Prima Pagina
Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo

Ricerca

 

"filo di pensiero"

 

Nel presentare il progetto : "Il laboratorio maieutico di Danilo Dolci"  , credo siano utili e sostanziali alcuni nodi del "filo di pensiero" che mi ha portato "armonicamente" alla decisione di presentare un progetto alla HP ( * )

non per Alex Langer, non per Don Milani...come avevo pensato in un primo tempo .....ma per Danilo Dolci.

 

 

nadia scardeoni

 

https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/interec.html

 

( * )  https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/philanthrophy.html  

 

 

 

da

Come te stesso



  " I vostri figli non sono figli vostri.
  ....Potete donare loro il vostro amore ma non i vostri pensieri.
   Poiché hanno pensieri loro propri.
   Potete dare rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime,


  
Giacché le loro anime albergano nella casa del domani,


   che voi  non potete visitare neppure in sogno.
   Potete tentare di essere come loro, ma non di renderli come voi siete.
  .....
   (K.Gibran)



La necessità ineluttabile dell'amore  dentro il tessuto relazionale
dell'esistenza  accomuna  agnostici  e credenti e va  felicemente  a
coincidere con una sintesi  della  parola di Dio, di vertiginosa capienza
"Ama il prossimo tuo come te stesso".
"Ama"! : hai una modalità esistenziale fondamentale da esperire: amare.

"Il prossimo tuo" : Quale amore dunque? Tutti: l'amore  materno, sessuale,
paterno, filiale, fraterno, amicale ....di "agape"...e poi l'amore per il
sacro - dentro e fuori di noi- , per la bellezza, per la madre terra,  per
la pace, per la giustizia, per la libertà dei popoli.......

"Come te stesso": Conosci te  stesso?   la tua  identità , la tua coscienza
, la tua bellezza, la tua debolezza, le tue ricchezze, la tua povertà, i
tuoi  slanci, i tuoi  bisogni,  le tue  ansie, le tue  paure, i tuoi
difetti, le tue  inadeguatezze ,...? Conosci  ciò che vuoi sia amato da
altri ?

L'amore si alimenta nella relazione armonica delle identità .  E'
soprattutto gioia della bellezza dell'altro....E' capacità di ascolto .

Se per "amore" ti dico solo ciò che io" voglio che tu sia" e non "chi
sei"......ti condanno ad  un esilio dentro il tuo stesso corpo , dentro la
tua anima.


Nessuno desidera  sottrarsi alla possibilità di amare o di essere
amato.....ma spesso molti amano "dire" l'amore piuttosto che agirlo ...e
l'amore "detto" in maniera impropria porta alla  dissoluzione dei rapporti ,
offende, disunisce, violenta, uccide.....

Questi concetti li abbiamo espressi  altrove ....con altre parole ,  per
assegnare alla politica  il compito più nobile , quello della prevenzione
.....e ci sembra giusto ricordarlo.

A Firenze nel 93 dentro il Convegno Scuola e democrazia :  .......
"Giustificati" dalle necessità di un modello esistenziale che, via via, ha
emarginato la relazione umana alterandone i tempi e gli spazi vitali, stiamo
sottraendo all'infanzia di oggi, i luoghi e  le ore  del silenzio,
dell'ascolto, del desiderio, dell'attesa, del sogno, della fantasia e
offriamo in cambio, una  tavola perennemente imbandita di surrogati e di
protesi accattivanti, inesauribili proprio per la loro intima inidoneità ad
essere costruttivi e gratificanti.

Quanti semi di questa incuria educativa hanno prodotto inerzia, fragilità,
solitudine..... frutti del malessere e della devianza?"

C'è una speranza?

Forse si. Io credo nell'artista. Nell'artista che non vende la propria opera
ma la dona.

Per quella sapienza che gli fa svelare la fonte di un inesauribile
benessere: la comunicazione di sé, il fare comune.

Sappiamo però che la sapienza si è organizzata in scienza, che la creatività
è stata deviata in artificio.

 

Si è spezzata ovunque, per la furbizia di chi
ne deve trarre un vantaggio, la sintesi che consente ad entrambe di
partecipare all'evento salutare che, dall'interno della coscienza, dentro la
misura libera e armonica della propria vocazione, costruisce l'oggetto della
sapienza creativa:  "il dono".Oltre il dono c'è tutto il resto.

  Verona 4 marzo 2001


*****


https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/poesia.html

https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/ritratti.html

https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/speranza.html





******

Mettiamoci in cerchio



Ci si impone uno sforzo creativo, una capacità di rischiarci in nuove forme.


Dobbiamo ridisegnare dentro di noi un modello dell'agire solidale,
condivisibile e misurabile, che ci consenta di essere insieme, persone e
struttura, strumenti liberi da comportamenti scevri da qualsiasi tentazione
gerarchica, costruzione forte della sua sinergia.

Esiste una modalità, suffragata dalla psicologia, che, più di qualsiasi
altra, dispone e apre alla fertilità comunicativa, al fare-comune ed è il
... mettersi in cerchio:

"Quando gli uomini si devono mettere d'accordo, formano un cerchio quasi per
una legge segreta".

In cerchio ci si afferma con pari dignità, si converge verso un obiettivo
comune, si abbraccia e tutela il patrimonio condiviso, si retrocede per
esserepiù accoglienti, è ininfluente il posto che si occupa.


Mettersi in cerchio vuol dire saper perdere la propria centralità, essere
aperti ai valori di cui ciascuno è portatore, accettare l'altro senza
condizioni.

Il cerchio non ha inizio e non ha fine, comincia e termina dappertutto,
ricurvo in sé stesso è una figura sincera, forte, concorde.

Il cerchio è : ruota, movimento, energia, flusso, ciclo, continuità, sole,
terra, ovulo .VITA
Questa immagine è dedicata a tutti coloro che amano ancora mettersi in
gioco, alimentando dentro di sé il "germe" prezioso della relazione
solidale.

"La mia follia mi ha protetto, da sempre, dalle seduzioni dell'élite
.

 

Mai mi sono creduto il felice proprietario di un talento." (J.P. Sartre)

Verona, 13 settembre 1993 (Quattrocanti
)


++++

resistenza


..............Un itinerario di resistenza possibile e' l'onestà intellettuale
dell'intelligenza che non si piega al compromesso,e che attinge, per una
schietta ed urgente esigenza di verità e di speranza ad analoghe istanze
morali nell'affrontare il mondo e la vita .


La resistenza e' sempre il frutto di un percorso di ricerca e di speranza ,


nella consapevole certezza che il punto di riferimento ultimo rimane il bene
inalienabile della dignità della vita umana in tutte le sue forme.
La resistenza e' anche espressione non violenta della volonta' di
sussistenza di valori comuni ed è spesso un "dovere" delle minoranze non
elitarie.........



https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/fiori.html

https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/edfam.html

https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/edfam.html

https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/ius.html

https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/caponnetto.html


percorsi



https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/alex.html

https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/3luglio.html

https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/primaemail.html


https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/latouche2.html



Riconciliazione:

 

terra promessa, terra sconosciuta

........... quando la logica di Cristo si fa stringente, non occorrono
grandi inviti, virtuosi ghirigori per delineare i nessi, le strutture
portanti della "casa comune".
I materiali di costruzione, sono disseminati nelle storie interiori delle
donne e degli uomini fedeli ad un Dio che non ha dimora stabile se non il
cuoredell'uomo stesso: 

 

"il figlio dell'uomo non ha un cuscino dove posare il capo"

......... "non potreste vegliare un'ora con me?"

 


I percorsi sono infiniti così come infiniti sono gli sguardi e i cieli.


Così come infinite sono le asperità del terreno oggi, quando le nostre ali
sono ancora così pesanti.
Ma il tempo non ci è più amico; troppe brutture, troppe violenze ci hanno
ridotto il cuore in frammenti, ci stanno dicendo che è giusto, doveroso, non
più procrastinabile il gesto della riconciliazione.
Da dove cominciare?
Inutile cercare sugli scaffali, fra i sacri testi non c'è una teologia della
riconciliazione.
Né possiamo assolverci, andando di buon'ora, a confessare diligentemente, il
nostro travisamento quotidiano dell'amore e dell'amicizia; anche le buone
intenzioni purtroppo non bastano più.
Occorre agire.
..............


https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/natale_2001.html

https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/pace.html

https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/babilonia.html

https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/edsol.html

https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/pace.html

https://www.edscuola.it/archivio/interlinea/alex2.html



DOVE ERAVAMO RIMASTI?


"Dove eravamo rimasti??"

..."Carissimi amici , eccoci di fronte ad un nodo che ci terrà impegnati per
un tempo non facilmente determinabile.....
Infatti, per scioglierlo,  non possiamo fruire delle facili scorciatoie
dell' intelletto..... bensì percorrere e assumere su noi stessi le  spirali
ondivaghe delle passioni  poichè sarà ..."quasi banale"  dimostrare che è
una sorta di "passio cordis" l'energia di cui si sostanzia il  disegno
Utopico.
Posto infatti  un concetto di Utopia che  ci soddisfi....chi di noi avrà una
capacità di resistenza  consona  a ristabilirla nella propria e altrui
coscienza se non chi ha la passione del cuore?
E ancora:" Se l' utopia può essere pensata come  un   ricettacolo
"immateriale " di disegni e di beni condivisibili solo la  "vulnerabilità
del cuore" potrà metterli insieme!

Fu allora che Martin,   guardando intensamente Bit   quasi esplose: " Allora
non ci resta che cercare, adottare  la relazione, il dialogo, l'attenzione
all'altro come antidoti al ...non-luogo e ...sperare!"
Bit colse  nel suo sguardo la  luce febbrile e sfavillante degli ingenui  e
ne fu trafitto.
Ebbe un attimo - senza fine - di dolorosa esitazione, stigmatizzato da un
silenzio assoluto.
Poi lo schianto: " I binari cerebrali delle sue  certezze precipitarono in
una deriva come un cumulo di tronchi travolti da un fiume in piena .
Bit sentiva ora solo  il suo cuore martellare a pieno ritmo....
Guardò Martin , Tom e tutti gli altri con occhi nuovi e quasi stesse
formulando un giuramento disse:
"..Se voi  tutti disegnate  i vostri  sogni , scrivete le vostre idee ....io
li prenderò  e li trasporterò finché avrò una briciola di energia nel
corpo...in un "luogo  che non c'è" ma dove tutti potranno vederli...... per
sempre"..........

 


nota
"Il termine utopia oscilla, quindi, fin dall'inizio, tra ou-topia («non
luogo») ed eu-topia («buon luogo» o «luogo felice»). O meglio, più che
oscillare tra i due significati, direi piuttosto che li contiene entrambi.
L'utopia è il luogo felice che non c'è; ma questo non essere è puramente
fattuale e non principiale. Significa cioè che «non è» qui ed ora; non è
qualcosa di già attuato e realizzato, ma nulla vieta, in linea di principio,
che possa in futuro realizzarsi, se e quando ricorrano determinate
condizioni. Il «non essere», dunque, di cui l'utopia è carica fin dalla
coniazione del termine, non è il puro «nulla» ma è la categoria che Ernst
Bloch ha acutamente definita del
«non ancora», cui è strettamente connessa
la
speranza"
(da: http://utenti.tripod.it/utopia/)


I ponti di Alex


(prefazione a "Alex Langer: non siate tristi continuate", Edizioni della
Battaglia, settembre 1995)


......

Vive la prassi dell'uomo che ha individuato nella relazione la struttura
esistenziale fondamentale
, irrinunciabile nesso per interpretare le
lacerazioni e le contraddizioni che generano i processi autodistruttivi dell
'uomo che rompe l'unità con se stesso, con i suoi vincoli affettivi, con le
sue radici storiche, con il prossimo praticato, con i suoi mezzi di
sostentamento, con lo spazio vitale, con le istituzioni.

Delinea un ecosistema pacifico, non protocollabile, ma frutto della volontà
degli uomini consapevoli di condividere l'avventura umana, capaci di
misurarsi con i propri limiti, pronti a morire quando giunge la propria ora.

Alex è soprattutto un uomo di scienza, di una scienza nuova, ardua,
necessaria, costosa perché impraticabile se non a partire da se stessi: "l'
ingegneria delle risorse umane", l'ultima speranza e l'ultimo baluardo
contro l'ingegneria dell'alienazione "virtuale" che divide, dissipandolo, il
cuore dell'uomo.

Ed è dalla sua storia - se possiamo intuire la fatica del vivere separati
nella casa comune - da quel suo essere una sorta di laboratorio armonico di
organi propedeutici la formazione dei cittadini del mondo, che si innalza la
sua creatura: il ponte, la più ardita e la più fragile delle costruzioni
relazionali.

Il ponte per il superamento delle diversità, degli ostacoli naturali, delle
fratture anche le più violente.

Ovunque le storie degli uomini sono divise e cieche di fronte al loro
indivisibile destino, Alex lavora, studia, analizza, progetta, propone.

Ed era un fiorire di ponti.....

Si tratta ora di sorreggere il "ponte" di Pian dei Giullari, fra Alex e la sua storia.

 

Dal punto di vista pedagogico il ponte è una metafora appropriata per rappresentare una modalità relazionale paritaria di intenso valore

IL PONTE indica la relazione quale struttura esistenziale fondamentale

IL PONTE si attraversa nei due sensi : è simbolo di reciprocità.

IL PONTE è necessario per superare i solchi, le fratture che separano i popoli e i luoghi prossimi

IL PONTE indica il superamento degli ostacoli naturali , il suo attraversamento apre alla novità dell’altro.

IL PONTE mette in comunicazione due realtà , agevola il superamento della diffidenza o delle lacerazioni pregiudiziali , assegna alle realtà messe in dialogo pari dignità.


La pagina
- Educazione&Scuola©