In questi ultimi venti anni la telefonia mobile si è largamente diffusa in tutte le parti del mondo. Il cellulare sta diventando un oggetto di uso abituale anche nei paesi più arretrati. La tecnologia trasmissiva si evolve per consentire il trasporto rapido ed efficace di ingenti quantità di dati di tipo commerciale, d’intrattenimento e informativo. Per rispondere alla crescente domanda i tecnici pongono attenzione alla risorsa più importante da sfruttare che è lo spettro delle frequenze radio, una risorsa pregiata in quanto limitata per natura. Possiamo riassumere il progresso della tecnologia in 4 passi principali.

1G - La prima generazione di standard per il wireless telefonico venne alla luce nei primi anni 80. Le reti utilizzavano la Frequency Division Multiple Access (FDMA) e portavano la voce su canali analogici nella banda di frequenza 800 MHz.

2G - La seconda generazione emerse nei primi anni 90 con operatori divisi su due standard diversi. In America si preferiva il sistema IS-95 sempre sulla frequenza 800 MHz. Ma la soluzione tutt’oggi più diffusa nel mondo veniva sviluppata in Europa con il nome: Global System for Mobile Communication (GSM) ed era basata sul Time Division Multiple Access (TDMA) nelle bande di 900 e 1800 MHz. Si noti che FDMA - il metodo di prima generazione - stabiliva la divisione delle sotto-frequenze tra gli operatori, mentre con il TDMA più utenti condividono lo stesso canale radio ed a ciascuno viene assegnato uno o più intervalli di tempo (time slots) per la trasmissione.

 

3G - Alla fine degli anni 90 fu creato un consorzio internazionale con lo scopo di definire le specifiche tecniche di terza generazione. Si intendeva potenziare gli impianti esistenti, aumentare la larghezza di banda, e sostenere applicazioni differenti ed eterogenee. Ad esempio, il sistema GSM doveva gestire non solo voce, ma anche dati a commutazione di circuito a notevole velocità. Per raggiungere tutti questi obbiettivi, 3G aveva bisogno di due sistemi e furono create le due famiglie distinte: 3GPP e 3GPP2.
- Il 3GPP (3rd Generation Partnership Project) venne costituito nel 1998 per le reti che discendono da GSM.
- Il 3GPP2 (3rd Generation Partnership Project 2) è stato messo in piedi per servire gli operatori americani.

4G - Purtroppo la messa a punto delle regole 3G passava attraverso svariati prototipi e l'adozione comportava difficoltà tali da incoraggiare il passaggio diretto alla quarta generazione centrata su Long Term Evolution (LTE) e Ultra Mobile Broadband (UMB). Obiettivi per il 4G comprendono velocità di trasferimento dati di almeno 100 Mbps, commutazione di pacchetto di consegna di voce basato sul protocollo IP, dati ed elementi multimediali in streaming. In aggiunta alle tecniche LTE ed UMB (già citate) si stanno valutando altre tecniche tra cui il Worldwide Interoperability for Microwave Access (WiMAX II) e l’Orthogonal Frequency-Division Multiple Access (OFDMA) che è un caso particolare di FDMA in cui agli utenti sono assegnate delle sotto-portanti ortogonali.

Ad onor del vero c’è da dire che l’etichetta 4G oggi è un pò prematura perché ciò che costituisce 4G non è ancora del tutto definito. La situazione è piuttosto fluida e ricca di proposte che vedranno la luce nel prossimo futuro.


anno 2013

218. La telefonia mobile di quarta generazione è pronta?

219. Che è il bitcoin?

Il Bitcoin è una valuta elettronica nata nel 2009. Il suo inventore sembra sia un certo Satoshi Nakamoto, ma la sua vera identità è rimasta sconosciuta. Il Bitcoin viene rappresentatto con questo simbolo:

 

Oppure viene abbreviato come BTC. I movimenti finanziari effettuati con tale moneta obbediscono ad un apposito protocollo peer-to-peer (vedi risposta 152) che è open (vedi risposta 96). Dunque essa si regge sul paradigma client-server e non è controllata da alcuna banca centrale, né da altra autorità che tradizionalmente crea, conia, rilascia o distribuisce una valuta.

La possibilità di coniare nuovi Bitcoin non è infinita. Al sistema è stato imposto un limite preciso di gestione, che è pari a 21 milioni di unità. Si prevede che tale valore globale sarà raggiunto verso il 2040.

I bitcoin vengono scambiati con beni reali e servizi tramite i fornitori che dichiarano di accettarli. È dunque possibile comprare oggetti oppure si può vendere Bitcoin in cambio di denaro corrente, euro o dollari, ad esempio. Finora il cambio ha dimostrato di essere assai fluttuante. Ad esempio nel maggio del 2012, un Bitcoin valeva 2 dollari, mentre nel maggio 2013 ne vale più di 175.

Per usare Bitcoin, la prima cosa è scaricare il client del protocollo peer-to-peer il quale fornisce il portafoglio virtuale o wallet, grazie al quale uno custodisce o spende il denaro. Aprendo il wallet uno ottiene il suo primo indirizzo Bitcoin che serve per operare con un altro utente-bitcoin nella rete.

Il protocollo peer-to-peer mantiene segreti i dati mediante la crittografia a chiave pubblica perciò il Bitcoin viene anche chiamato cripto-valuta. Si garantisce che ogni trasferimento sia irreversibile, ed anche anonimo.

I detrattori di Bitcoin, temono che a causa dell’anonimato il nuovo sistema monetario possa diventare il mezzo più facile per trasferire fondi illeciti, per commerci illegali online – ad esempio acquisto di droga o armi – e nascondere redditi non dichiarati. Tra i sostenitori del Bitcoin ci sono coloro che dietro la crisi economica hanno scoperto la debolezza del sistema bancario occidentale, le disuguaglianze e le sperequazioni economiche che ha generano. Ad esempio la banca centrale europea e le banche centrali dei vari paesi non sono di proprietà degli stati ma di privati. Dunque molti sono alla ricerca di sistemi economico-monetari alternativi. Ed il Bitcoin offre un intrigante possibilità. 

  


anno 2013

Il verbo inglese to marshal significa ordinare, sistemare, schierare. Si usa quando si fanno i preparativi di una festa; quando si mettono insieme diversi simboli per fare una composizione araldica; quando i militari raccolgono ed ordinano le forze in preparazione per la battaglia.

Nella programmazione il termine marshalling indica la raccolta dei dati da una o più applicazioni o fonti che non sono contigui all’interno del computer, ad esempio sono posti in varie parti della memoria. Si riuniscono i dati in un buffer di messaggi, se ne cura l'organizzazione e l’eventuale conversione in un formato prescritto. Il marshalling viene eseguito in favore di un particolare utente o di un programma ricevente. Ad esempio, il marshalling si rende necessario quando si passano i parametri di output di un programma scritto in un linguaggio come input per un programma scritto in un'altro linguaggio.

 


anno 2013

220. Che vuol dire il termine 'marshalling'?