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IMMAGINI PER INSEGNARE, IMMAGINI PER APPRENDERE

di Andrea Torrente

Premessa

Il digitale modifica considerevolmente le condizioni di utilizzazione e d’uso dell’immagine, il suo posto nelle lezioni, le competenze che ogni alunno deve acquisire, le precauzioni tecniche e documentaristiche ed, infine, le immancabili conseguenze pedagogiche.

In effetti, oggi il digitale fornisce oggetti ed usi nuovi ed è possibile digitalizzare qualsivoglia documento, fotografare, creare, modificare …

Purtuttavia, il mondo della scuola resta legato alle immagini tradizionali, alle illustrazioni dei manuali, alle carte murali ed alle tavole anatomiche; esso, però, si avvicina ora ai programmi specialistici, alle diapositive, ai videogrammi ed ai film con le banche di immagini e le animazioni Flash.

Senza dubbio non è inutile ritornare sui ruoli assegnati alle immagini nelle pratiche educative e pedagogiche, riflettere sui modi d’uso dei docenti e degli allievi, di interrogarsi sulla padronanza intrinseca associata alle immagini, particolarmente in materia di competenze trasversali.

Delle immagini, perché e per cosa farne?

Onnipresente in classe, l’immagine occupa degli statuti differenti. Quando illustra, essa apporta un valore di esempio al discorso testuale ed offre, così, un’altra prospettiva; essa si apre anche allo schema da consultare o da costruire; infine essa consente di avvicinarsi e di comprendere dei fenomeni complessi, particolarmente in una dimensione di visualizzazione dinamica.

  • Per illustrare

Il ruolo più tradizionale assegnato all’immagine è quello d’illustrare le lezioni, di illuminare il discorso con un altro modo di espressione complementare e di aprire così la via verso una certa multimodalità. Si conosce l’impatto della diversificazione delle modalità di comunicazione, e quindi di sollecitazione dell’attività cognitiva sugli apprendimenti, per meglio comprendere e meglio acquisire un concetto. E’ il ruolo delle illustrazioni dei manuali scolastici o delle proiezioni collettive in classe.

I manuali di Storia utilizzano la riproduzione di incisioni, di stampe d’epoca o di altre forme di espressione artistica per consentire di meglio rappresentare il passato attraverso documenti autentici. Per la Geografia si utilizza specificatamente la Cartografia, in relazione con l’immagine fotografica. Per le Scienze della Terra, fondate sull’osservazione dei fenomeni, si ricorre all’immagine per conservare e mostrare le tracce dell’evoluzione. Per le Lingue Moderne le immagini sono utilizzate come stimoli o supporti o occasioni di scambi…….

  • Per schematizzare

Un’altra dimensione dell’immagine è quella dello schema, che semplifica per meglio evidenziare un aspetto, una costruzione, una rappresentazione. Essa trova un posto particolare nelle discipline scientifiche, per le quali è un modo di passare dalla rappresentazione al modello e di fare accedere, sotto una forma accessibile, alla nozione di modellizzazione scientifica.

Essa rappresenta graficamente dei concetti o dei dispositivi più astratti, sotto delle forme codificate, come gli organigrammi, le modellizzazioni di dati e di trattamenti, gli schemi funzionali, ecc. Tante maniere indispensabili per accedere ai campi di conoscenza corrispondenti.

  • Per visualizzare

L’immagine può anche iscriversi in un approccio spaziale o dinamico. Si conosce l’importanza della qualità dell’immagine per comprendere una figura complessa di geometria nello spazio, e quest’esempio è emblematico delle questioni relative alla rappresentazione di oggetti e di scenari in tre dimensioni sotto forma piana. La fotografia richiede un approccio preventivo della prospettiva, ma soltanto la padronanza dell’immagine permetterà l’accesso ai concetti corrispondenti.

Altri campi nei quali l’immagine apporta una dimensione di visualizzazione essenziale, sono costituiti dalla costruzione e dalla rappresentazione dinamiche. La figura geometrica è meglio compresa, quando è costruita davanti all’alunno ed i concetti di luoghi geometrici sono più accessibili, quando è possibile deformare una figura! Le difficoltà ad accostarsi a dei concetti semplici come la tangente di una curva con modificazioni successive della figura, svaniscono rapidamente con l’introduzione del movimento, della deformazione.

La fotografia spettrografica, o più semplicemente la video, permettono oggi di decomporre il movimento con una facilità ed una precisione accresciute.

Il campo della costruzione progressiva, della deformazione e del movimento è oggi un settore in forte sviluppo.

L’animazione pone oggi altre questioni, legate al contesto d’uso. Fondata molto spesso su di un approccio schematico e modellizzante, essa si basa su di una semplificazione che confina al rango di implicito tutto ciò che non è visualizzato, in una pratica di approssimazione talvolta pericolosa. La capacità di evocazione dell’animazione è tale che può contribuire all’illusione della comprensione e la sua apparente facilità d’uso impone al docente una ri-collocazione in contesto.

 

Addomesticare l’immagine

Onnipresente a scuola, l’immagine lo è anche nella vita di tutti i giorni: foto nella stampa, pubblicità, immagini televisive, fotografie e video sono dappertutto e richiedono da ciascuno di noi la capacità di saperle leggere, interpretarle, analizzarle. L’immagine richiede, quindi, il possesso dei concetti tecnici, quando si tratta di produrla, di modificarla, di trasmetterla o di restituirla. Quale grado di padronanza bisogna raggiungere per leggere in maniera pertinente dei reportage sempre più crudi e dar loro una dimensione di obiettività che coinvolga il produttore e l’utente finale, e all’altro capo della catena comprendere le sollecitazioni del PC che propone “d’installare il codec per leggere i DIVX” o “di scegliere un formato ed un tasso di compressione?”

L’esplosione della commercializzazione di strumenti digitali come gli scanner, le videocamere e gli apparecchi fotografici, conduce ad una moltiplicazione considerevole del numero di immagini che accompagnano le nostre vite con una nuova dimensione d’immediatezza.

Il digitale offre oggi la possibilità di produrre una grande quantità di immagini senza alcuna difficoltà, con una qualità quasi professionale.

Le stampanti a colori sono oggi diffusissime; gli scanner con una definizione d’immagine elevatissima, sono posti in vendita per poche decine di euro; le fotocamere digitali hanno avuto una forte impennata nelle vendite; le videocamere digitali consentono di girare dei filmati di grande fedeltà, con un costo di acquisto abbastanza accessibile; i PC destinati al grande pubblico effettuano ormai qualsiasi operazione, riservata una volta alle grandi imprese.

Da tutto ciò discendono degli aspetti che meritano di essere segnalati per una riflessione attenta sulle loro implicazioni:

  • Gli aspetti legali, prima di tutto, devono essere oggetto di una particolare attenzione: diritto d’autore e diritti dell’immagine sono lì per ricordarci che l’immagine è un’opera dell’ingegno e, come tale, è sottoposta ai vincoli della legislazione in materia. Ma anche il diritto all’immagine è lì per ricordarci che ciascuno di noi è padrone della propria immagine, libero di autorizzarne o no tale o tal altro uso.

  • Gli aspetti legati alla codificazione, se non costituiscono una competenza antecedente a qualsiasi uso, sono determinanti sin dal momento in cui si desidera diversificare l’utilizzo di detta immagine. Tipo di codificazione, modi di restituzione dei colori, modi di compressione e principi algoritmici associati sono tanti campi per i quali è indispensabile una conoscenza dei fondamenti epistemologici allo scopo di elaborare degli usi corretti degli strumenti a disposizione.

  • I fondamenti dell’attività infografica devono oggi essere affrontati, dal momento che il ricorso a programmi sempre più complessi é quotidiano, basti pensare alla complessità dei programmi di ritocco delle immagini. La distinzione concettuale fra gli "strumenti vettoriali "e gli "strumenti punto a punto" (bitmap), costituisce una base essenziale per giungere a dei risultati e per porre in opera le strategie adatte all'uso di strumenti multipli.

 

Digitale: nuove immagini, nuove pratiche?

Se l’immagine, nella sua più generale accezione, è una vecchia conoscenza della scuola, l’immagine digitale vi trova naturalmente il suo posto, in una continuità di buona lega.

Tuttavia, è opportuno interrogarsi sui cambiamenti che il digitale comporta nell’uso pedagogico dell’immagine.

  • Gli apporti del digitale

Il digitale è, innanzi tutto, un pegno di qualità, o piuttosto di costanza della qualità. Sarebbe assurdo pretendere che la qualità mancasse alle pitture di Michelangelo o alla produzione video digitale professionale; in compenso, il digitale apporta una fedeltà fino ad allora sconosciuta nella restituzione dell’immagine. Là dove un tratto sfuma, dove un colore si appanna a causa della semplice usura del tempo, l’algoritmo “0-1” resta tale e quale nel tempo.

Il digitale, associato alle tecniche di compressione e di trasporto, garantisce l’accesso istantaneo, immediato a costo zero. Il digitale è anche la facilità di acquisizione, di trattamento e di modificazione. Ma la condizione indispensabile perché si verifichi tutto ciò è la padronanza degli strumenti concettuali e di quelli fisici. Infine, il digitale è, soprattutto oggi, l’integrazione multimediale, che permette di associare l’immagine ad altre immagini, a testi, a suoni, in un’unità di informazione e di comunicazione mai realizzata.

  • Continuità pedagogiche

L’immagine digitale in pedagogia si basa su di una tradizione veramente forte, su delle pratiche saldamente inscritte nella cultura scolastica. Essa consente di fare “le stesse cose” di una volta, in un ambiente tecnologicamente rinnovato.

Primo vantaggio, l’unità dei mezzi costruita attorno al computer e l’unità-corollario del modo di restituzione-diffusione. La complessità apparente dell’esordio lascia il posto alla semplicità ed alla coerenza, dal momento in cui si padroneggia l’ambiente tecnologico.

Secondo vantaggio, che apre un universo di possibilità da esplorare progressivamente, è costituito dalle nuove capacità di trattamento dell’immagine che consentono la preparazione delle lezioni in tempo reale, davanti agli alunni o, meglio, dagli alunni stessi, che siano pervenuti ad un certo livello di capacità e competenze informatiche.

Possibilità considerevole dell’immagine digitale è che essa non necessita di mettere sul tappeto tutte le pratiche rivenienti da ani di esperienza e d’uso, essa incoraggia un’evoluzione nella continuità, un approccio meno repellente e meno spaventoso, attraverso la formazione, l’accompagnamento, il tutoraggi, l’assistenza ……

  • Il necessario approccio documentario

Effetto immediato del digitale, gli hard disk delle postazioni e della rete vanno progressivamente riempiendosi di immagini, senza parlare anche dei CD-ROM e DVD, ecc.

Il posto occupato non è in se inquietante, la capacità degli hard disk aumenta regolarmente. In compenso, ci si può interrogare sulla capacità di sfruttare tutte queste immagini conservate, non soltanto per ritrovarle, ma anche per conservarne tutte le informazioni associate di data, autore, diritti, contesti, ecc.

L’approccio documentaristico, si sarà compreso, si rivela essenziale, senza che delle risposte adattate e standardizzate siano sempre espresse. L’indicizzazione dell’immagine resta un campo di ricerca ancora largamente aperto, le cui sottigliezze semantiche e semiologiche non sono alla portata del neofita.

Quale atteggiamento adottare? L’utilizzo del programma di documentazione dell’Istituto? La costituzione di una o più banche di immagini, ad esempio in Intranet? Il ricorso a dei servizi internet di immagazzinamento e di indicizzazione? Senza alcun dubbio nessuna risposta ai quesiti precedenti apporta una soluzione universalmente utile ed ognuno dovrà interrogarsi sul modo o sui modi di sfruttamento documentaristico da porre in opera. In tutti i casi, oggi o in un prossimo avvenire, lo sfruttamento documentaristico delle immagini digitali diverrà una componente essenziale della riflessione e del progetto del sistema di informazione d’istituto.


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