Scuola pubblica e scuola privata
Indagine statistica: anno scol.1995-96

di Vincenzo D'Aprile

 

In questi ultimi mesi (scriviamo nel dicembre ’98) si è fatto particolarmente animato il dibattito scuola pubblica scuola privata sui giornali, riviste, radio e TV; come pure su Internet: basti ricordare i vivaci e puntuali interventi sulla mailinglist didaweb@king.eurolink.it, in particolare da parte di L. Guerrini, E. Galavotti, N. Carì e A. Rabbone. Per non parlare delle fantasiose manifestazioni pubbliche degli studenti per le strade e nelle piazze delle nostre città.

Questo breve saggio intende sottoporre all'attenzione degli operatori scolastici quasi un'istantanea sulla istituzione scolastica italiana sotto il duplice aspetto, appunto, di scuola pubblica e scuola privata. Cercheremo, cioè, di presentare - con riferimenti privilegiati a numeri, tabelle e grafici - il rapporto tra scuola statale che istituzionalmente impartisce istruzione pubblica e scuola non statale legata all'istruzione privata. I dati si riferiscono all'anno scolastico 95-96 e sono stati attinti dalle più recenti pubblicazioni Istat relative alla scuola italiana, dalla materna alla secondaria superiore: Statistiche della scuola materna ed elementare, Annuari, 1998; Statistiche della scuola media inferiore, Annuari, 1998; Statistiche delle scuole secondarie superiori, Annuari, 1997. Utilizzando quindi gli aggregati analizzati dall'Istat, parleremo di alunni, unità scolastiche, classi, aule e insegnanti delle scuole italiane: la presente indagine si limiterà prevalentemente a registrare l'aspetto per così dire statico di queste componenti, nonché alcuni tra i più significativi rapporti tra le stesse.

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I bambini delle scuole materne sono 1.582.556 di cui 891.408 (56,3%) nelle statali e 691.148 (43,7%) nelle non statali. Questi ultimi a loro volta sono così distribuiti: il 29,1% (cioè 201.124 alunni) in scuole gestite da Enti locali territoriali, il 5,5% (38.013) in quelle di altri Enti pubblici, il 42,4% (293.047) in scuole religiose - di cui quasi la metà nell'Italia Centrale - e il restante 23,0% (158.964) in asili di altri Enti privati. I bambini italiani degli asili affidati a istituzioni religiose e quelli degli Enti privati sono complessivamente 452.011, cioè il 28,6% del totale.

I nostri asili sono frequentati da 10.450 alunni (meno dell'1% del tot.) non cittadini italiani, di cui 5.474 in quelli statali e 4.976 nei non statali. Su oltre un milione e mezzo di bambini dell'asilo 12.302 sono portatori di handicap, e di questi il 74,8% nelle scuole materne statali e il 25,2% nelle non statali. Si può dedurre che le scuole materne gestite da Enti privati, anche religiosi, sono meno recettive di bambini con handicap? Ecco quanto precisa l'Istat a tale proposito: "per quanto riguarda l'inserimento dei bambini portatori di handicap nella scuola materna si deve considerare la diversità dell'approccio al problema da parte della scuola pubblica e di quella privata. Infatti mentre per la prima, generalmente, uno o due bambini sono inseriti in una classe con supporto di un insegnante di sostegno, nella seconda esistono delle strutture interamente dedicate al recupero dei soggetti in situazione di handicap".

Nelle scuole materne non statali le sezioni sono mediamente più numerose di quelle statali (rispettivamente con 24 e 23 bambini). Anche il numero medio di alunni affidato alle maestre risulta più elevato nelle prime (17 bambini) che nelle seconde (11); e il record è detenuto dagli asili privati gestiti da Enti religiosi: ben 22 alunni per insegnante. E per esemplificare: una suora di asilo privato normalmente fa scuola ad un numero doppio di bambini rispetto a una maestrina degli asili pubblici. E' più verosimile pensare che i fruitori degli asili privati abbiano meno attenzioni degli altri, oppure che le insegnanti delle private siano molto più valenti nel loro lavoro rispetto alle colleghe delle scuole materne pubbliche?

Anche il dato relativo alle sezioni con orario ridotto non è omogeneo tra gli asili statali e non statali: su 9.620 sezioni che adottano la riduzione d'orario, infatti, 5.488 (il 57,0%) sono non statali.


Classi, Alunni e Insegnanti

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Nella scuola elementare, il tasso degli alunni che frequenta scuole non statali è notevolmente più ridotto rispetto alle scuole materne: solo il 7,5%. Su 2.816.128 ragazzi, 2.604.079 vanno alle elementari statali e 212.049 alle altre. Gli alunni con handicap alle elementari sono poco più di 50.000, il 97,0% dei quali sta in quelle pubbliche, assistiti da 10.795 insegnanti di sostegno: uno ogni cinque alunni. La nostra fonte nulla precisa relativamente al numero dei docenti di sostegno nelle elementari private.

Per quanto concerne, poi, gli alunni interessati al servizio mensa, di scuolabus e di prescuola l'Istat riporta solo i dati delle scuole elementari statali, rispettivamente 806.908, 391.111 e 63.651. Questi servizi sono assicurati anche dalle scuole private? E in quale misura?

Quanti sono gli alunni delle elementari con cittadinanza non italiana? 23.991, quasi l'1% della popolazione scolastica, equamente distribuiti tra scuola pubblica e privata.

Confrontando -sempre a livello nazionale- le scuole elementari statali e quelle non statali, notiamo che le prime hanno un numero medio di alunni più alto (142) rispetto alle seconde (107). Nelle scuole pubbliche, inoltre, le classi sono meno numerose: in media 17 alunni; mentre ci sono 20 alunni per classe nelle private. Gli alunni per insegnante sono 10 nelle scuole elementari statali e ben quattro in più nelle non statali.

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Gli alunni della scuola media nel 95-96 sono 1.901.208, cioè quasi 50.000 in meno rispetto all'anno precedente (-2,5%); e il calo più consistente si registra nelle scuole private: da 79.674 a 72.852 (-8,6%). Nello stesso anno sono state chiuse 238 scuole medie statali (-2,7%) e 43 non statali (-4,9%). Ovviamente, risulta ridimensionato anche il numero delle classi: ne perdono 3.223 le pubbliche (-3,4%) e 269 le private (-4,9%). Per non parlare del calo degli insegnanti: nelle statali -4.119 pari a -1,8% e nelle altre -1.007, cioè -9,2%.

Fenomeno inverso si riscontra per le aule: rispetto all'anno precedente, nel 95-96 ne troviamo in più 32.302, di cui 30.072 nelle scuole pubbliche e 2.221 nelle private. Non disponiamo di validi elementi per giustificare, per esempio, l'incremento di oltre il 50% delle aule nelle scuole non statali, mentre nel contempo il numero di queste scuole si assottiglia.

Nell'anno scolastico 95-96 gli alunni delle scuole medie statali sono 1.828.356 (96,2%) e quelli delle non statali 72.852 (3,8%), distribuiti rispettivamente in 91.091 e 3.491 classi.

Da tener presente che da questo anno l'Istat inizia a indicare anche per la scuola media inferiore il numero dei ragazzi portatori di handicap: 42.917 nelle pubbliche e 241 nelle private. E' puramente casuale che appena la 0,6% di questi alunni frequenti le medie private? La regione italiana con il tasso più alto di alunni handicappati alle medie è il Trentino-Alto Adige (3,5%) e in particolare la provincia di Bolzano-Bozen (4,3%). Gli insegnanti di sostegno per questi alunni nelle scuole medie italiane per l'Istat sono 15.112, tutti nella scuola pubblica; a ciascuno sono affidali mediamente 3 ragazzi. Ma l'anno precedente questi docenti erano circa 5.000 in più.

La nostra fonte per il 95-96 non specifica più il numero delle aule speciali, cioè quelle in genere adibite a laboratori di fisica, chimica, lingua, disegno, attività teatrali, Internet e multimedialità, ecc. L'anno prima esse erano pari al 34,8% di quelle ordinarie, e raggiungevano quasi quota 60% nelle scuole non statali: evidentemente le scuole medie private in Italia, pure se relativamente poche, sono più fornite di laboratori rispetto a quelle pubbliche.

Nell'anno oggetto della presente indagine l'Istat, invece, inizia a indicare le classi a tempo normale, quelle cioè che adottano solo l'orario di lezione antimeridiano, e quelle a tempo prolungato, dove invece si svolgono anche attività integrative e progetti di sperimentazione per non più di 160 ore, appunto di pomeriggio. Le prime sono 65.927 per 1.360.867 alunni (74,4%) e le seconde 25.164 cui sono interessati 467.489 alunni (25,6%). Il tasso più elevato di ragazzi che seguono il tempo prolungato lo si trova nella regione Basilicata con il 44,4%; e la provincia di Potenza segna il record col 49,2%. E sempre nello stesso anno il nostro Istituto di Statistica inizia a indicare quante scuole medie usufruiscono del servizio mensa: 2.253 delle pubbliche, una ogni quattro, e 524 delle private, una ogni due.

Nelle medie inferiori ogni 200 alunni, uno ha cittadinanza non italiana. Complessivamente gli stranieri sono 9.471, 3.508 dei quali provenienti da nazioni europee e 2.923 dal continente africano. Qual è la regione che ha scuole medie con il maggior numero relativo di alunni stranieri? L'Emilia Romagna, con l'1,2% del totale iscritti: ben 1.102 stranieri, di cui 370 del Marocco, 159 dell'ex-Iugoslavia e 63 albanesi.

Di norma le scuole medie non statali hanno meno alunni delle statali; in particolare troviamo 88 ragazzi nelle prime e 217 nelle seconde. Gli alunni per classe sono 20 nelle pubbliche e 7 in quelle private.


Classi, Alunni e Insegnanti

 

 

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Per completare la carrellata sui nostri ragazzi che dai 3 ai 18 anni frequentano le istituzioni scolastiche, diamo ora uno sguardo ai dati delle scuole secondarie superiori. Nell'anno scolastico 95-96 risultano iscritti nelle scuole superiori statali 2.497.609 (97,7%) e alle non statali 195.719 (7,3%), di cui 21.137 alunni in scuole gestite da Enti pubblici e 174.582 in scuole gestite da Enti privati; e di questi ultimi oltre la metà in istituti scolastici gestiti da Enti religiosi.

Le dimensioni medie delle scuole secondarie superiori statali sono di 423 alunni, mentre quelle delle non statali di101; e questa media si riduce ulteriormente e scende a 94 alunni nei 1.854 istituti superiori non statali gestiti da Enti privati.

Che cosa accadrebbe qualora fosse imposto alle superiori statali una quota di alunni non inferiore a 600 alunni? Dando ragione alla logica astratta della matematica, esse si ridurrebbero di almeno 1.742 unità; e quindi passerebbero da 5.905 a non più di 4.163.

Le classi delle scuole superiori pubbliche risultano più affollate di quelle private: le prime, infatti, constano in media 22 alunni, mentre le altre soltanto di 17. Le aule speciali (i laboratori) sono il 35,1% delle ordinarie nelle scuole statali e il 49,4% nelle non statali. Anche il rapporto alunni/insegnanti è favorevole alle secondarie superiori private: in questi istituti ci sono 5 alunni per docente e nelle pubbliche 9.

Sembra chiaro, quindi, che quanti frequentano le secondarie superiori private siano oggettivamente avvantaggiati nello studio almeno per queste circostanze:

 

E' possibile determinare quanti alunni frequentano scuole "confessionali"?

In realtà l'Istat indica il dato dei ragazzi che frequentano scuole non statali gestite da enti religiosi soltanto per la scuola materna e per la secondaria superiore. Evidentemente si tratta di dati poco rilevanti nelle scuole elementari e medie. Comunque, se estrapolassimo appunto gli alunni iscritti nelle private gestite da enti religiosi, otterremmo circa 400.000 unità; cifra inferiore al 5% della popolazione scolastica che dall'asilo all'università frequenta le scuole italiane. Quindi il rapporto scuola pubblica /scuola confessionale risulta essere circa 95 a 5.

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Nella sottostante tabella sono riportati i dati in valori assoluti degli alunni della scuola media inferiore italiana così come si sono evoluti dall'immediato dopoguerra ad oggi a intervalli di 10 anni. In 50 anni il numero dei ragazzi delle scuole statali è passato da 381.989 a 1.828.356 con un incremento del 378,6%; mentre quello degli alunni delle scuole non statali si sono ridotti del 42,4%: da 126.429 a 72.852.

In realtà, il record degli alunni iscritti nella scuola media si registra nel 77-78 con 2.813.080 unità; e da quell'anno si è verificato un lento ma costante decremento del loro numero fino ai nostri giorni. Mentre il tetto degli alunni iscritti nelle medie non statali si raggiunge nel 60-61 con 165.609 unità.

 

12 dicembre 1998

Vincenzo D'Aprile