AAA…CERCASI: LABORATORI, RETI, CENTRI RISORSE
I servizi territoriali per gli insegnati

di Giancarlo CERINI

Il processo di riforma del disegno organizzativo della Pubblica Istruzione, connesso all’attuazione della Legge 59/97, comporta una diversa presenza nel territorio dell’amministrazione scolastica, finalizzata a svolgere funzioni di orientamento tecnico (oltre che amministrativo) verso le scuole. Il decreto legislativo 30-7-1999, n. 300 (sulla riforma dell’organizzazione del Governo) prevede infatti "l’articolazione sul territorio provinciale, anche per funzioni, di servizi di consulenza e di supporto alle istituzioni scolastiche".

Al di là dei modelli istituzionali che saranno prescelti (in sede di Regolamento attuativo o di anticipazione sperimentale) è prevedibile che un CENTRO SERVIZI siffatto debba garantire forme di consulenza alle scuole, svolgere compiti di connessione e relazione tra i diversi soggetti del sistema, promuovere azioni di documentazione e monitoraggio delle esperienze.

Alcune elaborazioni tecniche indicano le seguenti funzioni di un tale centro:

"(…) monitorare i bisogni degli istituti scolastici e delle reti di scuole in relazione allo sviluppo di capacità gestionali e di servizio autonome;

fornire assistenza, consulenza e FORMAZIONE agli istituti scolastici che si avviano verso l’autonomia e sostenere la costituzione e lo sviluppo delle reti di scuole;

effettuare la "regia" sul territorio dei diversi interventi e progetti che a livello nazionale e locale vengono canalizzati verso le scuole per sostenerle nella transizione verso l’autonomia.

In sede di progettazione verranno definite le condizioni per la creazione di un corpo di "consulenti interni" del sistema scolastico operanti in seno ai Centri di servizio, che forniranno supporto e assistenza tecnica, metodologica e consulenziale alle scuole(…)".

(Fonte: F.Butera, Il libro verde della Pubblica Istruzione, Angeli, Milano, 1999)

Una delle aree funzionali in cui si articolerà il Centro Servizi è quella rivolta alla consulenza, progettazione e monitoraggio delle iniziative di formazione in servizio per gli insegnanti. La concreta gestione delle attività di formazione dovrà poi avvenire a livello delle singole scuole (per iniziative legate alla progettazione della propria offerta formativa) e mediante una rete di LABORATORI e STRUTTURE DI SERVIZIO specializzate su specifici settori ed ambiti di intervento, per iniziative -di secondo livello- di particolare rilievo e tipologia,

Si può quindi ipotizzare un’architettura a rete che preveda una struttura di primo livello, il CENTRO RISORSE che insiste su un’area territoriale di una certa consistenza (comprendente all’incirca 50/60 unità scolastiche) con compiti di pilotaggio/regia delle diverse opportunità di formazione, di gestione dell’informazione (newsletter/sito internet), di incontro della domanda/offerta di formazione, di consulenza alla progettazione formativa, di sportello, di sostegno alle iniziative delle scuole. La promozione diretta di iniziative avverrà solo per progetti di particolare rilievo e per svolgere azioni di carattere compensativo.

A livello territoriale potrebbe essere promossa una articolazione di LABORATORI, PUNTI-SERVIZIO, CENTRI DI DOCUMENTAZIONE, POLI, collocati presso scuole consorziate in rete, per lo svolgimento di compiti di supporto alla RICERCA, FORMAZIONE, DOCUMENTAZIONE e ORIENTAMENTO, nonché di erogazione diretta di formazione, consulenza, servizi didattici, ecc.

In particolare, nel campo della formazione in servizio, tali strutture dovrebbero svolgere i compiti di:

- raccolta e diffusione dell'informazione sulle attività di aggiornamento;

- consulenza per la progettazione delle attività di formazione (modelli operativi, individuazione esperti, riunioni di staff);

- supporto ad attività di formazione e a gruppi di lavoro/ricerca;

- assistenza/consulenza generale verso le scuole e gli insegnanti (per il successivo smistamento di una "domanda selezionata" ai diversi soggetti del "sistema" della formazione in servizio);

- luogo di incontro per formatori, animatori, esperti, ricercatori;

- terminale telematico, per la gestione della documentazione informatizzata (reti locali, interconnessioni con reti nazionali, collegamenti con scuole ed enti, ecc.).

I diversi LABORATORI TERRITORIALI dovrebbero gradualmente consolidare il loro ruolo di supporto coordinato alle scuole autonome, attraverso la stipula di convenzioni-accordi con l'Amministrazione scolastica, l'IRRSAE, le Amministrazioni Provinciali e Comunali di riferimento, per partecipare allo sviluppo di una rete coordinate di servizi per la scuola.

Nell’attesa di una più compiuta definizione normativa, la configurazione giuridica dei diversi centri-risorse dovrà essere di taglio "leggero", come ipotesi di struttura di servizio, per lo svolgimento temporaneo e limitato di funzioni, attività, presenze sul territorio. Andrà prevista la costituzione di comitati consultivi e comitati tecnico-scientifici (con rappresentanze di capi di istituto, Amministrazione scolastica, Distretti, Enti Locali, Irrsae, associazionismo) con compiti di raccordo e "auditing".

L’Amministrazione scolastica, in particolare l’apposito Coordinamento per la Formazione degli Insegnanti, sembra interessato a promuovere un sostegno attivo (diretto, in termini economici, indiretto in termini di consulenza scientifica) alla costituzione di una rete di servizi territoriali per lo sviluppo professionale degli insegnanti.

 

L’evoluzione del quadro normativo

La C.M. 376/95 (PPA 1996) prevedeva la costituzione presso ogni Provveditorato agli Studi di un’apposita struttura per la formazione, di carattere permanente e con una propria "visibilità istituzionale", alla quale vengono attribuite alcune significative funzioni.

In particolare si prevede che la struttura per la Formazione in Servizio debba svolgere i seguenti compiti:

- assicurare un centro organizzativo stabile

- favorire le reti di scuole con l’individuazione di scuole polo

- facilitare comunicazione e scambio di esperienze

- assicurare compiti di assistenza mediante la costituzione di "sportelli" per la formazione (consulenza, progettazione, "ricaduta", verifica), ecc.

La Direttiva 252/98 (Fondo per l’arricchimento e l’ampliamento dell’offerta formativa-L.440/97) nel mettere a disposizione delle scuole nuovi finanziamenti per la diffusione della cultura dell’autonomia afferma che le iniziative "dovranno sviluppare, tra l’altro, le capacità progettuali dl personale docente e dei dirigenti scolastici. Viene ipotizzata anche l’attivazione di CENTRI DI DOCUMENTAZIONE che potranno operare, tramite sito informatico, presso istituti in possesso delle necessarie professionalità.

La Direttiva 226/98 sull’aggiornamento prevede che siano considerate prioritarie quelle iniziative che "anche con opportuni consorzi territoriali per la formazione (siano) in grado di assicurare canali permanenti di comunicazione professionale tra gli insegnanti". Inoltre propone "l’individuazione di scuole che fungano da centri di documentazione per la raccolta e la circolazione dei materiali prodotti, nonché come sedi di realizzazione delle attività di formazione…". Infine auspica che sia sviluppata una azione di "consulenza e di assistenza tecnica nel quadro di un sistema integrato di servizi professionali agli insegnanti ed ai dirigenti scolastici".

Il Regolamento dell’autonomia (DPR 8-3-1999, n. 275) prevede, all’art. 7, che le "istituzioni scolastiche possono promuovere accordi di rete o aderire ad essi per il raggiungimento delle proprie finalità istituzionali…(…) L’accordo può avere a oggetto attività didattiche, di ricerca, sperimentazione e sviluppo, di formazione e aggiornamento…(…)

Nell’ambito delle reti di scuole, possono essere istituiti laboratori finalizzati tra l’altro a:

la ricerca didattica e la sperimentazione;

la documentazione, secondo procedure definite a livello nazionale per la più ampia circolazione, anche attraverso rete telematica, di ricerche, esperienze, documenti e informazioni;

la formazione in servizio del personale scolastico;

l’orientamento scolastico e professionale".

Il Contratto integrativo per il personale della scuola (siglato il 31 agosto 1999) prevede che l’Amministrazione Scolastica periferica "garantisca servizi professionali di supporto alla progettualità delle scuole, azioni perequative e interventi legati a specificità territoriali e tipologie professionali" (art. 8).

La Direttiva n. 210 del 3-9-1999 attuativa del Piano Nazionale di Aggiornamento 1999 suggerisce ai Provveditori di predisporre l’avvio di "unità territoriali di servizi professionali per il personale della scuola…"

…Compiti prioritari delle unità territoriali sono:

informazione sulle opportunità di sviluppo professionale…

consulenza e assistenza…

tutoraggio per progetti di formazione a distanza…

coordinamento e sostegno…

diffusione degli standard di qualità…

relazioni con altri soggetti…

Una quota finanziaria dei Piani provinciali può essere utilizzata per promuovere iniziative in rete, progetti consorziati, centri risorse.

Il DM 179/99, la direttiva 180/99, la CM 194/99, cioè gli strumenti normativi relativi allo sviluppo della sperimentazione dell’autonomia organizzativa e didattica, nell’ambito dei fondi della legge 440/97 (sperimentazione dell’autonomia e formazione per l’autonomia), propongono di destinare una quota del budget provinciale complessivo (nella misura del 10 %) per promuovere iniziative di supporto, di coordinamento, di consulenza e assistenza, anche mediante la costituzione di centri risorse o punti di servizio.



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