1959-1973) e successivamente denominato Centro Europeo dell’Educazione (CEE),l’omonimo ente (CEDE ) istituito nel 1974 e tuttora funzionante sotto una nuova veste giuridica e con mutate finalità istituzionali. Un quarto ente, appena sfiorato dalla presente ricerca storica è l'Istituto Nazionale per le Relazioni culturali con l'Estero (INRE), insediatosi a Villa Falconieri nel 1938 e subito caduto nell'oblio , sommerso dalla marea montante della Seconda guerra mondiale.

Come si è già accennato, dal 1942 ad oggi hanno operato, nel campo dell’educazione, decine di enti pubblici finanziati con risorse dello Stato. Per la precisione, dal 1942 a1 1973 sono stati mantenuti in vita 10 Centri didattici nazionali. Dal 1974 ad oggi (1999) operano 21 istituti regionali di ricerca, sperimentazione e aggiornamento educativi (IRRSAE) e due organismi nazionali: la Biblioteca di Documentazione Pedagogica (BDP) di Firenze, il Centro Europeo dell’Educazione (CEDE) di Frascati, che dal 20 luglio 1999 si è giuridicamente riconvertito alla nuova funzione di Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione ( INVALSI ) .

I 21 Istituti regionali (IRRSAE) e i due organismi nazionali (CEDE e BDP) fino al 1998 occupavano nell’insieme circa mille unità di personale in posizione di comando, reclutate da tutte le categorie professionali della scuola: personale non docente, insegnanti, dirigenti scolastici, ispettori, professori universitari.

8 milioni di studenti e 700 mila insegnanti avrebbero dovuto, nelle intenzioni dei fondatori, beneficiare, direttamente o indirettamente dell’operato degli enti istituiti nel 1974.

Quale riscontro hanno avuto le attese dei padri fondatori? E’ possibile instaurare una qualche relazione tra passato e futuro degli enti in questione? Più in particolare, la conoscenza del loro passato può permettere di esercitare una qualche influenza sul loro futuro? Oltre mezzo secolo di storia istituzionale può essere annientato , sepolto e dimenticato , senza lasciare tracce o senza risorgere sotto mutate spoglie? Formulare correttamente una domanda é una premessa essenziale per consentire a coloro che ne hanno specifica competenza di impostare una risposta operativa. Questa seconda parte del libro forse un contributo in tale direzione tenta di darlo.

Le stesse difficoltà incontrate dall'autore nella formulazione delle domande e nella costruzione delle relative risposte sulla reale natura del passato degli enti esaminati sono probabilmente anticipatrici delle difficoltà a impostare le domande e a concretizzare le relative risposte sulla costruzione del loro futuro. Si sa che le pre - visioni sono quasi infallibili se si fanno sul passato. In questo senso , sembra di poter dire che le vere pre - visioni sono le post - visioni.

L' autore, reso consapevole dalla esperienza diretta della vita di alcuni degli enti in questione, ha dovuto porsi ed affrontare interrogativi radicali , del tipo : vale la pena scrivere la storia di istituzioni che nell'opinione comune sono percepite come "enti inutili"? Una parte del sistema IRRSAE CEDE-BDP merita di essere consegnata alla disattenzione del pubblico settoriale? La stessa indagine storica rifletterà la dignità del suo oggetto?

Al di là dello scetticismo serpeggiante tra gli addetti ai lavori, al di là delle perplessità personali, si imponevano all’attenzione di qualsiasi osservatore i dati oggettivi riguardanti alcuni aspetti di storia politico - educativa nazionale come i seguenti trent'anni di "Discordia nazionale sulla scuola" osservabili , anche se solo in parte , attraverso la loro miniaturizzazione nel microcosmo di uno dei dieci Centri Didattici (CC.DD) introdotti dalla Legge Bottai del 1942 e sopravvissuti fino al 1974 ; i pedagogisti più autorevoli ( A. Agazzi, G. Calò , P. Prini, M. Gentile, G. Flores D'Arcais, , A. Santoni Rugiu , L.Borghi, A. Visalberghi ) e i politici più influenti (S. Valitutti, G. Gonella, A. Segni, G. Martino, A. Fanfani, G. Andreotti, S. Rodotà,,ecc..) di quel periodo, posti - alcuni - al timone dei CC.DD per farne seguire, il più fedelmente possibile, la rotta tracciata nella mappa politica del tempo , presenti - altri - in qualità di manovratori della bussola, come consiglieri di rotta o disturbatori del timoniere.

Questo frammento politico- educativo di storia nazionale è stato circoscritto e osservato in sezione verticale, come studio di un caso , attraverso la rappresentazione miniaturizzata dell'insieme nel Centro didattico nazionale "Villa Falconieri" .Meritava un' attenzione analitica ?

Altri dati oggettivi riguardanti uomini, istituzioni e fatti invocavano considerazione: Eccone un fugace elenco: circa mille unità di personale, tra membri dei consigli direttivi, docenti, dirigenti scolastici, amministrativi, tecnici e ausiliari, operanti in posizione di comando nel sistema IRRSAE-CEDE-BDP; un Parlamento impegnato nelle sue diverse sedi a discutere, in più occasioni, e ad approvare una legge della Repubblica (la 477/73), preceduta da decenni di dibattiti collettivi svoltisi nell’ambito delle istituzioni scolastiche, nelle associazioni professionali, nei Ministeri, nei Sindacati e nell’ambito della Commissione formata dai 30 esponenti più rappresentativi della cultura pedagogica accademica e delle Scienze dell’Educazione espresse dal Paese in quel frangente storico; un Decreto con valore di legge ordinaria emanato dal Governo su delega del Parlamento e promulgato dal Presidente della Repubblica (DPR 419/74); centinaia di miliardi spesi in dieci anni di vita degli Enti e di vita del loro personale inizialmente animato da speranze millenaristiche di rigenerazione della scuola e della società; sedi sempre costose e talvolta notevolmente prestigiose assegnate agli Enti: Palazzo Gerini alla BDP di Firenze, la borrominiana Villa Falconieri al CEDE di Frascati; le centotrenta stanze di quest’ultima, i suoi saloni affrescati da pittori insigni, l’indice di affollamento corrispondente a cinque stanze per ogni dipendente; cinque ettari di giardino e parco-bosco con platani plurisecolari (circa 500 anni), cipressi del tipo cupressus sempervirens, lecci e pini del tipo pinus pinea in età superiore ai 200 anni; i quattro miliardi di lire per il restauro conservativo della Villa solo nel decennio 1982-91, i circa ottocento milioni di lire spesi nello stesso periodo per la manutenzione del giardino all’italiana e del parco-bosco.

Gli uomini, i fatti e le istituzioni sopra elencati sono degni di indagine storica? Più in particolare, è utile un’analisi storicamente orientata, dei rapporti costi-benefici riferiti alle attività istituzionali di enti pubblici operanti nel settore educativo? La collettività su cui grava il peso del mantenimento in vita di tali istituzioni ha il diritto di conoscere i risultati prodotti dagli investimenti delle risorse pubbliche e la contropartita delle rinunce che la stessa collettività ha dovuto sopportare per destinarne i frutti agli enti pubblici?

Tutte queste e molte altre domande non avrebbero mai avuto delle risposte ; le risposte non sarebbero mai state consegnate ad un libro ; il libro non si sarebbe mai guadagnato l‘onore della stampa, se un ex - operaio italiano emigrato in Germania sul finire degli anni Cinquanta, non ne avesse finanziato la pubblicazione. Il Mecenate, amico d’infanzia dell'autore, oggi è titolare di una solida impresa, a Francoforte sul Meno.

Al contrario dell'autore che ha cercato di esplorare il regno dello spirito, senza conseguire risultati apprezzabili,, Salvatore Maiolino - questo è il nome del Mecenate - esplorava anche la repubblica dello spazio, con esiti ben diversi. Portato in giro per il mondo dalle ali della Lufthansa alla quale ha dedicato una parte significativa della propria vita di lavoro, faceva tesoro della quotidiana esperienza comunicativa, per diventare poliglotta: armeggia abilmente con il Tedesco, l’Inglese, lo Spagnolo , l’Albanese e naturalmente l'Italiano.

In uno dei suoi abituali scavalcamenti di fusi orari, si fermò a riflettere e decise di scendere definitivamente dai cavalli alati della Lufthansa, per diventare imprenditore. Pensato, detto, fatto. Scelse il settore dei servizi aeroportuali. Mise su un’impresa di medie dimensioni ed ora , da cittadino tedesco, si riaffaccia nel suo Paese d'origine , dopo più di quarant'anni, per garantire all'autore una libertà di espressione che , altrimenti, sarebbe stato impossibile conservare fin oltre la stampa .

L’atto di liberalità di Salvatore Maiolino, nell’offrirsi come dono di amicizia, non rinuncia giustamente a celebrare se stesso come oggetto di faticosa conquista e come espressione simbolica dell’ascesa socio - professionale realizzata.

Nella cultura antropologica di gran parte della società italiana è conosciuta, disprezzata ed invidiata solo la figura del servo che diventa padrone attraverso le raccomandazioni ; il self made man non appartiene ad una simile cultura e, se viene presentato come tale , non solo non diventa oggetto di ammirazione , ma appare perfino patetico . Lo Sponsor di questo libro lo sa e forse per questo , ma anche perché è estraneo ad ogni forma di esibizionismo , non avrebbe voluto essere nominato. L'autore non ha rispettato la sua volontà.

L'elargizione, oltre che veicolo di riconoscimento sociale del donatore, é strumento di una comune rivincita su un potere anonimo che, oscurando questo lavoro e cercando di sottrarlo al pubblico giudizio, ha lanciato le sue schegge mortali contro un triplice bersaglio di nientificazione: 1- ha tentato di annullare il tempo di vita impiegato nello svolgimento del lavoro; 2- ha tentato di annullare il risultato del lavoro nella sua sostanza di oggetto pubblico, destinato alla pubblica fruizione; 3- ha tentato di commettere, a modo suo, un piccolo delitto contro l’essenza umana cristallizzata nel segmento di vita che l’autore aveva trasferito nel prodotto del lavoro .

I Principi senza nome volevano un poeta di corte. Lo hanno ottenuto , ma con una variante : il "poeta canta" anche per la Corte dei Conti .

Grazie, amico. Il tempo te ne renda merito.

L' autore

(*) introduzione a, Antonio Sassone, Villa Falconieri. Dalla borghesia nobiliare alla periferia del sapere, Vol. 2°, Novembre 2002, Armando Editore, Roma


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