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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Prospettive e potenzialità del sociogramma nel gruppo-classe

di Andrea De Matteis (1)


1. INTRODUZIONE

   1.1 - Promozione del ben-essere e i Centri di Informazione e Consulenza

   1.2 -  Il gruppo – classe

   1.3 -  Il test sociometrico

2. IL SOCIOGRAMMA

    2.1  Progettazione di un sociogramma

        2.1.a - Individuazione del criterio di indagine

        2.1.b - Formulazione delle domande

        2.1.c - Determinazione dei criteri riguardanti le risposte

    2.2  Somministrazione del Sociogramma

    2.3  Lettura dei dati sociometrici

        2.3.a - Indici individuali

        2.3.b - Ruoli individuali nel gruppo – classe

        2.3.c - Indici collettivi

    2.4  Sociogramma a bersaglio

    2.5 Interpretazione del test sociometrico

        2.5.a - Indici individuali

    2.6  Uso del test sociometrico

        2.6.a  - Comunicazione dei risultati del sociogramma

3. CONCLUSIONE

4. BIBLIOGRAFIA


1. Introduzione

1.1 - Promozione del ben-essere e i Centri di Informazione e Consulenza

La scuola italiana, negli ultimi anni,  sta vivendo un periodo di particolare interesse verso un aspetto della propria realtà, in precedenza scarsamente considerato: la promozione del ben-essere all’interno della istituzione scolastica attraverso iniziative di educazione alla salute.

D’altra parte, la scuola non poteva ignorare il fenomeno, sempre più emergente e diffuso nella nostra società, del malessere e del disagio, soprattutto nel mondo giovanile, senza voler fornire una risposta adeguata.

Una decisiva sollecitazione in questa direzione è stata data dalla legge 309/90, che con l’articolo 106 istituiva i Centri di Informazione e Consulenza (CIC).

Questa legge, nata per contrastare il complesso fenomeno delle dipendenze patologiche, oltre a individuare modalità e strumenti per la cura e la riabilitazione, ha voluto privilegiare gli interventi finalizzati alla prevenzione del disagio giovanile per evitare che, in  concomitanza di altri fattori di rischio, si trasformasse in vera e propria condizione patologica.

Il CIC, inizialmente attivato per affrontare le problematiche della tossicodipendenza, ha esteso successivamente la sua area d’interesse, attraverso interventi di educazione alla salute, ad altre tematiche della condizione giovanile, quali i disturbi del comportamento alimentare, l’alcolismo ed il bullismo.

Si può dire che “L’educazione alla salute, infatti, può essere definita come l’insieme delle attività, delle procedure e delle proposte tecniche finalizzate al migliore sviluppo del benessere psicofisico dell’alunno”(Mariani, 2001, p.18).

Il CIC diventa quindi uno spazio progettuale, gestito sia dalla scuola, che mette a disposizione strumenti e risorse, sia dalla componente studentesca e dalle famiglie, all’interno del quale è possibile programmare e realizzare qualsiasi iniziativa utile per migliorare le relazioni interpersonali e la qualità di vita dell’istituzione scolastica.

Gli interventi utili per una efficace azione di prevenzione primaria e secondaria di norma sono finalizzati a:

-          rilevare, cercando di dare una risposta, attraverso il Centro di Ascolto,  le situazioni problematiche individuali che possono avere origine in ambito familiare o all’interno del gruppo dei pari;

-          promuovere e valorizzare, all’interno del gruppo-classe, quelle modalità interattive utili a creare un contesto affettivo - relazionale che porti ad una reale condizione di ben-essere.

1.2  - Il gruppo - classe

Il gruppo-classe rappresenta la struttura di base attraverso cui l’organizzazione scolastica persegue gli obiettivi istituzionali della “acquisizione sistematica e programmata di conoscenze” (Carli, Mosca, 1980, p.66), “ma costituisce anche l’ambito entro il quale si manifestano bisogni di natura individuale, differenti da quelli istituzionali (ad esempio il bisogno di avere amicizia, di conquistare prestigio o di scaricare aggressività)” (Carli, Mosca, 1980, p.69).

Quest’ultimo aspetto, definito da Carli e Mosca (Carli, Mosca, 1980) come livello subistituzionale, caratterizza profondamente il processo di socializzazione ed è spesso considerato dagli insegnanti l’ambito all’interno del quale si manifestano problemi di relazione tra gli alunni e tra gli alunni e il corpo docente.

D’altra parte non sempre l'insegnante riesce a cogliere correttamente la qualità e la quantità dei rapporti interpersonali che si instaurano all'interno di una classe.  Moreno, il fondatore della sociometria,  individua  nello iato esistente tra la percezione dell’insegnante e il reale status sociale degli allievi, la causa che forse maggiormente incide negativamente nella costruzione di rapporti adeguati e gratificanti tra alunni e docenti. (J.L. Moreno, 1943)

Quindi, un mancato riconoscimento ed una inadeguata esplicitazione dei bisogni emergenti a questo livello può determinare una integrazione problematica e disfunzionale del gruppo-classe, incidendo, di conseguenza, negativamente sul processo primario dell’apprendimento.

1.3   Il test sociometrico

Il sociogramma rappresenta  un efficace strumento di indagine per conoscere le complesse e articolate dinamiche che si strutturano nelle varie fasi del ciclo vitale del gruppo-classe.

Tuttavia, la semplicità di somministrazione del test sociometrico si accompagna sempre ad un elaborato trattamento statistico dei dati e ad una rappresentazione grafica dei risultati ottenuti che prevede un notevole impegno e tempi relativamente lunghi.

Sono queste le difficoltà incontrate da insegnanti, psicologi, educatori, sociologi che hanno avuto modo di utilizzare ed apprezzare le notevoli potenzialità del sociogramma.

Nella seconda parte di questo articolo sarà fornita una guida pratica che permetterà, anche attraverso un esempio, di progettare, realizzare e interpretare un sociogramma.

In questo lavoro, si seguirà la modalità procedurale implementata in SocioSoft , un programma computerizzato che permette di ottenere in tempi rapidi e dopo una facile ed agevole introduzione delle risposte relative al test sociometrico, l’elaborazione statistica dei dati e la stampa, in forma grafica, dei risultati individuali e di gruppo (2).

2. Il sociogramma

2.1   Progettazione di un sociogramma

Il test sociometrico  permette di ottenere una dettagliata mappa delle relazioni e di individuare lo status sociale dei singoli soggetti all’interno del gruppo.

Può essere utilizzato non solamente in ambito scolastico, ma in qualsiasi contesto dove esiste un gruppo organizzato e strutturato di cui si vuole approfondire la conoscenza (in fabbrica, nelle comunità terapeutiche, in caserma, nelle colonie giovanili,  in ambiente di lavoro e sportivo, nelle comunità religiose, ecc…).

In questo articolo sarà utilizzato, a fine esemplificativo, un sociogramma somministrato in una classe prima di scuola media superiore, composta da 17 maschi e 10 femmine.

Gli allievi saranno individuati con una sigla, perché, in sociometria, è consuetudine indicare i soggetti esaminati con le iniziali del loro cognome e nome.

2.1.a  - Individuazione del criterio di indagine

Il test sociometrico è uno strumento semplice e facile da adattare all’obiettivo che si vuole raggiungere. L’obiettivo è strettamente collegato all’aspetto della vita di gruppo che si vuole indagare. L’individuazione del criterio faciliterà l’esatta formulazione delle domande che saranno presentate ai soggetti componenti il gruppo in fase di somministrazione del test.

I criteri sociometrici maggiormente utilizzati riguardano essenzialmente:

  1. l’aspetto affettivo - relazionale, che ha come contesto di riferimento la vita in comune o lo stare insieme (esempi: chi vuoi o non vuoi come compagno di gita, di stanza, di banco, di vacanze, ecc…). La configurazione delle interrelazioni che si ottiene utilizzando questo criterio fa riferimento a rapporti affettivi che si fondano su affinità psicologiche e non su considerazioni delle abilità pratiche dell’individuo.
    La domanda potrebbe essere formulata così: “Se si dovesse organizzare una gita (oppure una festa) chi sceglieresti tra i tuoi compagni?”. Per  rispondere a questo tipo di domanda, l’allievo terrà in considerazione questo tipo di ragionamento:”Scelgo Tizio perché mi è simpatico, mi fa molto divertire e con lui mi trovo a mio agio”.
  2. l’aspetto relativo alla organizzazione gerarchica del gruppo, che punta ad avere informazioni su chi può svolgere funzione di guida o di direzione (esempi: chi vuoi o non vuoi come capoclasse, caporeparto, capo di équipe, ecc..)
  3. l’aspetto relativo alla organizzazione del gruppo finalizzata al raggiungimento di un obiettivo condiviso (esempi: chi vuoi o non vuoi come compagno in un gruppo di studio o nel tuo lavoro).

 I criteri del tipo 3, e in parte anche quelli del tipo 2 implicano, invece, processi di valutazione delle capacità e abilità altrui.

Se la finalità del test è collegata alla necessità di indagare e di migliorare la capacità organizzativa del gruppo, allora la domanda può essere così presentata:”Chi sceglieresti tra i tuoi compagni per organizzare dei gruppi di studio (o di lavoro)?”.
Le opzioni che saranno effettuate per questo tipo di domanda non faranno riferimento al costrutto “Simpatia/Antipatia” utilizzato in precedenza, bensì saranno dettate dalla necessità di individuare nei compagni da scegliere la disponibilità alla collaborazione, la serietà e la capacità nel portare a termine i compiti assegnati.

SOCIOGRAMMA  DI  ESEMPIO (Criterio di indagine)

Nel nostro esempio, il criterio che si vuole utilizzare riguarda l’aspetto affettivo  - relazionale e le domande saranno formulate in modo tale da avere informazioni al fine di organizzare una gita tra i componenti della classe.

2.1.b  - Formulazione delle domande

Le domande che noi utilizzeremo sono in tutto quattro.

Le prime due fanno riferimento al principio: scelta/repulsione, individuato da Moreno.

La terza e la quarta domanda, partendo da una diversa prospettiva, servono per indagare sulla capacità che gli allievi hanno di rappresentarsi all'interno del gruppo-classe (percezione di stato).

Bastin ricorda “che un uomo situato in un gruppo vi agisce e reagisce non secondo uno statuto sociometrico reale, ma in conformità alla posizione sociale che egli crede essere sua, in conformità alla percezione che egli ha dei legami che lo uniscono agli altri” (Bastin, 1963, p. 8).

SOCIOGRAMMA  DI  ESEMPIO (Formulazione delle domande)

Prima domanda

Se si dovesse organizzare una gita, chi sceglieresti tra i tuoi compagni per farlo venire insieme a te?

Seconda domanda

Se si dovesse organizzare una gita, chi non sceglieresti tra i tuoi compagni per farlo venire insieme a te?

Terza domanda

Tra i tuoi compagni, chi pensi ti abbia scelto alla 1° domanda per fare una gita insieme?

Quarta domanda

Tra i tuoi compagni, chi pensi ti abbia indicato alla 2° domanda per non fare una gita insieme?

2.1.c  - Determinazione dei criteri riguardanti le risposte

In fase di somministrazione è opportuno oppure no fornire indicazioni per dare un limite al numero di opzioni da esprimere per ogni domanda?

Bastin, nel ricordare il "principio di spontaneità così caro a Moreno", suggerisce che "per giungere, dunque, ad un'analisi più particolareggiata, è meglio non limitare il numero di scelte e di ripulsioni, e tener conto degli indici stabiliti mediante la non-limitazione." (Bastin, 1963, p.18)

In realtà, la motivazione che in passato ha determinato la limitazione delle opzioni (usualmente sino a cinque risposte) era dovuta ad una difficoltà oggettiva nell’effettuare manualmente lo spoglio delle risposte.

La utilizzazione del programma SocioSoft ci aiuterà a scegliere la non-limitazione nelle opzioni.

C'è da aggiungere che, nel costruire i sociogrammi collettivi (il cosiddetto sociogramma a bersaglio), al fine di ottenere dei grafici leggibili, sarà tenuta in considerazione la prima opzione.

Invece, la non-limitazione nelle opzioni permetterà di avere delle informazioni più accurate in fase di utilizzazione degli indici individuali di cui si parlerà in modo più approfondito in seguito (indice di espansività, indice di percezione di stato, ecc…).

Otterremo una ulteriore informazione nell’ambito degli indici individuali chiedendo di esprimere, in fase di somministrazione del test, le opzioni nei confronti dei compagni in ordine di preferenza.

SOCIOGRAMMA  DI  ESEMPIO

-          Gli allievi, nel dare le risposte, potranno esprimere liberamente il numero di opzioni che riterranno di voler dare.

-          Inoltre le opzioni saranno espresse in ordine di preferenza.

2.2  Somministrazione del Sociogramma

La fase della somministrazione del test deve essere correttamente eseguita allo scopo di evitare condizionamenti di varia natura, che possano inficiare il risultato finale.

Di conseguenza:

1. E’ preferibile effettuare la somministrazione con l’intero gruppo - classe. A tal fine, è consigliabile che tutti gli allievi siano presenti in classe. Se qualcuno è assente, è importante somministrargli successivamente il test.

E' opportuno ribadire che, ai fini della elaborazione finale dei risultati del sociogramma, è importante avere le risposte di tutti gli alunni che fanno parte della classe (esclusi quelli che magari ormai si sono ritirati).

2. Illustrare con chiarezza e semplicità le finalità e le modalità del test. Precisare che la sua esecuzione è facile e non richiede molto tempo. Aggiungere che le poche domande che saranno presentate prevedono delle risposte semplici, ma che vanno a toccare aspetti molto personali. Per questo motivo, è opportuno garantire la riservatezza delle risposte, che saranno conosciute soltanto dall’esaminatore e dal docente. Quindi si sollecitano gli allievi, a fine test, a tenere soltanto per sé le risposte che hanno fornito, escludendo quindi di parlarne con i compagni.

4. Si invitano tutti quanti a collaborare per creare un clima di serietà e di silenzio. Dopo di che, si possono dare indicazioni per distanziare i banchi, al fine di contenere la curiosità ed evitare di dare magari una sbirciatina sul foglio del compagno vicino.

5. Per evitare errori e incertezze nella lettura delle risposte, è opportuno ricordare di far scrivere in stampatello prima il cognome e poi il nome dei compagni. Il nome deve essere sempre riportato, soprattutto quando in classe sono presenti più allievi con lo stesso cognome.

2.3  Lettura dei dati sociometrici

L’insieme delle risposte ottenute costituiscono la cosiddetta matrice sociometrica che, secondo P. Guidicini, “… è in primo luogo uno strumento di analisi e non di sintesi”(Guidicini, 1980, p.385).

Il programma SocioSoft, attraverso una elaborata e puntuale analisi della matrice sociometrica, permette di ottenere un elevato numero di informazioni che riguardano essenzialmente:

a)      gli indici relativi allo status sociale dei singoli individui all’interno della classe;

b)      il tipo di relazioni esistenti all’interno del gruppo – classe nel suo insieme.

2.3.a  – Indici individuali

Per una presentazione efficace degli indici in oggetto, faremo riferimento alla situazione di una ragazza (sigla AC) del nostro sociogramma di esempio, ricordando che:

-          l’area indagata è quella affettivo – relazionale

-          non è stata data alcuna limitazione nell’esprimere le opzioni.

Situazione sociometrica di AC

Sceglie 10 compagni ßà 6 compagni credono di essere stati scelti da lei
Rifiuta 7 compagni ßà 5 compagni credono di essere stati rifiutati da lei
Ritiene di essere stata scelta da 7 compagni ßà 12 compagni la scelgono
Ritiene di essere stata rifiutata da 4 compagni ßà 5 compagni la rifiutano

Numero di scelte fatte e che sono state corrisposte (reciprocità di scelta) : n° 4.

Numero di rifiuti espressi e che sono stati corrisposti (reciprocità di rifiuto): n° 2.

Indice di espansività.

L’indice di espansività è rappresentato dal rapporto esistente tra il numero totale delle scelte (S) espresse dal soggetto e il numero totale dei rifiuti (R) espressi dal soggetto.

Quando l’indice di espansività  (S/R) è inferiore a 1 (< 1), assume un valore negativo, mentre  quando è superiore a 1 (>1), assume un valore positivo.

Nel caso di AC, l’indice di espansività (10/7) è uguale a 1.4, quindi assume un valore positivo.

In altre parole, si può dire che AC è affettivamente orientata all’apertura verso gli altri ed è pronta a sperimentarsi in nuovi rapporti interpersonali.

Indice di percezione di stato nelle scelte.

Questo indice è dato dal rapporto esistente tra il numero di scelte di cui un individuo  ritiene di essere stato oggetto ed il numero delle scelte realmente ottenute.

Un individuo ha una buona percezione della qualità delle proprie relazioni in fase di avvicinamento con gli altri (scelte) quanto più il valore di questo indice si avvicina a 1.

Nel caso di AC, l’indice di percezione di stato nelle scelte è uguale a 0.5. Questo vuol dire che ritiene di essere stata scelta da 7 compagni, mentre in realtà è stata oggetto di scelta per ben 12 volte. AC non ha una buona percezione di stato.

Indice di percezione di stato nei rifiuti.

Questo indice è dato dal rapporto esistente tra il numero di rifiuti  di cui un individuo  ritiene di essere stato oggetto ed il numero di rifiuti  realmente ottenuti.

Un individuo ha una buona percezione della qualità delle proprie relazioni in fase di allontanamento  dagli altri (rifiuti) quanto più il valore di questo indice si avvicina a 1.

Nel caso di AC, l’indice di percezione di stato nei rifiuti è uguale a 0.8 (4/5). Questo vuol dire che AC ha una buona capacità di rappresentarsi all’interno del gruppo – classe riguardo alla modalità di allontanamento-repulsione (rifiuti).

Nella Figura 1, viene riportata la mappa completa delle opzioni espresse da AC nei confronti dei compagni e quelle indirizzate da questi nei suoi confronti.

  

AC sceglie PE ed entrambi ritengono di essere stati scelti dall’altro.

AC sceglie RG. RG sceglie AC. Per entrambi non c’è aspettativa di essere stato scelto dall’altro.

AC sceglie BS. BS rifiuta AC e ritiene di essere rifiutato.

AC rifiuta DS ed entrambi ritengono di essere stati rifiutati dall’altro.

AC sceglie e ritiene di essere stato scelto da MR. MR non lo sceglie, ma immagina di essere stato scelto da AC.

Un altro interessante strumento, realizzato da Bastin  su un’idea di Proctor e Loomis, è il Sociogramma individuale di distanza sociometrica (Bastin, 1963) (Figura 2).

 

“Questo sociogramma riproduce la distanza sociometrica esistente tra un determinato soggetto e tutti gli altri membri del gruppo. La distanza viene calcolata sulla matrice sociometrica facendo la somma algebrica dei 4 indici: rapporto sociometrico da A a B, rapporto sociometrico da B ad A, percezione sociometrica di A rispetto a B, percezione sociometrica di B rispetto ad A. Ad ogni scelta è assegnato il valore di  +1, ad ogni ripulsione il valore di  –1”. (Bastin, 1963, p.58)

“Il sociogramma individuale, allora, viene presentato sotto forma di 9 cerchi concentrici, al cui centro è situato il soggetto. Il primo cerchio, dal centro, vale  +4, il cerchio esterno vale  -4.

Basta, quindi, disporre tutti gli altri soggetti del gruppo su uno di questi cerchi, tenendo conto della distanza sociometrica rilevata tra essi e il soggetto di cui si sta rappresentando il sociogramma individuale.” (Bastin, 1963, p.60)

Nella Figura 2, PE è il soggetto sociometricamente più vicino ad AC, invece DS è quello più distante.

E’ utile rilevare come nel sociogramma individuale di AC, che ricopre nel gruppo lo status sociale di soggetto popolare, la maggior parte dei compagni occupino lo spazio interno più vicino ad AC,  a differenza della situazione rappresentata nel sociogramma individuale di M1 (Figura 3), che ha nel gruppo lo status sociale di soggetto isolato e rifiutato.

 

2.3.b  - Ruoli individuali nel gruppo – classe.

Gli indici sinora considerati offrono misure grezze dello status sociometrico individuale.

Il problema che si pone a questo punto è:

  1. di stabilire la posizione del soggetto nel gruppo;
  2. di verificare se la differenza tra lo status sociometrico di due soggetti è effettiva o soltanto apparente, imputabile cioè alla semplice azione di fattori casuali;
  3. di confrontare lo status sociometrico di uno stesso individuo in gruppi diversi.

Bronfenbrenner et al. (cit. in Bastin, 1963) hanno proposto di fare riferimento allo schema costituito dalle leggi del caso. Si procede ricorrendo alle caratteristiche della distribuzione binomiale e determinando la probabilità che un soggetto qualsiasi venga scelto o rifiutato per caso 0, 1, 2, 3, … n volte.

Bastin consiglia di fissare un limite di fiducia e di considerare tre categorie di soggetti:

a)         soggetti che ricevono o fanno un numero di scelte o rifiuti significativamente inferiore a quello atteso per la sola legge del caso;

b)         soggetti che ricevono o fanno un numero di scelte o rifiuti quale ci si può attendere per la sola legge del caso;

c)         soggetti che ricevono o fanno un numero di scelte o rifiuti significativamente superiore a quello atteso per la sola legge del caso.

I ruoli che assumono un particolare significato all’interno del gruppo sono:

a)      i soggetti popolari (leaders), ossia quelli che hanno ricevuto un numero significativamente alto di scelte;

b)      i soggetti isolati, ossia quelli che hanno ricevuto un numero significativamente basso di scelte;

c)      i soggetti rifiutati, ossia quelli che hanno ricevuto un numero significativamente alto di rifiuti attivi.

La configurazione dei ruoli nel nostro sociogramma di esempio è così rappresentata:

SOGGETTI  POPOLARI (Numero significativamente alto di scelte ricevute)

Sigla

Scelte ricevute

Indice valorizzato

1

AC

12 (46 %)

286

2

CF

8 (31 %)

205

3

DS

8 (31 %)

190

4

MC

8 (31 %)

180

SOGGETTI  ISOLATI  (Numero significativamente basso di scelte ricevute)

Sigla

Scelte ricevute

Indice valorizzato

1

M1

2 (8 %)

45

2

FV

1 (4 %)

26

3

R2

1 (4 %)

24

4

TM

0

0

SOGGETTI  RIFIUTATI  (Numero significativamente alto di rifiuti ricevuti)

Sigla

Rifiuti ricevuti

Indice valorizzato

1

M1

20 (77 %)

461

2

DS

9 (35 %)

194

3

MR

9 (35 %)

223

4

RG

8 (31 %)

187

L’individuazione del ruolo o status sociale nel gruppo è determinato dal numero di opzioni (scelte o rifiuti) che un soggetto ha ottenuto.

Il numero di opzioni ricevute è indicato anche in termini percentuali (tra le parentesi).

L’ “indice valorizzato” permette di approfondire l’aspetto qualitativo delle relazioni interpersonali, dando significato e rilievo all’ordine di preferenza con cui sono state espresse sia le scelte che i rifiuti.

In pratica, nella fase di elaborazione dei dati sociometrici, si crea una graduatoria di valori che dà un punteggio massimo alla scelta espressa in prima posizione, e poi, a scalare,  punteggi inferiori per quanto riguarda le scelte espresse successivamente.

Questo spiega perché, tra i soggetti popolari, CF, DS ed MC hanno ottenuto lo stesso numero di scelte (8), ma hanno indici valorizzati differenti.

Non è infrequente che un soggetto isolato sia anche rifiutato (M1 nel nostro sociogramma).

D’altronde, è anche possibile che un soggetto popolare, con un numero significativamente alto di preferenze, ricopra anche lo status di soggetto rifiutato, ossia abbia ricevuto un numero significativamente alto di repulsioni. Nel nostro esempio è accaduto a DS, con 8 scelte e 9 rifiuti.

2.3.c  – Indici collettivi

Gli indici visti finora chiariscono e definiscono il ruolo sociometrico dell’individuo all’interno della classe.

E’ possibile ottenere ulteriori informazioni puntando l’attenzione sul gruppo nel suo insieme.

Un indice di particolare interesse è quello relativo alla coesione del gruppo.

Sono state proposte varie formule per quantificare questo indice.

Bronfenbrenner intende per “coesione” il rapporto esistente tra il numero totale delle scelte reciproche e il numero dei soggetti che compongono il gruppo (cit. in Bastin, 1963).

Per Bastin, “la coesione si può definire come la risultante di tutte le forze che agiscono su ciascun membro per indurlo a rimanere nel gruppo, è insomma, la risultante di tutte le forze attrattive”.(Bastin, 1963, p. 123)

Secondo Carli e Mosca, una simile definizione fa riferimento a un modello concettuale di gruppo che, a loro avviso, è limitante.

Essi sostengono che ”Il gruppo, nella visione sociometrica tradizionale, viene considerato come struttura solo in base ai sottogruppi costitutivi (gli atomi sociali di Moreno): l’obiettivo della prova sociometrica viene quindi ristretto all’individuazione di questi sottogruppi, alla conoscenza delle polarizzazioni di scelta o di rifiuto al fine di evidenziare i leader positivi o negativi, il rilievo degli esclusi” (Carli, Mosca, 1980, p. 18).

Il modello teorico da loro proposto “si fonda su una precisa definizione del comportamento sociometrico: le scelte, i rifiuti e gli ignoramenti che ciascun membro del gruppo formula nei confronti di tutti gli altri compagni sono espressione del tentativo di anticipare la reciprocità; in altri termini, ogni persona, sceglie, rifiuta o ignora quei compagni che presume lo scelgano, lo rifiutino o lo ignorano” (Carli, Mosca, 1980, p.20).

In questo assunto, la categoria dell’ignoramento assume lo stesso valore che viene dato alle risposte di scelta e di rifiuto (categoria di esplorazione).

A tal fine, nella somministrazione del test sociometrico è indispensabile non mettere alcun limite alle scelte o ai rifiuti effettuati da ogni singolo soggetto (in precedenza è stato evidenziato come questa procedura sia facilitata dall’uso del programma SocioSoft).

Di conseguenza, vengono individuati i seguenti indici che possono essere rilevati sia per l’intero gruppo che per ogni singolo soggetto:

a)         Indice di coesione “che mette in rapporto la frequenza delle esplorazioni effettuate nel gruppo con quella degli ignoramenti. Quando l’indice è inferiore all’unità, ciò significa che prevalgono gli ignoramenti; quando invece prevalgono le esplorazioni l’indice assume valori superiori all’unità” (Carli, Mosca, 1980, p.21). Quindi un gruppo può essere considerato coeso quando questo indice risulta superiore a 1.

b)         Indice di efficienza nell’esplorazione, che “mette in rapporto le esplorazioni corrette con il totale delle esplorazioni effettuate. L’indice assumerà valori da 0 a 1. Sarà tanto più elevato quanta più alta è la frequenza delle esplorazioni corrette” (Carli, Mosca, 1980, p.21).

c)          Indice di efficienza nell’ignoramento. “In questo caso il rapporto è posto tra gli ignoramenti corretti e quelli totali. L’indice assumerà valori tanto più vicini all’unità quanto più elevata è la frequenza degli ignoramenti corretti” (Carli, Mosca, 1980, p.24).

La relazione esistente tra questi indici sociometrici permette agli autori di questo modello teorico di prefigurare realtà gruppali identificabili con le varie fasi del ciclo di vita della classe.

 Vediamo qualche esempio.

Indice di efficienza nell’ignoramento: > 0,50 (alto)

Indice di coesione: <1 (basso)

-          prevale l’atteggiamento di ignoramento tra i componenti la classe;

-          l’ignoramento è reciproco tra i compagni;

-          la classe conferisce notevole rilievo alla figura dell’insegnante;

-          l’insegnante acquista valore per una definizione di identità nel gruppo;

-          l’insegnante svolge un ruolo fondamentale per la veicolazione della comunicazione nel gruppo;

-          la classe è essenzialmente orientata alla realizzazione del compito;

-          prevale il comportamento competitivo;

-          è scarso il senso di appartenenza alla classe;

-          ogni soggetto sarà orientato a soddisfare i propri bisogni socioemotivi all’interno di altri gruppi, magari fuori dalla scuola;

-          questa situazione risulta normale quando gli alunni si conoscono poco tra di loro (all’inizio dell’anno scolastico e la classe è di nuova formazione);

-          se questa situazione persiste ad anno scolastico inoltrato, allora è da addebitare ad altri fattori socioambientali (gruppo degli insegnanti, valori culturali prevalenti in quella scuola);

Indice di efficienza nell’ignoramento: > 0,50 (alto)                                                                                     

Indice di coesione: >1 (alto)

-          prevalgono i comportamenti esploratori tra i componenti la classe;

-          l’ignoramento reciproco è presente solo tra alcuni membri del gruppo;

-          si rileva l’esistenza di sottogruppi molto coesi nell’ambito della classe;

-          oppure ci sono due diversi modi di socializzare: c’è chi accetta la norma subistituzionale e dimostra disponibilità ad una esplorazione dei rapporti e chi invece accetta solamente la norma istituzionale e si isola tendendo ad ignorare gli altri.

Indice di efficienza nell’ignoramento: < 0,50 (basso)

Indice di coesione: <1 (basso)

-          prevale l’atteggiamento di ignoramento tra i componenti la classe;

-          però soltanto in parte c’è reciprocità tra gli ignoramenti;

-          all’ignoramento di alcuni non corrispondono altrettanti ignoramenti, bensì scelte o rifiuti di altri;

-          in pratica, ci sono dei membri che non hanno consapevolezza dell’atteggiamento di attrazione o di rifiuto che suscitano in qualche loro compagno.

Indice di efficienza nell’ignoramento: < 0,50 (basso)

Indice di coesione: >1 (alto)

-          diminuisce l’atteggiamento di ignoramento, a favore di una maggiore esplorazione tra i componenti la classe;

-          soltanto in parte c’è reciprocità tra gli ignoramenti;

-          il gruppo vive una fase di evoluzione da una situazione di ignoramento reciproco verso una messa in atto di concreti comportamenti di esplorazione.

Le fasi evolutive del gruppo, prefigurate dalla relazione esistente tra l’indice di efficienza nell’ignoramento e l’indice di coesione, vengono meglio caratterizzate quando l’indagine viene indirizzata sulla capacità esplorativa dei membri del gruppo.

Indice di efficienza nell’esplorazione:  < 0,50 (basso)

Indice di coesione: <1 (basso)

-          prevale l’atteggiamento di ignoramento reciproco;

-          i tentativi di esplorazione sono scarsi e, normalmente, non sono improntati alla reciprocità.

Indice di efficienza nell’esplorazione: > 0,50 (alto)

Indice di coesione: <1 (basso)

-          sono presenti piccoli sottogruppi che si caratterizzano per l’elevata coesione interna e per la valenza emotiva;

-          questi sottogruppi si contrappongono al resto della classe.

Indice di efficienza nell’esplorazione:  < 0,50 (basso)

Indice di coesione: >1 (medio o alto)

-          il gruppo vive una fase di evoluzione, ossia sta gradualmente abbandonando gli atteggiamenti di ignoramento dando valore alla esplorazione nei rapporti interpersonali

-          questi comportamenti esplorativi non sono ancora improntati alla reciprocità

-         queste caratteristiche sociometriche sono sovrapponibili a quelle relative al gruppo con alta coesione e basso indice di efficienza nell’ignoramento (vedi sopra)

Indice di efficienza nell’esplorazione:  > 0,50 (alto)

Indice di coesione:  > 1 (alto)

-          i membri del gruppo hanno acquisito la capacità di anticipare correttamente le reciproche attrazioni o repulsioni

-          il gruppo vive una fase di integrazione e socializzazione basata su una adeguata conoscenza reciproca e sulla valorizzazione degli scambi socio-affettivi

L’analisi dei tre indici collettivi e le relazioni esistenti tra di loro permettono di individuare e caratterizzare le tappe evolutive che scandiscono il ciclo vitale del gruppo.

Ricapitolando, si può dire che:

-          nella fase iniziale,  il gruppo è caratterizzato da bassa coesione e un alto indice di efficienza nell’ignoramento; i membri del gruppo vivono ancora l’esperienza della sola vicinanza fisica, non si conoscono né hanno messo in atto comportamenti di esplorazione nei rapporti interpersonali.

-          nella fase centrale, si evidenzia una coesione media e una bassa efficienza sia nell’esplorazione che nell’ignoramento; il fenomeno dei sottogruppi non è rilevante ma si evidenzia “una generale contrapposizione tra coloro che ignorano e quelli che invece esplorano i rapporti con i compagni.” (Carli, Mosca, 1980, p.103).
“La presenza dei sottogruppi è invece caratteristica delle fasi intermedie tra le due polarità iniziale e terminale e la situazione centrale.” (Carli, Mosca, 1980, p.103).

-          nella fase terminale, il gruppo è caratterizzato da un’alta coesione e da un’alta efficienza nell’esplorazione; questo vuol dire che i membri del gruppo hanno realizzato una buona conoscenza reciproca e la gratificazione dei bisogni socio-emotivi avviene all’interno del gruppo.

2.4  Sociogramma a bersaglio

L’intuizione iniziale di Moreno di rappresentare graficamente le relazioni esistenti tra i soggetti di un gruppo, è stata sviluppata da M.L. Northway (cit. in Bastin, 1963), che ha proposto un sociogramma a bersaglio formato da 3 spazi delimitati da cerchi concentrici e che raffigurano i membri del gruppo e le relazioni interpersonali che fra essi sussistono.

Nel cerchio interno sono riportati i soggetti popolari, mentre l’anello esterno racchiude quelli isolati. Nella corona intermedia vanno i soggetti che hanno ottenuto un numero di scelte di scarso rilievo.

Nel grafico sottostante è raffigurato il sociogramma a bersaglio relativo alla prima scelta effettuata da tutti i membri del gruppo.

Nello stesso modo, è possibile raffigurare le relazioni all’interno del gruppo relative al primo rifiuto, alle scelte reciproche e ai rifiuti reciproci.

2.5  Interpretazione del test sociometrico.

In premessa, veniva rilevata l’esigenza, da parte della scuola, di migliorare la qualità di vita e di creare le condizioni per la sperimentazione e il raggiungimento del ben-essere da parte di chi, a vario titolo, vive l’esperienza scolastica: docenti, personale ATA, famiglie, ma soprattutto gli alunni.

La scuola, nel promuovere l’obiettivo primario dell’apprendimento, deve essere in grado di rilevare e rimuovere difficoltà di natura emotiva - affettiva, che possono avere origine in ambiente scolastico e/o extrascolastico.

“Progettare educazione alla salute all’interno di una scuola implica invece una scelta istituzionale, culturale e scientifica di alto profilo. In una società a elevato rischio di malessere, la prevenzione, la promozione del benessere e l’educazione alla salute non vanno pensate come iniziative sporadiche, discontinue o a carico del docente volontario di turno” (Mariani, 2001, p.19), ma devono caratterizzare e informare in maniera chiara e globale la definizione e strutturazione del contesto educativo in cui la scelta di strumenti e modalità operative acquistano valore strategico.

Tra l’altro, valorizzare la fase dell’accoglienza e dare centralità alla funzione di counseling dell’insegnante tutor, contribuiscono a dare efficacia ad un percorso formativo finalizzato alla promozione dell’autostima, in cui l’alunno è aiutato ad accettarsi con i propri limiti e le proprie possibilità, a vivere sentimenti di apertura e disponibilità verso gli altri e la vita in genere, ad essere in grado di costruire dei rapporti gratificanti con i coetanei e gli adulti basati sulla reciprocità e sul rispetto.

La scuola ed in particolare la vita in classe diventano per l’alunno una sorta di palestra in cui sperimentarsi e dare il proprio contributo per creare un clima di collaborazione, di stima e di fiducia reciproca.

Il sociogramma rappresenta uno strumento agile e veloce nel monitorare, durante l’arco dell’anno scolastico, questo processo formativo e di integrazione, fornendo indicazioni sia sugli aspetti individuali che di gruppo.

2.5.a  - Indici individuali

Prima di dare un significato ai dati ottenuti al fine di delineare lo status sociometrico di ogni individuo componente il gruppo, è opportuno fare due precisazioni:

  1. l’interpretazione degli indici sociometrici non deve essere mai fatta considerandoli isolatamente. Il sociogramma non può essere utilizzato come  uno strumento che automaticamente inquadra un soggetto in una tipologia piuttosto che in un’altra. Bastin ritiene che il lavoro da fare “…consisterà soprattutto nel dipingere un ritratto psico – sociale del soggetto, non già commentando gli indici uno dopo l’altro, ma interpretando gli uni in rapporto agli altri” (Bastin, 1963, p.63).
  2. il quadro sociometrico ottenuto deve essere integrato da informazioni rilevate attraverso altri questionari o dall’osservazione diretta dell’insegnante.

Una volta rispettate queste condizioni, si può passare a programmare degli interventi sul gruppo – classe e/o a migliorare la situazione personale di singoli soggetti.

Lo status sociometrico di un soggetto all’interno di un gruppo è descritto essenzialmente dalle risultanze dell’indagine di due aspetti:

  • quello relativo alle scelte ricevute e che fa riferimento al costrutto “Popolarità – isolamento”;
  • quello relativo ai rifiuti ricevuti e che fa riferimento al costrutto “Esclusione – accettazione”.

SOGGETTO POPOLARE : è quello che ha ricevuto un numero significativamente alto di scelte, per cui si ritiene che abbia maggiore influenza o potere nel gruppo.

SOGGETTO ISOLATO : è quello che ha ricevuto un numero significativamente basso di scelte.

In questa categoria si possono differenziare:

-          il soggetto ignorato dal gruppo, ma che è aperto e disponibile verso gli altri e lo dimostra esprimendo un buon numero di scelte, che d’altra parte, non sono corrisposte;

-          il soggetto ignorato, che magari non è oggetto di rifiuto, ma tende ad autoisolarsi non esprimendo scelte e rifiuti verso i compagni; è quella persona passiva che non dà alcun contributo alla vita di gruppo;

-          il soggetto che non solamente è ignorato, ma che è anche attivamente rifiutato, perché probabilmente manifesta problemi comportamentali di aggressività e di disturbo nei confronti del gruppo.

SOGGETTO RIFIUTATO : è quello che ha ricevuto un numero significativamente alto di rifiuti.

Ulteriori approfondimenti qualitativi dello status sociometrico di un individuo sono dati:

a)         dall’indice valorizzato relativo al numero di scelte o rifiuti ricevuti. In precedenza abbiamo visto che i soggetti popolari CF, DS ed MC hanno ottenuto lo stesso numero di scelte (n° 8), ma si può dire che CF, che ha un indice valorizzato 205, sia più “popolare” degli altri due che hanno invece rispettivamente 190 e 180.

b)         dallo status sociometrico di chi lo ha scelto o rifiutato. Nel sociogramma a bersaglio “Prima scelta” notiamo DL che è stato scelto in prima posizione per ben tre volte rispettivamente da C2, da MR (soggetto rifiutato)  e da R2 (soggetto isolato), mentre ZA ha avuto soltanto due scelte, da BD e da MC, che però è un soggetto popolare. Si può ritenere che il prestigio di ZA all’interno del gruppo sia maggiore di quello di DL.

c)         dalla sua partecipazione ad eventuali sottogruppi.

Questo spiega perché, tra i soggetti popolari, CF, DS ed MC hanno ottenuto lo stesso numero di scelte (n° 8), ma hanno indici valorizzati differenti.

2.6  Uso del test sociometrico

Abbiamo visto che la funzione del test sociometrico è quella di effettuare una fotografia delle relazioni esistenti all’interno di un gruppo e di rilevare tratti caratteristici della personalità degli individui che lo compongono.

Lo scopo della sua utilizzazione deve essere evidenziato realisticamente nella motivazione presentata alla classe nel momento in cui viene sollecitata a dare una risposta sincera e spontanea alle quattro domande che compongono il test.

Di conseguenza, se alla classe viene spiegato che il test servirà a organizzare dei gruppi di studio (o di lavoro per realizzare determinati progetti), le risposte dovranno essere utilizzate per individuare realmente dei sottogruppi finalizzati allo scopo esplicitato.

Nella fase di progettazione del sociogramma, Bastin suggerisce di approfondire la conoscenza delle principali attività del gruppo, per cui “gli elementi raccolti consentiranno di dare al test il carattere di verità, di realtà che è consigliabile dargli” (Bastin, 1963, p.12).

Tuttavia, a volte, ci si trova nella necessità di programmare un intervento per affrontare una situazione problematica emergente in una classe (per es. di notevole conflittualità ed aggressività), per cui, avere a disposizione una mappa dettagliata delle relazioni e delle dinamiche interpersonali, rappresenta una base essenziale per dare efficacia a qualsiasi azione si voglia intraprendere.

Quindi l’obiettivo primario di acquisire informazioni riguardanti l’articolazione di sottogruppi che si strutturano sulla base di scelte e rifiuti reciproci, determinerà la valutazione di approfondire la conoscenza dell’aspetto affettivo-relazionale utilizzando la seguente formulazione della domanda: “Se si dovesse organizzare una gita, chi sceglieresti (o non sceglieresti) tra i tuoi compagni?”

In quel preciso momento e in quella classe, senz’altro non sarà proponibile l’idea di organizzare una gita, ma il risultato del sociogramma permetterà di affrontare in maniera più adeguata il problema della conflittualità interpersonale.

Tuttavia, la somministrazione del test sociometrico non può essere considerata l’unica e la più immediata risposta da dare di fronte alla necessità e all’urgenza di “dover comunque fare qualcosa per quella classe”.

Il sociogramma deve rappresentare la fase di un processo articolato e finalizzato al cambiamento, in cui il gruppo – classe nella sua totalità:

-          ha la consapevolezza del disagio e del malessere determinato dal deteriorarsi dei rapporti interpersonali;

-          manifesta il desiderio di chiedere aiuto per superare la fase di difficoltà che senz’altro incide negativamente anche sul raggiungimento dell’obiettivo primario dell’apprendimento e del profitto;

-          esprime e dimostra la volontà di impegnarsi in un percorso che dovrà portare a modificare gradualmente i comportamenti dei singoli e a migliorare la qualità di vita del gruppo.

All’interno di questo processo, la somministrazione del test sociometrico sollecita ogni singolo componente il gruppo ad abbandonare un atteggiamento di apatia  e di indifferenza riguardo ad una situazione spesso ritenuta da tutti immodificabile, e lo porta a riflettere su di sé, sul proprio ruolo all’interno della classe e sulla capacità di relazionare con gli altri.

Inoltre, aiuta a modificare positivamente la percezione che si ha dello psicologo, spesso visto come uno strizzacervelli o medico dei pazzi dal quale stare alla larga, e gli viene invece riconosciuto il ruolo professionale di esperto nella scienza della comunicazione che può aiutare ad uscire fuori da una situazione difficile ed insostenibile.

 L’esperienza dimostra che il solo manifestarsi di questo nuovo atteggiamento ha spinto molti ragazzi a chiedere di poter accedere al Centro di Ascolto dove riportare problematiche anche personali e/o familiari.

2.6.a – Comunicazione dei risultati del sociogramma.

I risultati del test chiaramente devono essere comunicati all’insegnante tutor e al consiglio di classe, che li potranno analizzare e integrare con osservazioni personali o informazioni derivanti dall’ambiente extrascolastico (per es. la famiglia).

Come è stato accennato in precedenza, il risultato del sociogramma potrà essere d’aiuto  per affrontare, e possibilmente risolvere, particolari problemi della classe o semplicemente essere utilizzati per costituire dei gruppi di studio o di lavoro.

Tuttavia, la somministrazione del test sociometrico normalmente crea curiosità ed interesse in coloro che sono stati chiamati a rispondere alle quattro domande, per cui spesso la classe chiede di essere messa a conoscenza dei risultati ottenuti.

Nel dare risposta a questa esigenza, non bisogna dimenticare il carattere di riservatezza che ha accompagnato la somministrazione del sociogramma.

Di conseguenza, è da escludere di poter fornire all’intera classe informazioni riguardanti gli indici personali individuabili nei ruoli sociometrici di popolare, isolato e rifiutato. Anche perché, invece di facilitare un processo di integrazione del gruppo - classe, potrebbe, all’opposto, condizionare negativamente la rete di relazioni interpersonali la cui problematicità aveva magari richiesto l’uso del test sociometrico.

E’ possibile, invece, fornire informazioni sugli indici globali di gruppo quali:

-          l’indice di coesione;

-          l’indice di percezione di stato, riguardante sia le scelte che i rifiuti.

Il quadro prospettato offrirebbe alla classe l’occasione di interrogarsi e discutere sulla qualità dei rapporti, sulla capacità di affrontare eventuali conflittualità e sulla gratificazione derivante dallo stare insieme, ma anche di saper costruire relazioni soddisfacenti con i propri insegnanti.

Bastin, da parte sua, non esclude la possibilità di utilizzare, sempre con accortezza e prudenza, gli indici personali all’interno di colloqui individuali, allo scopo di far acquisire consapevolezza e motivazione al cambiamento ai soggetti a rischio individuati come isolati e/o rifiutati (Bastin, 1963).

3. Conclusione

Lo scopo di questa trattazione è stato quello di offrire, anche se in maniera sintetica, degli strumenti metodologici e procedurali che possano permettere una accorta utilizzazione del test sociometrico, partendo dalla fase della progettazione per passare alla somministrazione e alla lettura dei dati ottenuti.

Per fare questo è stato necessario delineare e definire il contesto e il tipo di problematiche che possono richiedere la sua utilizzazione.

Tuttavia, c’è da aggiungere che sono stati affrontati soltanto alcuni aspetti basilari. Comunque, la loro conoscenza si rivela fondamentale per un concreto approccio all’argomento trattato e, di conseguenza, permette l’acquisizione di quegli strumenti conoscitivi necessari per un adeguato uso del sociogramma.

 Altri aspetti, quali i valori della spontaneità e della creatività, la differenza concettuale tra sociogruppo e psichegruppo, il rapporto esistente tra indici sociometrici e fattori psicosociali, la connotazione del leadership, la correlazione con altri tests psicometrici, ecc…, è possibile affrontarli e approfondirli utilizzando la vastissima letteratura che si è sempre più arricchita da quando si è sviluppata la sociometria.

Invece, abbiamo visto che il test sociometrico assume le caratteristiche di uno strumento versatile ed efficace per monitorare il processo di integrazione che dovrà portare la classe verso una maggiore condivisione degli obiettivi,  verso un accrescimento del sentimento di appartenenza ed una giusta valorizzazione dei propri membri.

Il percorso che porterà il gruppo ad una maggiore integrazione è condizionato dalla capacità di ogni singolo alunno di saper attivare un personale processo di esplorazione, e quindi di definizione della relazione, nei rapporti intragruppali.

La capacità (o incapacità) individuale è determinata dalla storia di vita personale che ha inciso nello sviluppo evolutivo e formativo di ogni singolo componente il gruppo.

Questo processo evolutivo è accompagnato e caratterizzato da una tensione che si sviluppa da un bisogno iniziale di dipendenza e si risolve con il raggiungimento di un stato di autonomia e indipendenza, caratterizzante la condizione di una persona adulta.

L’istituzione scolastica ha il compito, non sempre facile, di integrare e completare il percorso educativo e formativo che ha avuto origine in ambito familiare.

L’approfondimento di questo aspetto sarà oggetto di una prossima pubblicazione.

Andrea De Matteis
(e-Mail: pa.dematteis@virgilio.it )


NOTE

(1) Andrea De Matteis lavora come psicologo-psicoterapeuta presso il Ser.T. (Servizio territoriale per le Tossicodipendenze) di Gallipoli. Negli ultimi dieci anni ha svolto attività di consulente psicologo della AUSL LE/2 di Maglie (Le) per il C.I.C.  (Centro di Informazione e Consulenza) dell’ I.I.S. “A. Vespucci” e di alcuni altri Istituti di Istruzione superiore di Gallipoli.

(2) Sociosoft è scaricabile gratuitamente dal sito Internet www.insocio.it, ed è in versione shareware, ossia è utilizzabile per un numero limitato di volte. Successivamente, è possibile acquistarlo dopo averne conosciute le caratteristiche e valutate le potenzialità.


BIBLIOGRAFIA

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Les observations des professeurs et le test   sociométrique, in « Cahiers de pédagogie et d’O.P. », 12, pagg. 15-19

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